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Il mio 15 (femminile): #1 Philippa Love

Gianluca Veneziano, ex mediano di apertura e telecronista per Eurosport e Sportitalia, ci racconta l’ovale femminile

Philippa Love: numero 1

Ragazzi, amanti del Rugby al femminile, è fatta. La formazione, il Dream Team del Coach Gianluca Veneziano è li negli spogliatoi, pronta a scendere in campo per il fischio d’inizio. Philippa Love numero 1 si unisce alla numero 15 Renee Holmes, proseguendo poi con la 14 Ruby Tui, la 13 Emily Scarratt , la 12 di maglia Stacey Fluhler , poi la 11 Joanna Grisez , la 10 Caroline Drouin,  la 9 Sara Barattin,  la 8 Elisa Giordano, la 7 Sarah Hirini , la 6 Maggie Alphonsi ,  la numero 5 Abbie Ward. La numero 4 Madoussou Fall , la numero 3 indossata da Sarah Bern e la 2 Amy Cokayne. Per il confronto ecco il corrispondente 1 di maglia al maschile Jason Leonard . Bene fischi l’arbitro e si scenda in campo. Ma non finisce mica qui. Il rugby va in pausa, ma ci rivedremo a settembre. Stay tuned!

La scheda di Philippa Love

Numero: 1

Ruolo: Pilone sinistro/ Loose Head Prop

Giocatrice: Philippa Love (Nuova Zelanda)

Aggettivo: Steady/Solida

Philippa Love : Philippa in azione
Mai contro dateci retta!

Nel video di All Blacks Tv che indico a fine articolo la sentiamo dichiarare la sua passione per il contatto, il placcaggio, i punti di collisione e raggruppamento (che ormai nel rugby moderno arrivano a essere intorno ai 140 a partita), ma di non essere nata come una grande «ball carrier», cioè trasportatrice di palla.

Però si è evoluta, anche in ottima finalizzatrice, e nel video vediamo una meta «delle sue». Il pilone sul lato sinistro (a differenza del lato destro) ha la testa mezza fuori, ricordiamo che l’incastro è 3 contro 3. Per questo in inglese si chiama «loose head», testa libera.

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In genere è un po’ meno pesante rispetto al lato opposto ma ha qualche variante tecnica in più. Dipendentemente dal tipo di impostazione e dal tipo di partita.

La Nuova Zelanda di ogni sesso ha inaugurato i piloni che coprono il campo, ancora in anni in cui la mobilità, il sostegno lontano dalle fonti del gioco, la responsabilità nelle geometrie difensive erano un bonus. E Philippa Love rappresenta la terra dalla quale viene. Nuova Zelanda ma anche Christchurch, la città dei Crusaders, di Wayne Smith, Daniel Carter (vengono dallo stesso club, Southbridge, lo faccio notare perché i Crusaders sono una franchigia «di arrivo») e di Richie McCaw.

Il culto del pilone mobile, del sinistro devastante con la palla e senza, parte da lontano, forse in contrapposizione a un’idea che nei decenni scorsi in Britannia perdonava un po’ tutto a quei numeri 1 e 3 che già facendo il loro dovere in mischia ordinata erano da ringraziare.

Philippa Love resta solida ma racconta la visione «kiwi» e South-Island del rugby.


Luca Tramontin preferisce: Iris Verebalavu (Fiji) (gioca sia a destra che a sinistra).

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