C’è una mosca sul quadro: “Musca depicta”
Fino al 30 giugno 2024 presso il Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci, Fontanellato (PR)- Globe Today’s per l’Arte ha voluto essere presente alla singolare mostra. Ecco il resoconto del Critico d’Arte Caterina Majocchi
“Musca depicta”
Il Labirinto della Masone – aperto nel 2015 su idea di Franco Maria Ricci, celebre editore, bibliofilo e collezionista d’arte – ospita fino al 30 giugno 2024 la nuova mostra “Musca depicta. C’è una mosca sul quadro”,a cura di Sylvia Ferino ed Elisa Rizzardi: una grande esposizione dedicata alla presenza della mosca nell’arte dal XIV secolo fino ai nostri giorni, ispirata all’omonimo libro pubblicato da FMR quarant’anni fa.
Il ronzante dittero, da sempre considerato molesto, fastidioso e inopportuno, ha tuttavia esercitato un particolare fascino, fin dall’antichità, su artisti, letterati e religiosi. Il cristianesimo lo prendeva come monito a non cedere ai beni mondani. Inoltre, era diffusa l’interpretazione per cui l’effimero insetto potesse incarnare la fugace fama dell’artista, passando per l’inganno – il trompe l’oeil – che dimostrava il virtuosismo del pittore. A tal proposito è diventato celebre l’episodio, raccontato prima da Filarete e poi, naturalmente, dal Vasari, secondo cui il giovane Giotto ingannò Cimabue, aggiungendo in un dipinto del maestro una mosca tanto veritiera che Cimabue cercò più volte di scacciare, prima di accorgersi dello scherzo dell’allievo.
Anche dalla seconda metà del Quattrocento a tutto il Seicento, molti pittori si cimentarono nella riproduzione dell’insetto in composizioni sacre e profane. Da scherzo illusionistico, che serviva ad affermare la propria abilità tecnica, nel tempo la mosca diventò simbolo della precarietà della vita, fino a confondersi in seguito con altri, ben più attraenti insetti, come la libellula o la farfalla.
Più di cinquanta opere a “Musca depicta”
“Musca depicta” espone più di cinquanta opere, tra tele, disegni, sculture e volumi manoscritti e a stampa, che si snodano nel percorso espositivo secondo un preciso ordine tematico, ma come ricorda Leon Battista Alberti nell’Elogio contenuto nel preziosissimo incunabolo che apre la mostra, la mosca è libera: non conosce gerarchie né limiti di pertinenza. L’atteggiamento positivo nei confronti del piccolo insetto da parte dell’Alberti – che arriva ad affermare: “E quindi di gran lunga sono superiori le mosche e per il loro grande splendore sono più illustri delle api” – viene presto ribaltato dall’interpretazione negativa che ne fa l’arte cristiana, testimoniata da opere del trecentesco Giovanni del Biondo e dal leonardesco Martino Piazza da Lodi.
Galleria opere
Strettamente connessa alla tematica religiosa è quella del Memento Mori, del deperimento del corpo e dell’imminenza della morte: l’artista contemporaneo Damien Hirst, che più volte ha lavorato con questo insetto, partecipa con il suo Fear of Death (Full Skull), scultura raffigurante un teschio completamente ricoperto di mosche che riprende l’iconografia tanto ricorrente nell’arte del Cinquecento.
Colorate composizioni floreali dove una mosca ha deciso di posarsi, realizzate da maestri del barocco quali Willem van Aelst, Isaak Soreau, Giovanna Garzoni, decorano la sala dedicata alle nature morte e la condividono con alcuni dei più importanti volumi a stampa dedicati all’insetto: dalle riproduzioni acquerellate di Ulisse Aldrovandi agli eleganti disegni di Maria Sibylla Merian. La mosca si posa anche su alimenti e animali, come nelle opere immobili e iperrealistiche dell’attuale Maurizio Bottoni, mentre nel video FLY di Yoko Ono è un corpo nudo ad esserne attraversato per ventiquattro minuti. Infine, le api nella tela del caravaggesco Orazio Riminaldi riportano l’attenzione all’iniziale provocazione dell’Alberti.
Il ronzio della mosca
Tra le caratteristiche fondamentali della mosca non poteva essere trascurato il suo particolare ronzio: colonna sonora della mostra è il brano La Folie des Mouches, Variazioni e Fuga su un Tema di Händel per Violino solo appositamente commissionate dal Labirinto della Masone al compositore Massimiliano Matesic: l’andamento di una danza barocca è trasfigurato in un virtuosismo allucinato e stridente, che alterna attimi di lirismo all’imitazione divertente ma inquietante del ronzio delle mosche.
In occasione della mostra viene pubblicato un nuovo elegante volume per le edizioni FMR, corredato come di consueto da preziose immagini di alcune delle più interessanti opere sull’argomento e con un testo di presentazione del tema a cura di Sylvia Ferino, la ristampa dello studio critico di André Chastel, un saggio storico-scientifico ed entomologico a cura di Lucia Tongiorgi Tomasi e Giuseppe Olmi (che hanno contribuito alla parte scientifica della mostra) e un approfondimento letterario di Carlo Ossola.
La mostra è aperta tutti i giorni, tranne il martedì, ore 10:30-19. Labirinto della Masone – Strada Masone 121, Fontanellato (PR) T : 0521827081- E-Mail : labirinto@francomariaricci.com www.labirintodifrancomariaricci.it