Pitti edizione 105. Il tema di questa stagione è ‘PittiTime’
Un’analisi non tanto sui modelli e la moda in sé, quanto sul significato di Pitti e PittiTime conclusasi nella sua edizione invernale. Le proposte, i cambiamenti, la situazione e il futuro prossimo, di un settore che per l’Italia rappresenta da sempre un “fiore all’occhiello” della nostra economia e bellezza
PittiTime
Presente le collezioni di 832 marchi, di cui brand esteri circa il 46 per cento. Il format questo anno ha presentato singole sezioni con focus sul vintage e sul mondo pets, e l’ampliamento delle collaborazioni internazionali con il lancio di Neudeutsch, un inedito progetto sul new wave design dalla Germania.
Ogni sfaccettatura dello stile maschile tendente al gender fluid è comunque rappresentata nelle cinque sezioni: Fantastic Classic, Futuro Maschile, Dynamic Attitude, Superstyling e I Go Out, dal classico all’informale, passando per ricerca e l’attenzione alla sostenibilità. Al Pitti si riesce a captare tutti i grandi trend della moda uomo tra la proposta sempre classica di molti brand italiani e i futurismi dei giovani brand, soprattutto esteri. I temi esplorati dai tanti stilisti sono lo streetwear vintage e old style (con l’hastag già virale sui social #Granpa style).
L’evento e i flussi discontinui
L’Evento ha avuto afflussi discontinui, il giorno migliore, con la maggioranza degli afflussi è stato il mercoledì! Gli eventi interni col dj sicuramente attraggano visitatori ma alcuni brand si sono lamentati perché si è bello esserci ed esporre ma la cifra richiesta per uno stand, medio, è un bell’ investimento per qualsiasi brand al giorno d’oggi e le spese affrontate non danno assoluta certezza su future vendite!
Questo mi riporta un noto brand locale che ormai però ha deciso di non essere presente. “Ancora non abbiamo ripreso i ritmi pre-covid, afferma lo stilista titolare, e ritengo che la funzionalità dell’evento sia cambiata. I motivi sono molti come i cambiamenti sociologici e la pressione dei social. Gli afflussi non sono paragonabili al Pitti di dieci anni fa e temo che non potremmo più avere quel numero di visite ma è sicuramente positivo esserci per il networking”.
Alcuni brand sicuramente avranno tirato le somme, ma non hanno pubblicato dati concreti su quanto questa fiera sia foriera di vendite, argomento clou ed obiettivo principale di chi produce a dura fatica, capi di qualità, ma deve vendere a dei negozi che spesso pagano con difficoltà.
Alcuni dirigenti dei brand storici, hanno avuto incontri con giapponesi e russi che sono ritornati, e questo ci riempie di fiducia: sono stati “avvistati” tanti addetti ai lavori dell’est finalmente dopo il periodo di guerra. Tante scuole di fashion sono arrivate l’ultimo giorno, venerdì 12u.s e gli stand sono stati invasi da studenti curiosi di saperne di più.
La sessione autunnale della più grande fiera della moda maschile è terminata da qualche giorno e questo anno sembra il migliore di sempre, dopo pandemia.
L’attenzione ai dettagli
La tendenza generale è l’attenzione ai dettagli e ai materiali che hanno un alto grado di sostenibilità e livello di riciclo altissimo. Sempre di più i brand propongono capsule contenenti scelte stilistiche di prodotti frutto di una ricerca verso materiali che vengono riciclati da altri materiali: sui tessuti tanti big brand, hanno investito tantissimo, e per questo l’Italia è sempre sul podio, e siamo molto avanti rispetto a tante altre nazioni.
Riguardo la pelle e il cuoio c’è da fare due considerazioni rispetto al passato recente dato che c’è meno richiesta di capi di abbigliamento in pelle originale.
C’è stato un aumento della richiesta di materiali che imitano la pelle nel loro aspetto e nella loro “tattilità”: quando tocchi questi materiali la sensazione è di vera pelle ma in realtà sono materiali tessili che imitano in una maniera impressionante la pelle di origine animale, quando invece tocchiamo un prodotto di origine chimica (petrolio puro) non si percepisce la differenza tra una vera pelle e un ‘imitazione (non è eco-pelle che è una terminologia ingannevole) ci riferisce Franco Alderighi docente di corsi di formazione tecnici per pelletterie, autore del libro “La storia del cuoio” ed. Helicon.
Ci sono molteplici proposte abbigliamento e in minore quantità accessori e scarpe.
C’è da qualche edizione la novità del petwear
Abbigliamento e accessori per i nostri amici a quattro zampe.: un’evoluzione sociale di come l’attenzione è anche un po’ esagerata nell’equiparare la moda per gli animali come la moda per gli umani. La stessa qualità in termini di design, tutto griffato e su misura, made to order per l’animale di casa come per il padrone. Conferire agli animali un’intera area di un padiglione di una fiera così importante ci fa riflettere sull’evoluzione del mercato degli animali da compagnia e di quanto fatturato si svilupperà. Se è arrivato a questi livelli è entrato nella quotidianità di una classe media ormai.
Sono stati esposti prodotti da boutique a partire dal semplice guinzaglio a completini, vestiti, accessori da passeggio, dal passeggino alla ciotola griffata in marmo, il vestito di seta fatto su misura.
PittiTime uomo
Tornando all’uomo abbiamo visto una grande proposta nella categoria sneaker e ne abbiamo di veramente di tutti i gusti e gli stili possibili, nonché colori, che si fa fatica a distinguere un brand da un altro.
Le sneaker anche “invecchiate” effetto usato, anche manualmente per avere una scarpa vintage (mediante usura fisica) ma nuovo, un prodotto unico e personalizzato!
Anche in queste situazioni si possono valutare oltre ai termini di numeri di imprese coinvolte anche il cambiamento sociologico e culturale della popolazione e di chi comprerà questi oggetti, quindi i futuri clienti. La moda anticipa una tendenza sociale e propone un anno in anticipo quello che sarà nei negozi e poi nelle piazze.
Anche a Firenze, ultimamente, c’è stata una proliferazione di negozi vintage, come non mai! C’è un’utenza che compra prodotti vintage veri.
L’abbigliamento vintage ha un mercato in espansione: le persone possono mostrare capi che non si possono più trovare in commercio ma sono e sono stati “cult”. Per le scarpe invece il vintage non funziona perché le scarpe usate hanno un gusto diverso, non si mette piacevolmente, quindi lo stilista propone una scarpa nuova ma usata, la rovina fisicamente prima di venderla.
Negli stands l’attenzione mediatica è alle stelle
Il personaggio di cui più si parla è ovviamente l’imprenditore filosofo Cucinelli, che ha tenuto la sua cena di gala “intima” con bellissimi ed affascinanti uomini del jet set e tanti attori stranieri ed imprenditori, svoltasi in una magnifica location.
La sede di Fortezza da Basso, diventa quindi il luogo dove dover “essere” per brand e amanti della moda, non più luogo di commercio, la dimensione ludica ha superato la vendita fisica.
Ritornando alle presenze ed ai brand in esposizione tutte le collezioni autunno/inverno 2024-25 e i nuovi trend: guest designer Luca Magliano classe 1987, vincitore del premio LVMH 2023, è considerato uno dei designer più promettenti della scena italiana.