Disturbo Post Traumatico da Stress. Risolve l’ipnosi

A leggere il titolo Disturbo Post Traumatico da Stress, il nostro lettore può certamente avere dubbi se potrà capire l’articolo. Invece se proverà a leggere con calma e attenzione, capirà tutto. Tutti gli scritti del nostro autore, pur nella complessità della materia trattata, sono facilmente fruibili da chiunque.
Disturbo Post Traumatico da Stress
Quando si verifica una situazione stressante fuori dal comune, come ad esempio quando siamo esposti a situazioni di pericolo, il nostro cervello va ad elaborare le informazioni provenienti dai nostri organi di senso secondo due modalità distinte.
Modalità “sopravvivenza”
La prima, volta alla sopravvivenza, mette in atto un comportamento che non richiede un’elaborazione conscia. Semplicemente “agisce l’atto che può salvarci la vita” basandosi esclusivamente sulla presenza di uno stimolo grezzo, non ben definito, ma comunque attivante. Filogeneticamente questo circuito neuronale, definito “via veloce” da Joseph Ledoux, richiede solo il passaggio dello stimolo sensoriale attraverso il Talamo e l’Amigdala per reagire, senza alcuna elaborazione cosciente della Neocortex. Ha avuto successo nell’evoluzione della specie proprio perché è 3 volte più veloce dell’elaborazione cosciente. Il balzare indietro appena si percepisce una forma sinusoidale a terra in un bosco, e solo dopo aver compiuto l’atto di saltare, stupirsi nel capire che si trattava di un rametto spezzato e non di un serpente, è un esempio efficace di come funziona questo circuito.
Modalità “lenta”
La seconda via, definita da Ledoux, “Lenta”, è quella che nel caso preso ad esempio, ci ha fatto capire a posteriori dell’evento “saltare indietro”, il fatto di non essere in pericolo proprio perché in presenza di un rametto e non di un serpente. Quest’ultima, essendo più raffinata ha bisogno di più tempo di elaborazione. Perché prevede che lo stesso stimolo passi dal Talamo alla Neocorteccia per poi arrivare all’Amigdala (nel caso dell’esempio del “serpente” spegnendo l’attivazione fisiologica).
I ricordi complessivi dell’evento

Ora, sappiamo che un evento pericoloso e stressante viene anche elaborato a livello della memoria soprattutto nell’area ippocampale. In quest’area si formano i ricordi complessivi dell’evento. Nel nostro esempio quindi non solo il rametto/serpente ma anche il bosco, i profumi dell’ambiente, il tipo di arbusti ecc. Questa prima acquisizione dell’evento poi passerà in un secondo momento, ma solo se registrata, a far parte della nostra memoria a lungo termine venendo acquisita in aree diverse della neocortex. Nella Sindrome da Stress Post Traumatico, l’evento è così fuori norma e stressante che, nel momento in cui l’elaborazione nella “via veloce” mette in moto la reazione fisiologica di attacco/fuga grazie all’amigdala, questa attivi il sistema simpatico dell’organismo (sistema nervoso autonomo) con il rilascio di ormoni che hanno la funzione di preparare il corpo ad eventuali azioni di difesa (aumento della respirazione, più sangue nei muscoli, aumento del battito cardiaco ecc.).
L’ormone dello stress
Un ormone in particolare, definito ormone dello stress, entrato nel circolo sanguigno e tornato nuovamente al cervello arriverà anche all’ippocampo legandosi a recettori specifici. Una volta ricevuto l’ormone, l’ippocampo manderà un segnale all’amigdala per chiedergli di interromperne la produzione. Se l’amigdala non lo fa perché sia “la via veloce” ma ormai anche quella “lenta” concordano sul fatto che il pericolo è reale, l’ippocampo continuerà a riceverne in abbondanza non riuscendo più a gestirlo.
A lungo termine questo bombardamento porterà al raggrinzimento dei Dendriti delle cellule nervose di quest’area. Con conseguenze in termini di registrazione dell’evento e del difficile passaggio alla memoria a lungo termine. Il risultato sarà che, nella sindrome Post Traumatica da Stress, si attiveranno reazioni incontrollate dovute a stimoli simili non pericolosi avvenuti in altri contesti scatenando reazioni non appropriate. Un luogo, un odore, un rumore ecc.. Inconsciamente, avrà la capacità di portare in superficie quella reazione senza possibilità di controllo, con scarsa o nulla percezione anche del perché tale stimolo l’ha generata.
Il Disturbo Post Traumatico da Stress – DPTS
Il Disturbo Post Traumatico da Stress unisce sintomi di tipo ansioso a sintomi di tipo dissociativo. Nel gruppo dei sintomi ansiosi si riscontrano spesso quei sintomi legati al ripresentarsi del vissuto traumatico. Questo tende a ritornare sotto forma di ricordi, incubi ricorrenti e fantasie ad occhi aperti (flashback). Nel secondo gruppo rientrano esperienze di Derealizzazione (sentimento di estraneità per tutto l’ambiente circostante; la realtà sembra “irreale”) e Depersonalizzazione (sentimento di estraneità riguardo la propria identità; si vive come se all’improvviso ci si fosse trasformati in una sorta di “manichino”, distaccato emotivamente da sé stessi e dagli altri). Spesso, inoltre, il soggetto sperimenterà evidenti stati di iper-attivazione del sistema nervoso autonomo (insonnia, irritabilità, aumento della tensione interna, reazioni difensive-aggressive esagerate e scarsamente controllate).
L’ipnosi risolve ricomponendo “fatto e emozione”
L’ipnosi in psicoterapia ha il vantaggio di permettere all’individuo di colmare quelle lacune mnestiche (anche ricostruendole ex-novo) che hanno innescato la scissione tra la memoria episodica dell’evento e la parte emotiva dello stesso. Ricongiungendo “fatto e emozione”, l’ipnosi interviene al fine di interrompere il ciclo disfunzionale dove lo stimolo innescante “grezzo” prende il sopravvento generando il disturbo.
