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Sport Crime. I segreti svelati da Luca Tramontin

Luca Tramontin tra yoga e pesi, concentrazione e meditazione

SPORT CRIME e i suoi segreti. Luca Tramontin (ideatore e co-protagonista della serie, ex Rugbista di Serie A e telecronista) li ha svelati alla nostra redazione.

SPORT CRIME

Una serie TV completamente nuova, SPORT CRIME, che racconta le vicende di un’agenzia di consulenza e investigazione sportiva con sede a Lugano.

A pochi mesi dalla distribuzione internazionale della prima stagione, in attesa dell’episodio ambientato a Porto Maurizio, Globetodays ha raccolto le domande più frequenti e “scomode” degli spettatori con l’aiuto della nostra collaboratrice ed editorialista Daniela Scalia e di Gianluca Veneziano, storico compagno di telecronache di Tramontin e assistente alla produzione di SPORT CRIME.

Le domande degli spettatori e le risposte di Luca Tramontin

È VERO CHE… in una scena di Hockey ghiaccio con l’ex nazionale svizzero Flavien Conne avete deciso di arrabbiarvi e scontrarvi realmente?

Mezzo vero, mezzo no. Lo scontro comunque fa un bel botto ed è reale, non abbiamo “taroccato” l’audio. Ho preso l’idea dai Rolling Stones: Jagger e Richards hanno raccontato che nel video ufficiale di “One Hit to the Body”, hanno lasciato salire la temperatura “vera” tra di loro, invece che fare finta. Ho proposto a Flavien, campione di enorme correttezza, durezza e intelligenza, di applicare lo stesso principio, abbiamo indurito le cariche reciproche alla balaustra cercando il limite dell’attrito. Nota che lui è un hockeista da Olimpiadi, io da torneo locale, se manca gente.

È VERO CHE… non riesci a mettere i muscoli in posa per le foto?

Sì. Ma abbiamo trovato una scappatoia: io faccio una reale sessione di pesi, e la fotografa scatta finché vuole. Puoi cambiarmi i vestiti, le luci, ma non dirmi di mettere il bicipite così o di gonfiare i deltoidi. È così anche per le scene di SPORT CRIME: pesi finti? Non sono un attore, mi riscaldo seriamente e sollevo seriamente. Ho bisogno di dimenticarmi che sono sul set.

È VERO CHE… siete stati vicini ad avere Mike Tyson per un episodio?

No, mi piacerebbe molto, ma non c’è stato nessun contatto specifico.

E Jennifer Lopez?

Mai neanche pensato, nessuno di noi ha mai avuto contatti, né la conosce. Boh.

È VERO CHE… una agente musicale ha comprato una colonna sonora scritta da te per 10.000€ ma poi ha detto a Dani “niente bicipiti, niente firma”?

Sì, brutto cinghiale brianzolo vestito da businesswoman.

È VERO CHE… avete allontanato una finanziatrice perchè era diventata troppo “Attrazione Fatale” e un’altra perchè è diventata antisemita?

Ma non hanno altri ricordi i miei soci? Comunque sì. E anche antinegher. Intollerabile. Tutti fanno così in teoria, noi espelliamo davvero. Anche se costa soldi. Meno slogan su Facebook e più cartellini rossi.

È VERO CHE… avete chiuso il cancello a molti vip italiani?

Qui doppio sì. Siamo e facciamo una serie internazionale, ci interessa chi è adatto, quindi chi ha agenti maleducati o richieste esagerate solo perchè ha fatto “Magna con Noi” su TeleRaccomando non fa al caso nostro. Anche molti manager hanno preso la porta sul muso da Daniela. Pontificano, powerpointano, businessplannano e non concludono niente. Se li tengano le famiglie che li mantengono fino a 70 anni. A Dani non mancano né il carattere né la forza fisica… vedrete negli episodi.

È VERO CHE… in Italia le reti e le “case” maggiori vi hanno “sconsigliato” di fare SPORT CRIME?

Vero. Per fortuna sono residente in Svizzera da molti anni. Qualcuno è anche andato oltre lo “sconsiglio”, ma sai che paura, tremo ancora, quasi spando la birra. Le TV italiane dovranno “importare” SPORT CRIME. In Italia hanno paura del budget, le grandi aziende non vogliono che gli utenti, i contribuenti o i consigli di amministrazione si accorgano che si può produrre una serie internazionale con le cifre che usiamo noi. Finirebbero le 12 truccatrici quando ne bastano due, i dieci attori che non sanno nuotare per una scena di pallanuoto. Cadrebbe un elefante dalle uova d’oro. Anzi cadrà, booom.

In una scena si vede una specie di tridente tatuato su una nuca muscolosissima. È VERO CHE… che quel tatuaggio rappresenta la tua mano destra malformata?

Sì, Roberto, è vero. Mio figlio Nico (co-autore) si è tatuato la mia mano destra sul collo. Ognuno ha il suo rapporto con la paternità, l’amicizia e i simboli, noi non siamo un emblema di normalità.

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È VERO CHE… hai conosciuto una delle tue attrici preferite con una gaffe?

Verissimo. Al Palasport di Collegno avevano allestito i camerini negli spogliatoi. Solito clima di SPORT CRIME, a cavallo tra sport e cinema, tutti mescolati, tutti felici e super-impegnati. Daniela si sta cambiando, io tiro la tenda, mi metto mezzo di taglio, le commento che Alice Piano (appena vista recitare) mi sembrava brava, efficace, intelligente e adattissima alla nostra serie. Dani resta in reggiseno, nessun problema tra di noi, la intravedo con la vista laterale. Si riveste ma non mi risponde. Poi mi tende la mano e mi dice “Sono Alice, non Dani, piacere”.

È VERO CHE… stai raccogliendo aneddoti di “incomprensione manageriale” da pubblicare?

Sì, ma ti do un anticipo, i primi due in classifica. L’assessore Giannone del comune di Belluno: a ogni persona intelligente che incontra in piazza si fa mandare da capo tutta la documentazione di SPORT CRIME, poi dice di averla persa. Incontra un altro che gli parla della serie scritta e prodotta da un suo concittadino, dice che è interessato, ci fa rimandare tutto. Siamo a cinque giri dell’oca, un campione. E una dirigente dell’Enel, Cecilia Ferranti, che ha scambiato SPORT CRIME per una squadra. Obbligata a rispondere ha detto “non sponsorizziamo atleti o squadre”. Come confondere la Juventus e il Rischiatutto, poi ha anche insistito dicendo che eravamo una squadra. Vette sublimi.

Conosco molta gente del campo energetico, è diventata un cult, pensa che in Scandinavia fanno intere serie a tema biomasse ed energia, le usano per far conoscere i loro sforzi ambientali, un altro mondo, eh? Ho tutte le mail, se ci denunciano non preoccuparti, vinciamo le cause e ci spendiamo i soldi a “U portu!”.

Potremmo avere il terzo in classifica?

Capire com’è andata: una scusa per giocare… scena di pallanuoto 

Ti do una perla ligure. Ometto il nome del club per non fare un danno di immagine. E ti assicuro che è tutto verissimo, ci sono decine di testimoni oltre a Daniela. Porto ligure magnifico, con squadra perfetta per l’episodio. Seconda visita, arriviamo apposta da lontano, visita complessiva, riunione, sopralluogo agli impianti, concordiamo la trama che piace a tutti, eravamo contentissimi. Dopo pranzo il presidente ha un impegno da mezz’ora, poi lo aspettiamo al club, non torna. Allenatori e collaboratori (suoi) lo chiamano. Niente. Ci chiama la sera mortificato e sincero: SI ERA DI-MEN-TI-CA-TO. Era andato a casa. Imbarazzo societario, scuse per procura da chi non ne aveva colpa. È stato sincero, non ha inventato balle, anche per questo evito il nome in segno di rispetto. Dopo una settimana una sua mail (conservata) che ci dice che la film commission di Genova è a Genova. Una rivelazione copernicana. Ovviamente il capitolo è chiuso e quel bellissimo angolo di Liguria sportiva e turistica non andrà in distribuzione mondiale, poi se mancano visibilità e sponsor diamo pure la colpa al calcio.

La famosa crisi di riso del grande Nino Castelnuovo com’è andata?

Sul palco con Robin Le Mesurier, episodio sul fitness delle rockstar.

Lavorare con Nino per me è come giocare a Hockey con l’Alleghe o suonare con i Rolling Stones, mi sento fortunato. Il direttore della fotografia Angelo Rossetti, in attesa del ciak, aveva detto: “Pensa che in America certe produzioni hanno uno che pensa solo alle ombre”. Io ho risposto: “Ghe n’avon tanti a Belùn che pensa sol che ale ombre”. Nino è esploso a ridere, a pranzo invece che di Cannes e Catherine Deneuve abbiamo parlato di “ombre” e imbriaghi.

Sarà una serie crime, con temi sportivi seri, scientifici, legali e psicologici, ma l’idea è che ci sarà anche molto da ridere. Noi di Globetodays ci saremo, anche per le riprese di “DisAppster”, l’episodio imperiese.

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