Terra è Casa. L’arte del rispettare la Natura
Terra: il pensiero di Andy Warhol
“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare” – con queste parole Andy Warhol esprime la sua attenzione nei confronti del nostro pianeta, luogo a noi natio, fin troppo spesso dato per scontato. Numerose sono le iniziative promosse nell’ambito del rispetto della nostra grande “casa sferica”. Differenti le accezioni in cui si possono declinare: se da un lato terra acquista il significato di “massa terrestre che emerge dalle acque” (Oxford Languages), dall’altro si tratta a tutti gli effetti di un unico e grande ecosistema che si regola in base ai suoi abitanti.
Terra e agenda 2030
La stessa Agenda 2030, complice di questo obiettivo, con il punto cardine n. 15 dedicato alla “Vita sulla Terra”, ha lo scopo di conservare e ricreare gli habitat terrestri con tutte le varietà di specie che li compongono. Ma ecosistema non è solo un luogo in cui si concentrano diversi esemplari che vanno a ricreare un ciclo di catena alimentare in grado di auto rigenerarsi. Acquisisce anche la sfumatura sociale delle persone che vi abitano, spesso causa primaria dei disastri ambientali. Giornali, programmi televisivi, documentari a visione internazionale. Sono numerosi i metodi utilizzati nell’era digitale per raggiungere capillarmente tutte le età e fasce della popolazione, ma in che modo entra in gioco l’arte?
Il punto di vista di Gustavo Machado
Oltrepassando l’oceano, è interessante capire il punto di vista di Gustavo Machado, artista brasiliano che fa delle sue opere una vera e propria invettiva contro la società odierna. Il delicato tocco dell’arte digitale e la fotografia si uniscono in un risultato efficace, in grado di colpire il lettore in maniera diretta e brusca. Uno “schiaffo” dedicato a chi per troppo tempo ha ignorato la materia. Con l’opera “Balança do tempo”, esposta su schermo digitale presso la mostra “In my mind” dal 19 novembre al 3 dicembre 2021 (Spazio Divulgarti Eventi, a cura di Loredana Trestin), porta in primo piano l’albero detto Tabebuia Alba, o ipê-amarelo-da-serra, una specie nativa delle foreste brasiliane e, con i suoi fiori, simbolo del Paese.
Tutti i giorni questi ecosistemi subiscono e soffrono a causa degli incendi incontrollati e dolosi, che pongono a rischio numerose specie animali e vegetali, oltre alle popolazioni che le abitano – così la biodiversità lascia il posto alle politiche economiche. Allo stesso modo, nell’opera appare chiaro il messaggio: la caducità della natura. Come un nitido volantino esso appare ai nostri occhi in tutta la sua potenza espressiva, lenta e sensibilizzante.
I cervi di Kirsten Cater- Casey Martin
Se proseguiamo sulla strada ambientale, come non citare l’apporto dell’artista Kirsten Cater-Casey Martin. Per la prima volta a Genova ha mostrato due dipinti facenti parte della “True Deer collection” (L’incontro, Spazio Divulgarti Eventi), una serie di quadri dedicati alle esili figure dei cervi. Realizzati in colori differenti e con una tecnica alle soglie del digitale, gli animali appaiono idealizzati in una patina onirica, quasi fiabesca. Ma è veramente positiva la situazione in cui versano? Gran parte dei cervidi del Nord Europa stanno infatti risentendo in forma notevole dei cambiamenti climatici dell’ultimo periodo, che ha visto un innalzamento peculiare delle temperature medie annue. Quanto potrà andare avanti?
Le tele ipnotiche di Antonio Bettuelli
Abbiamo parlato di alberi, abbiamo affrontato la fauna montana, manca solo l’ambiente marino all’appello. Già nell’articolo “Ventimila tele sotto i mari” la gravità della situazione che i nostri specchi d’acqua stanno subendo per colpa dell’uomo è venuta a galla. Numerosi discorsi e progetti sono in atto in questo momento affinché essi non arrivino a subire delle modifiche irrimediabili e drastiche.
Sembra emergere dal fondo del mare l’artista Antonio Bettuelli. Architetto di professione e pittore di formazione, riesce a combinare queste passioni all’interno di tele ipnotiche. I pesci con le loro danze sinuose chiamano i nostri occhi, li intrattengono e li accecano – a che profondità ci troviamo? Ed ecco che la natura ancora una volta esprime una capacità di costruirsi e sopravvivere fuori dal comune. A partire dalle sue opere esposte a Palazzo Ducale, tre tele che aumentano la loro forza espressiva con differenti sfumature di blu e di giallo, per arrivare alla sua “Mare d’Asporto”, una vera e propria borsa di carta decorata in superficie con le sue magnifiche linee graffianti, l’artista riesce a dare voce alla vera arte del riciclo con delicatezza e decisione.
Il messaggio è importante
Così come la corrente dei venti e dei mari scuote le fronde vegetali, allo stesso modo deve fare l’arte con chi osserva le opere a puro carattere di sensibilizzazione. Non per forza le reazioni devono essere positive. Lo sdegno può certamente sopraggiungere, la rabbia quando necessario, l’incomprensione – ma quello che è importante è il messaggio. Terra è Casa, accogliente e selvaggia; è Amica, basta solo ascoltarla; è Culla, capace di alleviare il peso dalle nostre spalle se solo le dessimo la possibilità di farlo. E allora che cosa stiamo aspettando?