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Le bambole “REBORN”

“Le bambole che sembrano bambini veri”

Tante classiche bambole, non ancora Reborn

Si chiamano bambole “Reborn”, sembrano bambini veri e possono valere anche migliaia di euro.

Un business milionario

Non si comprano nei negozi di giocattoli eppure, attorno a loro, si è sviluppato un business milionario. Il costo varia da poche centinaia di euro a oltre quindicimila: si tratta delle bambole “reborn” che, nelle loro versioni più raffinate, sembrano a tutti gli effetti neonati. 

Inoltre bisogna anche considerare gli accessori: bavaglini, vestitini, bagnetti insomma ogni cosa che serve alle creature di pochi mesi.

Siamo ben lontani dalle inquietanti bambole dei film horror o da quelle prodotte in serie (anche se ne esistono versioni horror veramente raccapriccianti).

Se si escludono i modelli a basso costo, in generale si tratta di vere e proprie opere d’arte le cui dimensioni sono identiche a quelle di un bambino (circa cinquanta centimetri). Possono arrivare in kit di montaggio, nel qual caso sarà necessario colorare ogni singolo pezzo (occhi, bocca, pelle … e assemblarlo), da qui l’espressione “reborn” o già “pronte per l’uso” con tanto di certificato di nascita.

Adottabili su e bay

Mamma con una bambola ?

Si possono acquistare o, come si usa nel gergo degli estimatori del genere, “adottare” su e-bay, facebook o direttamente dall’artista che le produce.

E’ possibile anche scambiare e, sempre da una certa fascia di prezzo in su, ogni pezzo è unico.

Il fenomeno non è ancora molto diffuso in Italia ma negli Stati Uniti esistono addirittura ristoranti e “cliniche” attrezzati per ospitare queste bambole.

Nell’ambiente s’incontrano collezionisti, giocatori di ruolo che interpretano la parte di genitore e, talvolta, anche più preoccupanti “transfer”.

Le bambole reborn sono portate a passeggio con carrozzelle vere, gli vengono periodicamente cambiati i pannolini, i vestitini, misurata la febbre … insomma tutte quelle attenzioni solitamente riservate ai neonati.

Inquietante?

Inquietante? Può darsi, ma non è più inquietante chi fa scommesse nelle lotte tra cani o parte dai Paesi occidentali per fare turismo sessuale in quelli asiatici?

La cosa interessante è che queste bambole hanno anche fini terapeutici: infatti, è provato che possono alleviare le sofferenze di bimbi con particolari handicap.

 Il reborning

Il “reborning” è una pratica (anche se in alcuni casi si tratta di una vera e propria forma d’arte) nata negli Stati Uniti a cavallo tra gli anni ottanta e novanta del novecento che segue le tracce dell’iperrealismo, altra forma d’arte che vede la luce, sempre negli Stati Uniti, tra gli anni sessanta e settanta.

La prima a effettuare il “reborning” fu probabilmente un’artista femminile e, inizialmente, si trattava solo di collezionismo che però in seguito ha iniziato a “divergere” nella direzione del gioco di ruolo ed altre forme.

Come sottolineato, la somiglianza impressionante al “vero” fa di queste bambole simulacri talvolta indistinguibili da bambini reali e la tecnologia, grazie all’altra risoluzione, permette di migliorare sempre più gli effetti finali. Inoltre, da qualche tempo, le bambole sono dotate di movimenti naturali autonomi riuscendo addirittura a orinare.

Dal passato, al presente, al futuro prossimo

Ma tutta la tecnologia del mondo non è sufficiente: infatti, è la manualità dell’artista a rendere uniche queste opere conferendogli la giusta colorazione della pelle, degli occhi e tutti i particolari e le sfumature proprie dei tessuti viventi.

Abbiamo parlato di “cose strane e incredibili” del nostro passato, ma l’oggi e il futuro non solo ci offrono, ma anzi probabilmente ci riserveranno altre incredibili “bisogni e invenzioni” dell’uomo.

Dunque, quello delle bambole reborn, un mercato in espansione che sta creando, per la nostra gioia o il nostro raccapriccio, fini capolavori.

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