Sci nautico: il corpo consumista, di calorie e lussi
Mini Serie di Daniela: Il sorpasso atletico di Gassman
Sci nautico
Sci nautico, non ho provato ma non credo sia facile. Ricordiamoci anche che fare uno sport in un film e farlo nella vita sportiva normale è piuttosto diverso.
A volte no, nei classici “montage” si dice agli atleti/attori: «Voi giocate normalmente, noi filmiamo», poi si taglia, si monta e si musica. Ma la scena dello sci nautico di Gassman non è stata girata nell’epoca di MTV e dei videoclip, è una sequenza che sicuramente è stata ripetuta più volte, con il viso in primo piano e una necessaria gestione dell’espressione facciale.
Cosa significa nei simboli dello sport lo sci nautico? E nella percezione del corpo?
Lo sci, come molti motori, o sport equestri significa ricchezza, a volte anche consumismo, non necessariamente in chiave negativa. Significa «ho un corpo», ma anche una attrezzatura costosa che posso usare.
Si gira al negativo quando si fa vedere che un personaggio «fa quello perché non può fare altro», in quanto pigro e poco atletico. Si gira al positivo quando c’è euforia, divertimento, possesso del mezzo.
Dino Risi e gli sceneggiatori ci hanno già presentato un Bruno Cortona fisico e atletico, quindi siamo in piena voglia di rinnovamento dopoguerra, un viva la spiaggia magari non riflessivo ma vitale e positivo. Mi viene in mente anche che Cortona non possiede il mezzo di trasporto e diporto, cioè il motoscafo e il gancio di traino, ma li trova e li usa con “glamour sportivo” durante il suo viaggio basato sul sorpasso sociale, e secondo me anche muscolare.
Le musiche, da spiaggia, da novità, sarebbero state ridicole senza un apparato muscolare come quello. Insomma, magari è già detto, abbiamo un piccolo documentario all’interno di un road movie, un’osservazione della voglia di corpo che molti “spettatori” e lo studente che accompagna Gassman forse vorrebbero ma sono troppo legati e imbarazzati per avere.
Mi ricorda molto il lavoro di educazione affettiva e antibullismo che facciamo nelle scuole, ma che andrebbe fatto anche nelle famiglie. Sappiamo tutti che chi ha troppi imbarazzi nel corpo e nel gioco spesso diventa violento e pericoloso, le cronache quotidiane purtroppo ce lo ricordano troppo spesso.
Team Building per dirigenti
Nei famosi e stereotipati team building i grandi geni fanno andare sui go-kart e nei rafting i dirigenti d’azienda, cercando di far loro vivere un po’ di quell’infanzia che hanno vissuto imbarazzati a bordo-parco invidiosi degli altri bambini che andavano sullo scivolo.
Si sa che si passa per questi sport emozionanti ma poco faticosi, che non espongono le carenze muscolari e le gambe biancastre. Poi li vedi euforici, contenti di aver pagato (tramite l’azienda quindi apparentemente gratis) per qualcosa che dovevano fare al parco giochi. Un parco giochi che Dino Risi ha piazzato nelle spiagge di Castiglioncello.
Non ho letto (preferisco farlo più avanti) la biografia di Paola Gassman, ma so che è stato lo stesso attore a volere le scene lì, perché già ci andava con la famiglia. Come noi di Sport Crime, a volte scegliamo un posto per essere più abituati, per usare interazioni già collaudate, sia con le persone che con gli attrezzi sportivi, intendendo per tali anche i prati o le spiagge.
Trintignant impersona questo: quell’Italia imbarazzata, impedita nel twist e nello sport, una nazione (cito Luca Tramontin): «Attenta al rogito e al raffreddore ma che non sa giocare con i figli».
Mini serie il sorpasso. Clicca sul titolo per leggere gli articoli precedenti: “Gli angoli (e muscoli) nascosti” ; “Entrare in auto come si entra in campo“.