Quante “lune” illumineranno le notti Cinesi?
I Cinesi all’avanguardia nello spazio
Ancora una volta i cinesi anticipano gli “storici” protagonisti russo-statunitensi nella corsa allo spazio, anzi, in questo caso si tratta di sfruttamento dello spazio.
Già da qualche tempo, infatti, circola la notizia di una luna artificiale creata per illuminare le città.
E cosi dopo la vernice spaziale e la pubblicità tra le stelle, ora anche la luna artificiale.
Analizziamo meglio la situazione
Prendendo le mosse da test compiuti alla fine degli anni 90 da un gruppo di astronomi russi che proiettarono i raggi solari in una parte dell’emisfero notturno, grazie ad un satellite riflettente, un gruppo di scienziati cinesi, intende lanciare entro il 2022, una serie di lune artificiali in orbita a 500 km dalla Terra.
Queste lune non sono altro che satelliti in grado di riflettere la luce del sole attraverso una superficie che varierebbe tra i dieci e gli ottanta chilometri.
Wu Chunfeng, il responsabile del progetto, prevede di porre in orbita fino a tre di questi satelliti che garantirebbero un’illuminazione a terra circa otto volte maggiore di quella della luna reale, con intensità di un quinto di quella fornita dalle luci stradali. Una volta che i satelliti saranno a pieno regime, i responsabili stimano di poter illuminare tra i 3500 e i 6400 chilometri quadrati circa, secondo la posizione che assumerebbero rispetto al sole e alla parte da illuminare
La città test
La città scelta per il test è Chengdu, situata nella parte Sud Ovest della Cina nella regione del Sichuan, con più di quindici milioni di abitanti e una superficie di oltre dodicimila chilometri quadrati.
Se i satelliti ne coprissero un’area di soli cinquanta chilometri quadrati, l’amministrazione risparmierebbe 1,2 miliardi di yuan (circa 170 milioni di euro) all’anno sull’illuminazione pubblica, senza rischi di blackout e in modo assolutamente ecologico.
Pro e contro
Sembrerebbe una soluzione ottimale, ma i più attenti avranno già individuato quello che è forse il maggior punto debole del progetto: in caso di cielo nuvoloso la luce potrebbe non riuscire a penetrare lo strato di nubi o ne risulterebbe fortemente attenuata.
Ci sono poi considerazioni di tipo ecologico poiché i vari test, prima della definitiva messa in stazione degli impianti, potrebbero disturbare e quindi alterare gravemente, i bioritmi di parecchie specie animali (e secondo alcuni, anche l’uomo non sarebbe esente da questo “disturbo”).
Ovviamente, i responsabili dell’operazione non credono, data la bassa intensità della luce, che ciò potrebbe avere effetti deleteri per la nostra specie però, come ogni cosa in campo scientifico, deve essere testata per fugare ogni dubbio e fornire dati certi.
La cosa sicura è che il cielo si avvia a non essere più quello dei nostri nonni, o anche il nostro e che i futuri innamorati avranno molte più possibilità di “ispirarsi” di quanto ne avessimo noi.