Sette giorni nel Cilento: Castellabate, Agropoli, Paestum
Giorno 4,5 a Castellabate e 6 e 7 Agropoli e Paestum
Castellabate
Patrimonio mondiale dell’umanità Castellabate è anche uno dei borghi più belli d’Italia. Arroccato su una collina a 280 metri sul livello del mare, in una posizione affascinante che domina la costa e che si estende tra i Promontori di Licosa, Castellabate nasce nel 1123 quando Costabile Gentilcore, IV Abate della Badia di Cava, ottenne il permesso di far costruire una fortezza per difendere la popolazione dai continui attacchi dei pirati Saraceni. A ridosso della fortezza che ben presto inizia ad essere chiamata il castello dell’Abate, furono costruite le prime case e poi tutto il bordo che anticamente era chiuso da cinque porte: Porta di Mare, Porta Cavalieri, Porta Sant’Eustachio, Porta la Chiazza e Porta de li Bovi.
Il centro storico di Castellabate si caratterizza per i vicoletti e scale intervallati da spettacolari slarghi e scorci che lasciano senza fiato. Vi consiglio di salire dall’accesso più noto, ovvero dal Belvedere di San Costabile, uno slargo panoramico particolarmente affascinante al tramonto quando i colori del mare del cielo si fondono tra di loro. Il cuore del centro storico è la piazza 10 ottobre 1123 così chiamata in riferimento alla data della posa della prima pietra del Castello. Per tutti in gergo è la Piazzetta e offre un bellissimo panorama che spazia sulla graziosa Vallata dell’Annunziata e si pone come il foro naturale di Castellabate.
Che cosa visitare una volta giunti in piazzetta?
Innanzitutto il Castello che colpisce per la sua imponenza e da cui si gode di una meravigliosa vista del mare che testimonia, la sua originaria funzione di difesa del Borgo. Il secondo luogo da sostare è piazza Perotti che si raggiunge costeggiando il perimetro esterno del castello. La piazza ospita l’omonimo Palazzo risalente al XII secolo, dove qui nella notte dal 11 al 12 novembre 1811 soggiorno il re francese Gioacchino Murat.
Non dimenticate neppure la Basilica Pontificia, l’imponente edificio religioso in stile romanico sorta nella seconda metà del secolo XII sull’antica cappella basiliana dedicata a Santa Maria di Giulia. Adiacente la basilica poi si erge imponente Torre Campanile di epoca romanica, mentre poco distante trovate i palazzi gentilizi che sono la parte centrale del Borgo: si caratterizzano per la presenza di palazzi risalenti a varie epoche, ciascuno dotato di una cappella privata dove i nobili proprietari assistere alle funzioni religiose.
Qui il Set di Benvenuti al Sud
Inoltre nel 2009 Castellabate divenuto divenuta famosa per il film Benvenuti al sud, la commedia italiana di enorme successo diretta da Luca Miniero e interpretata da Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro e Valentina Lodovini. Nel film sulla famosa piazzetta si affaccia un ufficio postale, mentre nella realtà trovate un bar. La casa il direttore postale Alberto, era Palazzo Perroni nell’omonima Piazza accanto alla quale c’è una lapide che lo aveva tanto spaventato suo arrivo “Qui non si muore”.
Le frazioni marine
Non lasciate Castellabate senza aver visto le frazioni marine. Santa Maria collegata alla costruzione del Porticciolo detto anche Porto delle Gatte che già nel XII secolo era punto di grande interesse economico e di sviluppo commerciale di Castellabate. Santa Maria la frazione più popolosa del comune è la località balneare d’eccellenza non solo il mare cristallino ma anche le spiagge di sabbia finissima. L’altra marina è San Marco, un borgo marinaro di storia millenaria, testimoniata da ritrovamenti di reperti archeologici, ha il cuore nel suo antico porto che era uno scalo di approvvigionamento per le imbarcazioni lungo il litorale che congiungeva le due grandi città greche di Velia e Paestum.
È un territorio di grande interesse storico, non a caso in una suggestiva grotta immersa che si trova lungo la passeggiata che collega San Marco a Santa Maria, sono stati ritrovati reperti dell’epoca paleolitica e una necropoli. Giunti a questa marina, godetevi un momento di romanticismo con il tramonto dal Belvedere di San Costabile. Uno spettacolo unico di colori su cui si affaccia, l’isola di Licosa. Percorrete i tanti sentieri immersi nel silenzio e nella natura come quello dal porto di San Marco sino a Punta Licosa. Oppure quello dalla terrazza dei Trezeni sino alla Frazione del Lago Rissa. E dopo una passeggiata, l’appetito sarà arrivato e allora sedetevi in una delle terrazze che trovate nei ristoranti di San Marco e godetevi il mare, il sole, il pesce e i prodotti della terra di questo angolo d’Italia.
Dove soggiornare?
Se siete in auto nella magnifica dimora storica Palazzo Gentilcore e pranzare al ristorante San Pancrazio. Se invece siete in camper l’area camper Campo dei Rocchi a 80 metri dal mare.
Agropoli
Patrimonio mondiale dell’Unesco e bandiera blu per la qualità delle sue acque, Agropoli è una delle tappe che vi consiglio in Cilento. Agropoli Aru in dialetto cilentano, è una cittadina che affonda le proprie radici in epoca antichissima: deriva il proprio nome dalla posizione geografica di Città Alta, su un promontorio a picco sul mare. Potrebbe essere l’antica acropoli di Paestum, come testimonia la presenza di un tempio dedicato a Poseidone. In età romana sul litorale dell’attuale San Marco si sviluppò poi un borgo Marittimo chiamato Hercula, utile approdo per servire la città vicina di Paestum che aveva problemi di insabbiamento del porto. Nel sesto secolo i Bizantini fortificarono questo sito dandogli il nome di Acropolis. Dopo secoli di alternanza tra dominazione Bizantina Saracena, il feudo di Agropoli passa ai San Felice, nobile famiglia napoletana e solo poi nel corso dell’ottocento, venuta meno l’incubo delle invasioni, Agropoli inizia l’espansione.
Agropoli oggi
Conserva intatto il suo centro antico con le sue stradine, le piazzette negli antichi Portali e gran parte del circuito delle mura difensive. Vi si accede a piedi percorrendo la caratteristica salita degli Scaloni la tipica scala leggera “ad un passo in mezzo con un gradino basso e largo”. Molto ben progettato il famoso portale del 600, di ingresso sul quale si nota lo stemma degli ultimi fondatori degli ultimi feudatari di Agropoli. Ciò che però rappresenta la città, il suo vero simbolo è il castello angioino-aragonese che si erge Maestoso sul promontorio incastrandosi con il punto più alto del borgo antico mentre la sua base triangolare si estende verso l’area collinare. Attualmente è sede di importanti eventi culturali ed è visitabile tutto l’anno.
Paestum
Paestum è la tappa storica, che vi suggerisco se decidete di visitate il Cilento. Un vero tesoro di rara bellezza, un’area archeologica perfettamente mantenuta e un museo ricco di reperti storici. Paestum, fu uno dei centri principali della Magna Grecia e le sue origini risalgono addirittura al Paleolitico, mentre le tracce più evidenti risalgono all’età del Bronzo, con la cultura del Gaudo. Spina-Gaudo è il nome della località vicino alla foce del Sele dove durante degli scavi nel 1944, fu individuata la necropoli. La cultura del Gaudo che si è sviluppata nel Sud Italia durante l’età del rame (eneolitico), parte proprio nell’area di Paestum, vicino al mare e si espanse a ventaglio verso l’interno come testimoniato dalle necropoli ritrovate a Mirabella Eclano, Eboli e Buccino.
Successivamente intorno al 600 a.C., coloni greci provenienti da Sibari, v fondarono una città a cui diedero il nome di Posidonia. Edificarono il grande santuario di Era poco a nord, presso la foce del fiume Sele. Alla fine del V secolo a.C. Paestum fu conquistata dai lucani, sotto i quali visse un periodo di prosperità e raggiunse la massima espansione territoriale; nel 273 a.C. i romani vi stabilirono una propria colonia, cambiando il nome della città con quello attuale. In età imperiale Paestum iniziò una lunga e progressiva decadenza, fino al definitivo abbandono, nell’VIII secolo, a causa dell’impaludamento della zona che la rendeva inospitale e inagibile alla vita quotidiana.
Il cuore della visita a Paestum
Cuore della visita a Paestum e la zona archeologica e il Museo, da cui si osserva la città nel suo antico splendore riportata solo parzialmente alla luce attraverso gli scavi archeologici. Delimitata da imponenti mura (V-III secolo a.C.), ospita lungo la direttrice del cardo romano gli edifici principali: a nord si trova il tempio di Atena del 500 ca. a.C. al centro si estende l’area pubblica con l’Ecclesiasterion dove avvenivano le assemblee politiche, il foro con il comizio, il tempio della Triade Capitolina (Capitolium) e la basilica. Alle spalle del foro trovate l’anfiteatro (I secolo a.C.) e un ginnasio ellenistico con una grande piscina.
A sud era situato il grande santuario urbano di Era, con due magnifici templi dedicati alla dea, del 540 ca. a.C., e quello chiamato “di Nettuno”, del 460 a.C. I due templi, insieme a quello di Atena, costituiscono un complesso eccezionale, molto ben conservato e che testimoniamo uno dei più alti esempi dell’ordine dorico in Occidente. A ovest sono emersi dagli scavi, vari isolati dell’impianto ortogonale, con abitazioni di età ellenistico-romana. Prospicente ai templi, trovate il Museo archeologico nazionale di Paestum e merita assolutamente una tappa dedicata a scoprirne il contenuto, magari insieme ad una guida.
La “tomba del tuffatore”
Fondato nel 1952 è articolato in varie sale: accoglie preziose testimonianze della vita quotidiana e dell’attività artistica e artigianale della città greca e poi della colonia latina, ma ciò che vi toglierà il fiato saranno le lastre dipinte della cosiddetta Tomba del Tuffatore e diversi frammenti di pitture funerarie del IV secolo a.C. A questo punto se sarete stanchi di camminare, non c’è rimedio migliore che rilassarsi al mare. Godersi i 12 km di costa dove corre la pineta e le spiagge sabbiose che si alternano con spazi liberi e con stabilimenti balneari.
Ieri la prima parte di 7 giorni nel Cilento: i primi 3 giorni