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Mostre imperdibili: El Greco e Goya, fil rouge la Spagna

Due mostre imperdibili. Non capita tutti i giorni che nella stessa città e nello stesso palazzo si possano visitare due mostre di portata internazionale dedicate a due grandi pittori come El Greco e Goya. Ebbene a Milano è possibile

El Greco e Goya: Laocoonte
Mostra El Greco – Laocoonte

El Greco e Goya

Per la prima volta infatti nel capoluogo lombardo, a Palazzo Reale, si può ammirare l’esposizione dedicata al grande pittore Doménikos Theotokópoulos, universalmente noto come El Greco (Creta, 1541 – Toledo, 1614) estesa sino a domenica 25 febbraio 2024, e, se il tempo lo concede, non farsi mancare anche una visita a quella di Francisco Goya (Fuendetodos, 30 marzo 1746 – Bordeaux, 16 aprile 1828)intitolata “La ribellione della ragione”, che resterà aperta al pubblico fino al 3 marzo.

La mostra di El Greco

La mostra dedicata a El Greco si trova al primo piano del palazzo, un’occasione unica per ammirare l’estetica di chi ha fatto sue esperienze artistiche lontane tra loro e che ha rielaborato stili provenienti da tradizioni diverse, fino ad arrivare ad essere uno fra i primi grandi pittori europei della storia. Le opere visibili in mostra sono più di 40 e ripercorrono le tappe fondamentali del suo percorso, tanto biografico quanto artistico, partendo dagli esordi bizantini all’influenza dei grandi pittori rinascimentali italiani, fino alla maturità del periodo spagnolo.

Un progetto espositivo che per realizzarsi ha avuto in prestito dai maggiori musei internazionali i grandi capolavori del pittore, tra i quali il Ritratto di Jeronimo De Cevallos del Museo del Prado, le due Annunciazioni del Museo Thyssen-Bornemisza, il San Giovanni e San Francesco delle Gallerie degli Uffizied i celebri San Martino e il mendicante e il Laocoonte della National Gallery di Washington.

La cosa interessante di questa esposizione è quella di aver messo  a confronto il lavoro del pittore cretese con i grandi italiani. Vi è una sezione infatti in cui sono esposte opere influenzate dai grandi artisti italiani come Michelangelo, Parmigianino, Correggio, Tiziano e Tintoretto, evidenziando il dialogo tra El Greco e i suoi maestri italiani. Davvero un’idea geniale da parte dei curatori Juan Antonio García Castro e Palma Martínez-Burgos García, che ha dato modo ai visitatori di raffrontare stili, sensibilità e modo di vedere dei vari artisti a confronto.

Il Laocoonte opera tardiva e geniale

Straordinario l’allestimento della sala che va a chiudere la mostra in cui si ammira l’ultimo capolavoro di El Greco, il Laocoonte, opera tardiva e geniale, piena di misteriosi messaggi che ancora oggi rimangono segreti da svelare. Qui vediamo contrapporsi la maestosità della copia del gruppo scultoreo di Polidoro, Agesandro e Atenodoro di Rodi (fornita dall’Università di Pisa) all’intensità del dipinto di El Greco: inquietante con quelle figure innaturalmente allungate che si avvalgono dei forti contrasti di luce e colore. Un invito allo spettatore ad immaginare e a creare un nuovo e mitico discorso intorno alla vita e all’arte di questo grande pittore europeo.

La mostra di Francisco Goya

El Greco e Goya: Mostra Palazzo Reale Goya
Goya mostra Palazzo Reale – allestimento Studio Novembre – Ph. GoldenBackstage

Al piano terra del palazzo è situata invece La ribellione della ragione che propone l’intero percorso artistico di Francisco Goya sviluppato in un lungo periodo storico, saturo di cambiamenti e di avvenimenti politici, sociali e ideologici che diedero inizio a una nuova era della Storia. Ricordiamo che Goya visse la fine dell’Antico Regime, l’era dell’Illuminismo e della Rivoluzione Francese, le guerre napoleoniche, la restaurazione assolutista e l’esilio e questi eventi  si ripercuotono chiaramente nella sua arte. L’artista infatti attraverso i suoi dipinti, schizzi ed incisioni rappresenta quest’epoca turbolenta che sperimenta in modo completamente innovativo.

Pittura è un linguaggio rivoluzionario

Le sette sezioni tematiche di mostra ci fanno scoprirecome Goya ha saputo trasformare la pittura in un linguaggio rivoluzionario, in grado di rompere sia con le regole e i sistemi plastici stabiliti sia con l’imitazione dei modelli. La sua ultima pittura infatti non ha modelli, è l’espressione intima e irripetibile di un artista che crea l’arte rivoluzionandola, al tempo stesso, con un linguaggio nuovo. Molto forti le immagini che il pittore dedica alla corrida facendoci vedere quanto cruento sia questo evento che anche i Borboni di Francia dispezzavano. Sangue quando muore il toro e sangue quando a morire è il torero. Il pittore sembra tacitamente chiedersi anche lui “perchè?”. Ed è la stessa crudezza che Goya mostra anche nelle opere dedicate alla guerra.

E’ un tale genio che oltrepassa il campo specifico della sua arte. Egli giudica la storia dell’uomo con l’arcana potenza di una pagina biblica. La sua pittura è un verdetto inappellabile che s’avventa contro le cause stesse che scatenano la tenebra immonda della guerra, dove l’uomo si imbestia a massacrare il fratello. La sua potente visione scende nell’abisso e vorrebbe, con infinita generosità, sradicare il male dal mondo.  Maestro dell’arte moderna, Goya ha trattato gli orrori della guerra in quanto lui stesso testimone delle ingiustizie e delle sofferenze prodotte dalla guerra franco-spagnola. Possiamo sicuramente affermare che le sue opere anticipano di qualche decennio l’avvento della tecnica fotografica che avrebbe rivoluzionato la storia delle immagini e di conseguenza il rapporto tra sentimento popolare e guerra.

La mostra, curata da Victor Nieto Alcaide, è stata resa possibile grazie alla collaborazione con la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando e con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia e dell’Istituto Cervantes di Milano.

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