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L’origine della musica

Quando e come è nata la musica?

La Musica: Flauto di Pan
Flauto di Pan

Qualcuno di voi si è mai domandato quando e come è nata la musica? C’è qualche reperto preistorico che possa provare che tra i nostri progenitori ominidi ci sia stato qualcuno che abbia fabbricato qualcosa di somigliante a uno strumento musicale?

Gli uomini di Neanderthal sono una delle specie umane più affascinanti per quanto riguarda la nostra comprensione dell’evoluzione culturale e tecnologica. Recenti studi suggeriscono che potrebbero essere stati tra i primi a utilizzare strumenti musicali, come flauti fatti di ossa.

Il “flauto di Divje Babe” e “il flauto di Pan”

Uno degli esempi più celebri è il cosiddetto “flauto di Divje Babe“, un reperto archeologico scoperto in Slovenia. Si tratta di un femore di orso delle caverne, risalente a circa 50-60.000 anni fa, modificato con 4 fori e con un’estremità smussata. Analisi approfondite, come la risonanza magnetica, hanno confermato che la sua struttura era adatta alla produzione di suoni complessi, con una gamma di almeno cinque note.

Flauto Sloveno

Di recente poi La Stampa di Torino ha riferito di una sorprendente scoperta avvenuta poco tempo fa: “Ossa perforate trovate in Israele, potrebbero essere i più antichi strumenti a fiato della regione. I ricercatori suggeriscono che questi piccoli flauti potrebbero essere stati utilizzati per suonare musica, richiamare gli uccelli (in particolare i falchi) o comunicare a distanze brevi. Gli strumenti sono stati scoperti in un sito lacustre chiamato Eynan-Mallaha, che era abitato dai cacciatori-raccoglitori fino a circa 12.000 anni fa. I flauti, realizzati dalle ossa delle ali degli uccelli acquatici locali, mostrano segni di lavorazione umana e potrebbero essere stati utilizzati anche durante la caccia. Sebbene siano gli strumenti a fiato più antichi del Medio Oriente, in Germania sono stati trovati strumenti ancora più antichi fatti di osso e avorio”.

La Musica: Didgeridoo
Didgeridoo

La costruzione di un flauto con i fori, grazie ai quali con un’unica canna è possibile modulare vari suoni, chiudendo in maniera alternata i fori, rappresenta una evoluzione musicale enorme rispetto al Didgeridoo e al “Flauto di Pan”. Da ultimo, ricavare un flauto da un osso non è uno scherzo per nessuno, nemmeno per un moderno liutaio. Che umani di 55.000 anni fa avessero la conoscenza musicale e la capacità tecnica per realizzare un flauto con i fori ricavato da un osso, è quasi come vedere un carrarmato scorrazzare tra i dinosauri.

La musica è un segno di “civiltà”

La musica è uno dei più chiari segni di “civiltà” che da sempre accompagnano il genere umano. Una musica “evoluta” indica una civiltà altrettanto evoluta. I resti che man mano affiorano ci dicono senza ombra di dubbio che gli “umani” erano in grado di produrre musica 55.000 anni fa, e sapevano ancora farlo 12.000 anni fai. Poi è venuto “il buio”, per diverse migliaia di anni, e abbiamo a ripreso a suonare circa 5.000 anni fa.

Neanderthal

Il flauto di Divje Babe presenta fori allineati che suggeriscono una certa conoscenza della produzione di suoni armonici. Se fosse confermata l’origine neanderthaliana di questo strumento, ciò implicherebbe che i Neanderthal possedevano capacità cognitive avanzate per comprendere e creare musica. La musica, in questo contesto, non sarebbe solo un’espressione culturale, ma anche una forma di comunicazione e socializzazione. Oltre al flauto di Divje Babe, sono stati trovati altri reperti che potrebbero essere collegati alla musica preistorica, come strumenti a percussione e sonagli. Questi strumenti suggeriscono che la musica potrebbe essere stata una componente importante della vita sociale e spirituale delle comunità neanderthaliane.

L’uso di strumenti musicali da parte dei Neanderthal indicherebbe una forma di espressione culturale complessa. La musica potrebbe aver avuto ruoli rituali, educativi e sociali, contribuendo alla coesione del gruppo e alla trasmissione di conoscenze e tradizioni. In ogni caso, il flauto sloveno sembra non sia stato l’unico strumento musicale preistorico ritrovato. Resti simili sono stati scoperti in Germania (flauto di Hohle Fels), Austria (flauto di Isturitz), e persino in Italia (flauto di Fumane). Sebbene la datazione e l’attribuzione ai Neanderthal siano ancora dibattute in alcuni casi, questi ritrovamenti suggeriscono una diffusione diffusa di strumenti a fiato nell’Europa preistorica.

Cosa suonavano?

Impossibile dirlo con certezza. La struttura di questi flauti permette di ipotizzare melodie semplici, forse legate a rituali, imitazioni di versi animali o comunicazione. Un’ipotesi affascinante è che la musica avesse un ruolo nella coesione sociale del gruppo. Tuttavia, oltre al ritrovamento del flato, tracce di possibili strumenti a percussione, come martelli di osso o pietre, sono state trovate in siti Neanderthal. Anche l’uso di conchiglie come trombe è ipotizzato. Con quali implicazioni? Queste scoperte rivoluzionano la nostra comprensione dei Neanderthal. Non solo cacciatori-raccoglitori, ma anche individui capaci di espressione artistica e simbolica. La musica potrebbe aver avuto un ruolo importante nella loro vita sociale e culturale.

Musica attraverso una conchiglia

Inoltre, attualmente, non ci sono prove definitive che altri ominidi precedenti ai Neanderthal conoscessero la musica. Tuttavia, ci sono alcuni indizi intriganti che suggeriscono la loro potenziale capacità musicale: diverse specie di ominidi, come Homo Habilis e Homo Erectus, fabbricavano strumenti complessi già da 2 milioni di anni fa. Questa abilità manuale potrebbe aver favorito lo sviluppo di strumenti musicali. Non solo, altro quesito intrigante: questi ominidi erano in grado di cantare? La struttura anatomica della faringe di alcuni ominidi, come Homo Heidelbergensis, indica che possedevano la capacità di produrre suoni complessi simili a quelli umani, requisito fondamentale per il canto e la musica.

Infine, tracce di comportamenti simbolici, come la sepoltura dei morti e l’uso di ocra, suggeriscono che alcuni ominidi precedenti ai Neanderthal possedessero capacità cognitive avanzate che potrebbero aver contribuito allo sviluppo della musica. Nonostante tutti questi indizi, mancano prove concrete come strumenti musicali inequivocabili o resti archeologici che suggeriscano direttamente la produzione musicale.La scoperta dei flauti di Neanderthal ha aperto nuove ipotesi, ma la ricerca sulle origini della musica rimane un campo affascinante e ancora pieno di interrogativi.

La ricerca continua

Per concludere, alcuni ricercatori ipotizzano che la musica possa essere nata addirittura prima degli ominidi, con forme di proto-musica vocale o percussiva tra le prime scimmie antropomorfe. Senza dubbio è un’ipotesi suggestiva, ma per ora priva di prove definitive. La ricerca continua e future scoperte potrebbero aiutarci a svelare i misteri legati alle origini di questa forma di espressione umana così universale e coinvolgente.

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