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Le multe di “Atac”: storia di un’eccellenza romana

Parchimetro e multe sia Roma che a Helsinki, ma..

Un’eccellenza romana

Le multe di “Atac”: storia di un’eccellenza romana, che forse merita una riflessione e malgrado noi, un impietoso confronto con le multe finlandesi.

La sola cosa che funziona bene a Roma è il servizio degli ausiliari del traffico, quei signori e quelle signore, tutti vestiti di blu che controllano le auto in sosta sulle strisce blu.

Lo fanno con un tale impegno da aver raggiunto, il record di quasi 2mila sanzioni al giorno (1.765 per l’esattezza), pari circa a 38 milioni di euro incassati nel 2017 da Atac, l’azienda per i trasporti autoferrotranviari del comune, che quando vuole sa essere molto efficiente.

Il cittadino romano

Il cittadino tra traffico e tempo di sosta

Per il cittadino romano, scorretto, furbo o distratto che sia, non c’è scampo. Infatti, non solo deve pagare il non economico ticket orario, ma deve anche calcolare con precisione il tempo della sua sosta: se sbaglia a fare i conti, se impiegherà più del previsto dal dottore, se troverà fila all’ufficio postale, se uscirà dal lavoro più tardi del solito, troverà una multa, un po’ ridotta ma la troverà.

In formato cartaceo d’estate, custodita in una bustina di plastica durante l’inverno. Per evitare che si bagni e che qualcuno possa avere la scusa per non pagarla.

I parcometri funzionano bene

Per rendere ancora più efficiente il servizio multe, ormai uno dei fiori all’occhiello di quest’azienda e di questa città, sono stati persino riparati i vecchi parcometri (in una città le cose rotte vengono quasi sempre abbandonate al loro destino) e sono state adottate colonnine di ultima generazione che permettono di pagare anche con il bancomat o con la carta di credito.

Così nessuno potrà fare ricorso dicendo che non aveva monetine da inserire. E le multe ovviamente sono uguali per tutti.

Perché nel paese patria del diritto, e dei cavilli giuridici, nessuno ha mai voluto riflettere sul fatto che una sanzione fissa, uguale per tutti, non penalizza tutti nello stesso modo.

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Per le persone meno abbienti può rappresentare un danno economico, per i più ricchi la stessa sanzione può essere irrisoria al punto da non avere alcun effetto deterrente.

L’eccellenza finlandese

In Italia il problema non se lo è mai posto nessuno, in Finlandia, invece, lo hanno affrontato e risolto già nel 1921 applicando il criterio di progressività, “päiväsakko” in finlandese, non solo alle tasse sul reddito ma anche ad alcuni tipi di multe e ad alcuni reati come il furto, la resistenza a pubblico ufficiale e il vandalismo.

Nel 2002 un dirigente Nokia dovette pagare 116 mila euro per eccesso di velocità, un operaio della Nokia per la stessa infrazione avrebbe pagato una somma molto più bassa, calcolata in base al suo reddito.

Merito, probabilmente, del rigore luterano che domina l’etica nazionale di questo paese scandinavo da cui l’Italia non sembra voler prendere lezioni.

 Il modello finlandese potrebbe essere applicato a Roma?

I dirigenti di Atac, quindi, ma non solo loro, potrebbero ispirarsi al modello finlandese della “multa a giornata”, calcolata in base alla paga giornaliera del multato e rendere così più equo almeno il sistema delle contravvenzioni. Pensate il peso di una multa per un precario, come quello descritto nel libro di Marco Marino “Speravo che ovunque potesse essere casa”.

Troppo complicato? Troppo democratico? Forse, ma una vera democrazia è complicata almeno quanto parcheggiare a Roma sulle strisce blu e calcolare l’ora esatta in cui si torna a riprendere la macchina.

Dimenticavo che esiste una tariffa agevolata per chi lavora: otto ore costano al dipende, all’operaio o al commerciante “solo” 4 euro, ma se si trattiene mezz’ora in più in ufficio, in fabbrica o nel suo negozio, la multa la rischia e la deve pagare lo stesso.

Il suo capo certi rischi non li corre neppure perché ha un parcheggio privato!

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