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Cibo in 3D? La Spagna lancia la cucina di “sfericazione”

Cibo in 3D - Piatto
Cucina molecolare e cibo in 3D – By K.Petit

Cibo in 3D

Cibo stampato in 3D. Avete letto bene e non c’è da sorprendersi. Recentemente abbiamo parlato del cibo degli astronauti. A rigor di logica è più facile inventarsi nuove ricette qui sulla terra che là in cielo. O no?

Cibo in 3D una collaborazione tra ristorante e start up

È una collaborazione tutta spagnola quella nata recentemente tra il ristorante “Disfrutar”, nono posto nella classifica dei migliori cinquanta ristoranti al mondo, e la start-up “Nova Meat”, attiva nella ricerca e progettazione di macchinari per la stampa in 3D di alimenti.

Al momento riesce a produrre carne macinata, tonno e bocconcini di pollo. Il tutto, ovviamente, su base vegetale. Il processo richiede un’altissima tecnologia ed aggrega proteine vegetali mediante la microestrusione utilizzando, appunto, la stampa 3D.

Lo Chef Adrià propone la cucina di “sfericazione”

Il risultato è una “texture” simile a quella della “sostanza” animale.

I proprietari del Disfrutar, anche loro con un occhio rivolto al futuro tanto da aver messo a punto una procedura cardine per la cucina molecolare detta di “sfericazione”, inventata dal cuoco spagnolo Ferran Adrià, hanno subito accolto la sfida proposta dalla Nuova Meat.                                                                                                                              

L’idea sembra talmente vincente che anche il governo spagnolo ha deciso di intervenire finanziando la start up con una cifra importante affinché continui a perfezionare tecniche e macchinari. Una volta messa a punto questa tecnologia innovativa, gli esperti sono convinti che l’impatto in termini ambientali sarà meno invasivo rispetto ad oggi e garantendo inoltre una maggior sostenibilità verso l’ambiente nel lungo termine.

Buon appetito con microintrusione sfericazione e cellule

Indubbiamente queste innovazioni in cucina sono passi tanto importanti quanto ineluttabili poiché seguono il progresso. E’ evidente però, che ascoltare termini quali “microestrusione”, “sfericazione”, “coltivazione di cellule” nell’ambito di un luogo da sempre deputato al puro piacere del palato declinato in modo semplice e “naturale”, possa essere un po’ destabilizzante. Almeno per i buongustai “vecchio stile”.

Ad oggi l’idea che dietro i fornelli, oltre alla presenza di un signore vestito in bianco con un grande cappello in testa, si affianchi di fatto la figura di un asettico ingegnere che sembra uscito da un film di fantascienza, potrebbe forse “raffreddare” i più d’uno.

Nel bene e nel male

Ma questo, ribadiamo, è il progresso, nel bene o nel male. Probabilmente, da come si stanno evolvendo i gusti a tavola, si evolverà anche la percezione che si ha del cibo. Alla fine, una bistecca vegetale verrà sempre più accettata magari senza nemmeno la necessità di dover imitare le forme tipiche dell’alimento che riproduce.

Comunque, se passate da Barcellona, fateci sapere.

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