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C’è Fobia e fobia, ma c’è anche la soluzione per uscirne fuori

Fobia - ragazza che ha paura
Paura di tutto

Fobia e disturbi fobici

Dopo aver trattato il Disturbo da Panico vorrei proseguire affrontando ora i cosiddetti disturbi Fobici.
Questi ultimi, come i precedenti, rientrano nell’area dei disturbi d’ansia e rappresentano ad oggi uno delle cause più comuni di sofferenza che affliggono la popolazione e che richiedono sempre più spesso un intervento psicoterapico.
I disturbi Fobici possono essere distinti in due gruppi (secondo il DSM):

  • Fobia Specifica
  • Fobia Sociale

La fobia specifica

La Fobia Specifica è caratterizzata da un timore eccessivo e inadeguato conseguente all’esposizione ad uno specifico oggetto o situazione. Il soggetto sperimenta paura, repulsione, disgusto e spesso mette in atto condotte di evitamento sproporzionate alla reale pericolosità dello stimolo. Se il comportamento di evitamento è rivolto a uno stimolo di facile reperimento può diventare altamente invalidante. L’esposizione allo stimolo fobico può diventare talmente penosa da generare reazioni spropositate che vanno dal blocco psicomotorio (freezing) all’azione violenta ingiustificata.
Tra le più comuni fobie specifiche troviamo:

Fobia - ragni
Aracnofobia
  • La fobia di animali (l’aracnofobia (paura dei ragni) è tra le prime in questa categoria);
  • Quella del sangue (in cui rientrano anche la paura degli aghi);
  • La fobia degli agenti atmosferici (oltre alla paura dei tuoni, pioggia e lampi in questa categoria rientra anche la Nictofobia (paura del buio));
  • Fobia dell’altezza;
    La Fobia Specifica spesso si attenua con l’età ma se non affrontata può diventare cronica.

La fobia sociale

La fobia Sociale è un disturbo caratterizzato dalla paura e dall’evitamento di quelle situazioni dove si è esposti più facilmente al contatto e al giudizio degli altri. Generalmente si evidenzia nella fascia di età 15/20 anni dove il contatto con l’ambiente sociale aumenta. Anche questo tipo di fobia porta spesso all’evitamento per contenere le emozioni di paura, rabbia vergogna e impotenza che possono insorgere in tali circostanze. Spesso i soggetti che debbono confrontarsi con questa tipologia di fobia mentalizzano anticipando pensieri disfunzionali del tipo: “nessuno mi rivolgerà la parola”; “Sarò respinto e rideranno di me”; “mi capiterà qualcosa di spiacevole”, ecc.

La psicoterapia tratta efficacemente entrambe le fobie

Entrambe queste tipologie di fobie possono essere trattare in maniera efficace in psicoterapia. Il modello cognitivo-comportamentale che eziologicamente riconduce queste manifestazioni a comportamenti appresi secondo i principi del condizionamento classico (Pavloniano) e operante (Skinneriano) ha dato buoni risultati nel trattamento. La desensibilizzazione è alla base di questo approccio.  Lo stimolo viene presentato in diverse fasi all’individuo. Il soggetto, essendo egosintonico, quindi perfettamente in grado di capire che la paura è sproporzionata rispetto alla reale pericolosità dell’evento piano piano riesce a controllare sempre meglio gli aspetti disfunzionali.

L’ipnosi rappresenta una soluzione

L’ipnosi in quest’ottica ha dei vantaggi evidenti soprattutto lì dove il soggetto, anche se inizialmente ben disposto al trattamento, non riesce ad affrontare la presenza dello stimolo in nessun modo. Con l’induzione Ipnotica si procede nel modificare alcune caratteristiche dello stimolo rendendolo comunque sempre riconoscibile al fine di poterlo presentare e renderlo in questo modo presente al soggetto e quindi alla sua esperienza. Si parte dall’individuare sia quelle caratteristiche che rendono l’oggetto o la situazione insopportabili, sia quelle caratteristiche non disturbanti che però rimangono peculiari nel suo riconoscimento. Da questa prima analisi si strutturerà un primo intervento di mentalizzazione che porterà alla successiva induzione ipnotica volta alla presentazione dell’oggetto/situazione.

Esempi di intervento tramite ipnosi

Per fare un esempio, se un soggetto aracnofobico non riuscisse più a spostare oggetti in terra per la paura di trovare la presenza di ragni, e si dovesse individuare come elementi significativi insopportabili il colore e la grandezza, potremmo in ipnosi gestire la presentazione modificando solo questi due parametri lasciando inalterati gli altri (es.: numero di zampe, forma, ecc.). Potremmo in alternativa agire anche sulla percezione della distanza dallo stesso in maniera che la dimensione rimanga inalterata in termini percettivi ed eventualmente, dopo un primo periodo di assestamento, far esperire già un primo eventuale avvicinamento al fine della desensibilizzazione finale.

Per quanto riguarda la fobia sociale, dove lo schema cognitivo disfunzionale dominante è costituito dalla tendenza irrazionale a vivere gli altri come ipercritici e disapprovanti, potrebbe essere utile ad esempio, utilizzare l’ipnosi al fine di far esperire al soggetto inizialmente solo la presenza esclusiva di persone conosciute e fidate (familiari, amici, ecc.) e solo in seguito permettere il sopraggiungere di altri.


Ovviamente queste sono solo alcune delle possibili azioni che possono essere messe in atto durante il processo di psicoterapia ad indirizzo ipnotico. Una terapia veramente efficace (di qualsiasi indirizzo essa sia) non deve mai dimenticare che alla base del trattamento deve essere sempre e comunque messa l’esigenza specifica e le caratteristiche individuali di ogni singolo paziente.

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