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Arte di genere: ogni giorno, ogni donna….

Un’immagine della performance di Valerie Cecilia Maden in Piazza Indipendenza a Firenze

Arte di genere: ogni giorno, ogni donna… Queste le frasi ripetute come un mantra, in questo scritto approfondito che spiega l’arte di genere. Donna o donne del 2020, che ancora devono in qualche modo tenere alta l’attenzione su di loro. L’arte ha però la “potenza” di imporre immagini e pensieri.

Arte di genere: la consapevolezza

Sebbene nel suo piccolo, l’arte gioca un ruolo fondamentale nell’acquisizione della consapevolezza del nostro ruolo nel mondo, delle equità e ingiustizie che si trovano nell’ambiente che ci circonda. È un angusto ma dorato spazio di libertà personale all’interno del quale chiunque può urlare a squarciagola il messaggio che intende conferire all’opera, di qualunque natura essa sia.

Ogni giorno, ogni donna…

Ogni giorno, ogni donna, in maniera subdola o esplicita, subisce un’azione di oppressione perseverante che rischia di mortificare e sminuire l’effettivo valore della persona; ogni giorno, ogni donna, si ritrova a giocare una partita il cui risultato è già stato truccato in partenza; ogni giorno, ogni donna, deve faticare il doppio per condurre una vita all’apparenza quieta e soddisfacente. Ma in che modo l’arte cerca di sensibilizzare questa tematica? Che cosa significa esattamente essere donna nel 2020?

Valerie donna del 2020. Arte di genere e di coscienza

Arte di genere: ancora Valerie Cecilia Maden in Piazza Indipendenza a Firenze

Una ragazza afferra una sedia, si avvicina ad un cumulo nauseabondo di sigarette fumate, si siede. Ecco le bruciature, ecco il vizio dannoso ma irresistibile al quale l’uomo non può rinunciare, ecco la mercificazione. La donna inizia a cospargere il suo corpo, il suo viso, di vernice rossa… e allora ecco il sangue della violenza che scorre a fiotti suoi nostri corpi frementi. È con questa performance che la giovane artista Valerie Cecilia Maden entra prepotentemente nella nostra coscienza e non la abbandona più, nell’atto di rappresentare simbolicamente la disuguaglianza di genere che caratterizza la cultura in cui siamo immersi fin dalla nascita e oltre.

La ricerca all’interno dell’animo

Valerie Cecilia Maden per la mostra “L’Estroverso” a Palazzo Ducale di Genova

La sua ricerca nell’ambito della complessità dell’animo umano non si ferma qui. Già nel corso della mostra collettiva L’Estroverso, tenutasi dal 15 al 29 novembre a Genova- Palazzo Ducale, Valerie aveva avuto modo di esporre alcuni ritratti antropomorfi dai visi cancellati, segno della fragilità dell’essenza umana, sempre in continua evoluzione.

Tecniche artistiche uso amplificatore

Questo è solo uno degli approcci attraverso i quali le diverse tecniche artistiche cercano di fungere da amplificatore per i segni di protesta che giorno dopo giorno crescono e si espandono. Molto spesso ciò che succede è che la gravità della situazione diventi drammaticamente cristallina solo a chi effettivamente ne risulti vittima, di qualsiasi tipo sia la discriminazione. Solo le donne, solo le artiste possono soffiare la vita all’interno delle loro opere di tematica attuale. Solo le donne sono veramente consapevoli di quanto sia difficile vivere nel mondo al giorno d’oggi e sentirsi costantemente sotto controllo.

La parità di genere

Secondo la definizione del Winning Women Institute, “la parità di genere è intesa come l’assenza di ostacoli alla partecipazione economica, politica e sociale di un qualsiasi individuo”. Situazione ideale che non è ancora stata raggiunta a livello globale e che prorompe con grande forza all’interno degli obiettivi stabiliti dalle Nazioni Unite nell’ambito dello Sviluppo Sostenibile.

Al quinto punto dell’Agenda ONU 2030 è infatti possibile riscontrare la volontà di colmare le lacune tutt’ora presenti nella società mondiale e per cui milioni di donne hanno lottato e continuano a farlo.  

I progressi anche dal passato

Non sarebbe corretto evitare di far riferimento ai progressi raggiunti in questo contesto a partire dal secolo scorso, iniziando dall’ottenimento del suffragio femminile nei diversi Paesi del mondo, i quali dal primo decennio del Novecento ai giorni d’oggi proseguono in un cammino di costante lotta e acquisizione. Da citare è il referendum italiano che il 2 giugno del 1946 diede la possibilità a uomini e donne, a pari livello, di decidere la forma di stato che l’Italia avrebbe assunto dopo il termine della Seconda guerra mondiale. Raggiungimento  confermato nel 1947 nel testo della Costituzione (art.3).

Anche l’Oscar cambia le regole

Estremamente recente è anche la decisione da parte dell’Academy Award, responsabile dell’organizzazione della serata dei Premi Oscar, di “cambiare le regole del gioco”. Lo scopo è di renderle maggiormente inclusive. Nello specifico è stata imposta la norma di assumere attori e di includere tematiche di sceneggiatura che ineriscano al contesto delle minoranze etniche, sessuali, di genere e fisiche. Un cambio di rotta che sembra far breccia nel grande pubblico. Ma basterà a sanare l’immensurabile disparità tra i due mondi?

Nonostante gli sforzi, in gran parte del globo terrestre si riscontrano ancora rallentamenti nel raggiungimento della parità di genere in molti ambiti. Sempre maggiori e fortemente presenti sono i casi in cui le donne si ritrovano a vivere una realtà infernale. Difficoltà ad accedere all’istruzione, sfruttamento sessuale e tratta di esseri umani, divergenze salariali e occupazionali tra i due sessi, per citarne alcuni esempi.

Arte, artisti e un “arduo cammino”

La vetta è dura da raggiungere. Il cammino è arduo e spesso interrotto, ma come in ambito sociale, politico ed economico si sta cercando di lottare per raggiungerla, così nell’arte molti artisti stringono i denti ed esprimono a gran voce la loro opinione a riguardo.

Certamente alcune cose sembrano migliorate, soprattutto per l’universo femminile occidentale, ma parlare di pari opportunità è, per il momento, quanto meno azzardato, se non del tutto ipocrita o falso. Almeno fin quando esisteranno i vergognosi e inequivocabili segni di una perdurante subalternità e secondarietà della donna nei confronti dell’uomo, sarebbe doveroso (…) parlare del misconosciuto o fantasmatico “pianeta donna”.

Questo è il modo in cui Roberto Guerrini, pittore genovese, introduce il viaggio di inaugurazione della mostra collettiva Cromosoma XX, nella quale dieci artiste donne hanno proposto le loro opere catalizzatrici della forza femminile in tutte le sue forme (CAD – Creativity Art Design di Palazzo Saluzzo, Genova, 21 maggio – 4 giugno 2020).

Sarà un lento e capillare percorso in salita

C’è ancora moltissima strada da fare, ma non c’è fretta, sarà una lunga resistenza per raggiungere uno scopo idilliaco. Quando una donna potrà camminare per strada senza sentirsi a disagio. Quando sarà in grado di scegliere come condurre la propria vita. Quando avrà la possibilità di sentirsi a tutti gli effetti indipendente. Quando non ci sarà più bisogno di far scoppiare l’arte di rabbia per esprimere l’insofferenza … ecco forse allora il vero fine sarà stato conquistato. O forse è proprio questa costante tensione umana che non farà mai cessare la volontà di lottare per qualcosa. I tempi stanno cambiando, ma è un “lento e capillare percorso in salita”.

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