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Un “Piano Estate” da adottare e far crescere

Il Piano Estate della Scuola

Piano Estate: Corpo della scuola
Un Piano Estate coerente

Mentre la stagione – almeno a nord di Roma – si presenta ancora meteorologicamente incerta – la Scuola un piano ce l’ha: il “Piano Estate”, che s’inserisce nel programma nazionale “Scuola e competenze” del Ministero dell’Istruzione e del Merito, teso ad ampliare e sostenere l’offerta formativa attraverso azioni finalizzate a promuovere per un biennio i percorsi di apprendimento, l’aggregazione, l’inclusione e la socialità degli studenti, nel periodo della sospensione estiva delle lezioni.

Scuole aperte d’estate

L’iniziativa, rivolta a tutte le Istituzioni scolastiche statali e paritarie del primo e del secondo ciclo d’istruzione, prevede un importante stanziamento complessivo di risorse finanziarie e si propone di aprire le scuole in estate, contando sulla disponibilità degli Insegnanti interni, su collaborazioni plurime o su interventi di Associazioni e Cooperative del Terzo Settore,  avvalorando quella sinergia con le realtà associative del Territorio che richiama uno dei principi fondamentali dell’autonomia scolastica: il passaggio dalla concezione della scuola come apparato centrato sulla rigidità burocratica e organizzativa ad un sistema scolastico capace di decentramento e di flessibilità, in cui accanto alla legittimità delle azioni diventa fondamentale la responsabilità dei risultati.

Allora, qual è il problema?

Le considerazioni meteorologiche

Iniziamo con il profilo basso delle considerazioni meteorologiche con le quali ho avviato l’articolo. Nonostante, come ho evidenziato, in diverse regioni del Paese le temperature siano ancora mitigate dal maltempo, da alcuni anni l’estate si presenta rovente, quindi, diventa sempre più disagevole la permanenza negli ambienti scolastici, ancora generalmente inadeguati per quanto riguarda i sistemi di ventilazione interni e i condizionatori d’ambiente, soprattutto nel caso si tratti di palazzi storici o di edifici che non godano di condizioni strutturali idonee.

Sicuramente il Piano Estate consente momenti di aggregazione da svolgere all’esterno dei locali scolastici, ma se vogliamo opportunamente rafforzare il ruolo della scuola anche dal punto di vista della didattica delle discipline e non solo come agenzia educativa, in nome di quegli apprendimenti che il Piano stesso si prefigge di sviluppare, le attività devono poter essere effettuate nei locali scolastici, non necessariamente coincidenti solo con le aule, ma anche con gli spazi polivalenti presenti nelle scuole.

La tempistica dell’Avviso ministeriale

Per quanto concerne la tempistica di adesione all’Avviso ministeriale, di certo qualche criticità si è presentata. Innanzitutto, la possibilità di candidatura al Piano da parte delle Istituzioni scolastiche e la proroga del termine per la presentazione sono arrivate rispettivamente negli ultimi mesi e a conclusione dell’anno scolastico: in periodi, quindi, particolarmente densi di adempimenti, sia ordinari che straordinari – come la non semplice gestione dei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – e pertanto non molto felici per l’organizzazione della “squadra” interna o esterna da impegnare nel Piano Estate, dal punto di vista della motivazione all’adesione e della costruzione del percorso organizzativo.

Anche quando, come è avvenuto nell’Istituto di cui sono Dirigente Scolastica, la disponibilità degli Insegnanti è tempestivamente emersa come un lodevole valore aggiunto, le operazioni burocratiche sono state decisamente impegnative. In alcune realtà scolastiche, inoltre, il Piano Estate ha dovuto fare i conti con l’esiguità del personale di Segreteria e dei collaboratori scolastici, per non parlare delle Istituzioni coinvolte nel processo di dimensionamento.

Scuola e non Centro Estivo

La scuola non può mai, anche con più di trenta gradi di temperatura, diventare un Centro Estivo, dunque è doveroso garantire sempre qualità e tempi adeguati di organizzazione per costruire un’offerta formativa che, pure in una cornice più ricreativa e ludica, non rinunci ad assumere un autentico significato didattico. Solo in questo modo il rinforzo e il potenziamento delle competenze linguistiche, disciplinari, relazionali e sociali dei nostri alunni, potrà andare di pari passo con il sostegno alle famiglie, soprattutto quando le esigenze lavorative dei genitori o particolari problematiche socio economiche trovano nella scuola un prezioso punto di riferimento.

È, quindi, un Piano Estate, ormai decollato, quello cui auguriamo un volo in cui si presentino sempre meno turbolenze: proprio come quest’estate che, almeno nella mia regione, può solo migliorare.

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