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Un patto di corresponsabilità senza fine

Un Patto di corresponsabilità e la sovrapposizione degli impegni

Patto di corresponsabilità: prova di educazione stradale

Lo scorso 8 febbraio mi sono trovata ad affrontare uno dei problemi – sicuramente non il più oneroso ma tra i più frequenti – che i dirigenti scolastici incontrano nella quotidianità del servizio: la sovrapposizione degli impegni. Un “conflitto” per altro semplice da risolvere proprio perché irrisolvibile; occorre solo scegliere una strada e, se possibile, delegare l’altra al personale di staff. Quel giorno, infatti, avrei dovuto trovarmi contemporaneamente al tavolo telematico dell’importante cabina di regia di una progettazione educativa di portata cittadina e a Palazzo Ducale di Genova per la cerimonia di premiazione di alcune classi genovesi di scuola primaria, tra le quali la quinta C del Plesso Foglietta del mio Istituto, nell’ambito del “Premio Picasso”, intitolato ad una giovane mamma rimasta vittima di un incidente stradale mentre guidava un monopattino.

Dove mi ha portato il cuore

Naturalmente sono andata dove mi ha portato il cuore, al Ducale, nel Salone del Maggior Consiglio, dove gli Organizzatori – il Comune di Genova, lo studio legale Sguerso di cui Federica Picasso era dipendente, e la Fondazione Onlus Michele Scarponi – hanno presentato e premiato i lavori delle classi, tutte presenti sotto l’occhio lucido ma vigile dei loro emozionatissimi insegnanti. Come era già lo scorso anno, nel corso della prima edizione del Premio, è stato efficacemente scongiurato il rischio di limitarsi al riconoscimento di “performance da podio”, trasformando, invece, in una festa la presentazione dei diversi percorsi didattici centrati sull’educazione stradale, finalizzati a sviluppare una mobilità sempre più sicura e a misura di cittadino, anche giovanissimo.

Bimbincittà

“Bimbincittà: mi muovo sicuro nel mio quartiere” è il tema su cui le singole scuole hanno elaborare grafici, testi e video, dimostrando, come ha comunicato il Rappresentante dello Studio Legale, ideatore e organizzatore del Premio, che i bambini affrontano il tema della mobilità sostenibile non solo tra di loro ma anche con le famiglie, in una prospettiva, quindi, intergenerazionale, che amplia la portata del messaggio estendendolo all’intera Città. Il Premio, dedicato alla memoria di una mamma con spiccate qualità umane, è nato nell’ottica di garantirne la continuità pensando anche alla figlia di Federica, alunna della scuola primaria, con l’obiettivo irrinunciabile di ridurre il più possibile il numero delle tragedie stradali.

Un percorso di educazione: civica e stradale

Nel corso dell’evento, gli interventi hanno richiamato l’importanza di inserire un percorso di educazione stradale nell’impianto curricolare delle scuole, ma, a questo riguardo, ritengo opportuno mettere in evidenza che l’argomento non debba essere  affrontato in forma specialistica, come un contenitore di regole di comportamento, bensì, come evidenziato, in quanto parte integrante dell’educazione civica, con particolare riferimento alla conoscenza dell’ambiente in quanto spazio fisico, psicologico, culturale, sociale, nella consapevolezza dell’importanza dell’osservanza delle regole nei rapporti interpersonali. Fondamentale è la collaborazione con la Polizia Stradale, che si è impegnata ad intervenire nelle classi per sensibilizzare gli alunni al rispetto delle regole legate alla circolazione stradale, attraverso la scoperta di segnali e simboli per la sicurezza sulle strade, anche se attraversate a piedi.

Il “pedibus”

Proprio su quest’ultimo tema si è svolta la seconda premiazione, che ha coinvolto gli Istituti Comprensivi individuati per le pratiche virtuose messe in atto, in particolare il “pedibus”, che è una specie di autobus formato da gruppi di bambini che si recano ogni giorno a scuola a piedi accompagnati da due genitori, un “autista” davanti e un “controllore” che chiude la fila. Si tratta di un’opportunità, ecologica e divertente, molto diffusa negli altri Paesi e in via di espansione nelle scuole italiane, che non solo viene incontro alle esigenze organizzative delle famiglie, ma limita l’uso delle auto con il conseguente miglioramento della qualità dell’aria, sviluppa l’attenzione degli alunni al corretto attraversamento delle strade, concorre a favorire la scoperta del quartiere e promuove la partecipazione alla vita scolastica incrementando la conoscenza e il dialogo tra i genitori.

Un patto di corresponsabilità

 Nella meravigliosa cornice di Palazzo Ducale è emerso, infatti, che se i più giovani sono i primi destinatari dell’educazione stradale poiché già protagonisti della strada che percorrono come pedoni, ciclisti, alla guida di ciclomotori e monopattini, fondamentale è la testimonianza degli adulti, nella sottoscrizione di un Patto di corresponsabilità di cui mamma Federica continua e continuerà a trasmetterci il valore e la forza che supera il tempo e la vita stessa.

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