“A.I.” così vicina e così lontana appare!
Gli esperti di A.I.
Volete sentir tessere le lodi del cervello umano? Facile, basta rivolgersi agli esperi di A.I. (intelligenza artificiale). Nonostante i brillanti risultati raggiunti, come ad esempio le macchine che eguagliano o addirittura superano gli umani nel riconoscimento facciale o che riescono a vincere agevolmente nei giochi da tavolo o ancora che inseriscono la freccia quando è necessario, gli esperti non fanno tuttavia che ammirare le capacità del cervello umano il quale riesce ad adattarsi rapidamente a qualunque situazione, impara velocemente ed è dotato di facoltà ancora tutte da scoprire.
Lente e senza fantasia
Diciamolo, le macchine sono lente nell’apprendimento, non hanno fantasia e comunque hanno bisogno di un lungo tirocinio per imparare qualsiasi cosa. Possiamo quindi affermare con una certa ragionevolezza che i tanto decantati successi sono in realtà molto limitati.
I ricercatori che si dedicano allo studio dell’IA vorrebbero ottenere sistemi in grado di raggiungere e superare i livelli dell’intelligenza umana.
Un esempio potrebbe essere costituito da una piattaforma social capace di andare oltre il semplice riconoscimento di immagini reperendo altri dati con quella che noi definiamo “arguzia”.
Le macchine, pur “imparando” con minori input, dovrebbero essere in grado di fornire maggiori risultati.
I limiti della A.I.
Immaginate una decisione che implica pene detentive o quelle per accordare i prestiti: gli umani non si accontentano di ottenere una semplice risposta, è importante conoscere anche il ragionamento che ha generato una determina scelta. Nel mondo nostro mondo è possibile chiedere “lumi” ma la stessa cosa non si può fare con una A.I..
Il gruppo di ricercatori che si occupa di questa problematica è vastissimo, e da un po’ è anche sorta la domanda se sia utile, per avere una IA simile a quella dell’uomo, se sia necessario rivoluzionare addirittura i device attualmente in uso. Le ricerche in questo senso sono estesissime e i risultati che via via prendono forma sono piuttosto significativi: l’auto miglioramento, la fantasia, il buon senso sono qualità che anche le macchine stanno già sviluppando, anche se agli stadi embrionali.
Interesse ciclico
L’interesse per l’A.I. è ciclica: ci sono momenti di estremo interesse e tempi di completo disinteresse, che si alternano con periodicità quasi cronometrica.
In questo momento ha una forte “ascesa” la tecnologia delle reti neurali: strutture formate da “unità base” di calcolo connesse tra loro. Migliaia di neuroni impiegati nella soluzione di problemi non riconducibili a regole esplicite, ottengono risultati molto interessanti.
L’aspetto fondamentale è che le reti neurali non sono anticipatamente fissate ma si adattano mediante una serie di tentativi alla situazione da risolvere.
Se assistiamo ad una conferenza sull’A.I., assistiamo subito ad un lato comico: quando vengono presentati gli errori, anche grossolani, commessi dalle reti neurali.
Ciò rivela che la loro conoscenza è molto superficiale e gli schemi riconosciuti sono spesso avulsi dagli oggetti fisici. Una soluzione è quella di limitare deliberatamente la capacità della rete di rappresentare il mondo in modo tale da obbligarla a selezionare solo gli elementi più importanti. Successivamente i fattori limitanti vengono rimossi in modo che la rete possa includere anche gli “oggetti secondari” inibiti in un primo tempo.
La coscienza
Così si cerca di dare alle macchine proprietà tipiche della coscienza dell’uomo anche se non sappiamo, in fondo, cosa sia la coscienza.
Potremmo dire che è la capacità (umana) di creare modelli del mondo circostante e sarebbe quindi essenziale trasferire questa proprietà a tutti i sistemi di A.I..
Non esiste ancora una macchina di A.I., ma ci sono promettenti ed incoraggianti indizi che ci lasciano sperare in un prossimo futuro.
L’Intelligenza Artificiale è più vicina di quanto si possa immaginare benchè ancora lontana.