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Con “Cujo” affonda anche un “pezzo” di storia

Quella motonave era anche parte della mia vita!

Cujo: Lady D
Lady D fotografata sul Baglietto Cujo

Motor yacht Cujo

Un fatto di cronaca estivo mi colpisce personalmente e dato che si tratta del mio mondo, quello degli yachts, ho deciso di cambiare l’articolo che volevo scrivere per i lettori di Globe e ho voluto dare la mia testimonianza con questo pezzo che mi coinvolge da vicino.

La storia del Motor yacht Cujo

La storia del Motor yacht Cujo, affondato in acque francesi verso le ore 12:30 al largo del porto di Beaulieu, parte da lontano. Esattamente nel 1975 a Varazze dove avevano sede i famosi Cantieri Baglietto, fondati dall’ Ing. Pietro Baglietto detto “U Muntagnin” che nel 1881 costruì nell’orto di casa la sua prima barca e da lì, per quattro generazioni, i Baglietto sono stati tra i più conosciuti e apprezzati cantieri italiani e non solo.

Cujo: Ing. Baglietto
Il secondo da sinistra è l’Ing. Pietro Baglietto

I cantieri Baglietto svilupparono tecniche e innovazione per decine d’anni, lavorando per il settore Militare che si sa porta spesso a risultati eccezionali. Negli anni delle due guerre sviluppò diversi progetti tra cui i Famosi Barchini tanto temuti dalla Flotta Inglese e i memorabili MAS, acronimo di Motoscafo Armato Silurante.

L’idroplano costruito negli anni’30 nei cantieri Baglietto

Negli anni 30 progettarono persino un Idroplano, di cui sotto una rara fotografia.

Cujo: idroplano

Nel contempo i progettisti di Baglietto costruivano barche a vela, tra cui la Spina il primo 12 M classe internazionale fatto in Italia, varie barche a vela che grazie alla qualità e design si affermavano sui campi di regata di tutta Europa.

Alla fine del conflitto Baglietto riversò il suo Know-how nella costruzione di barche considerate allora da sogno e che ancora oggi sono ambite da collezionisti. Parlo dei famosi Elba, Ischia, Supe ischia che ancora oggi a distanza di 60 anni si possono vedere ancora in qualche porto come Antibes, Cannes Porto cervo.

All’inizio degli anni 70 arriva presso i Cantieri Baglietto un americano, importatore della Porsche in California. Si chiamava John von Neumann e da quell’anno divenne uno dei più accaniti e fedeli clienti di Baglietto nel mondo. JvN, lo chiamerò cosi perché sui suoi Yachts capeggiava sempre il suo nome in sigla JvN, oltre a due altri tratti distintivi di cui vi parlerò dopo.

Il Primo yacht fatto costruire da JvN fu il Geronimo, un Baglietto 16:50, in parte costruito secondo le richieste dell’armatore… dopo poco nacque un motoscafo che per anni fu la più invidiata nel porto di Saint Tropez e parliamo del Baglietto 20 M Cochise.

Cochise esposto al Salone Nautico di Genova nel 1975

Le Barche del Barone

Le Barche del Barone JvN, si era barone, dovevano essenzialmente avere tre caratteristiche inviolabili:

  1. Essere le più Veloci.  
  2. Essere riconoscibili, da cui il colore Grigio Militare che contraddistinse sempre le barche, la tuga asimmetrica era una vera anomalia e novità di quegli anni.
  3. Avere il nome di un capo Indiano Pellirossa

Negli anni JvN ebbe vari Baglietto:

1 Geronimo

2 Cochise (Cujo)

3 Tazah

4 Black Hawk

5 Nachite

6 Chato

Una nota sul M/Y Chato sul quale mi pregio di aver lavorato, fu varato nel 1986, a distanza di ben 37 anni resta uno degli yachts più veloci di sempre con i suoi 62.5 Nodi, una bellezza data dalle sue forme e dimensioni, Chato era ben 26 M e dalla tecnologia all’epoca il meglio del meglio della nautica mondiale.

Cochise (Cujo)

Ma torniamo a Cochise, che superava la bella velocità di 40 Nodi, Il suo scafo derivava direttamente dalla Classe Meattini, che fu apprezzata Motovedetta costruita e progettata da Baglietto, ma anche da altri cantieri e fornita per decenni alla Guardia di Finanza.

Il Cochise passò di mano diverse volte, in quanto Mr. JvN ogni 4/5 anni faceva costruire una barca nuova, da Adnan Khashoggi, che poi lo cedette a suo nipote il famoso Dodi al Fayed, “paparazzato” più volte su Cochise ora chiamato Cujo con la sua famosa fidanzata, la Principessa Diana, sia in Italia che sulla Costa Azzurra.

 Cujo aveva già subito diversi refitting negli anni e si presentava in ottima forma, ma da quando era divenuto proprietà della famiglia Al Fayed, era sicuramente il M/Y più fotografato del mondo.

Dopo i drammatici fatti e la morte di Dodi e Diana, il Cujo entrò in uno stato di oblio, dimenticato in un capannone, fu acquistato qualche anno fa ad un’asta parigina per poche centinaia di migliaia di Euro.

Cujo: la storia che affonda

Rivenduto a una facoltosa famiglia Italiana e dopo un costoso refitting il M/Y Cujo da qualche anno era tornato in splendida forma, grazie alla sapienza ed esperienza dei cantieri CARM di Lavagna. Purtroppo la scorsa settimana tra noi del settore, è arrivata questa triste notizia che verso le ore 12:30 al largo delle coste francesi ed in particolare del Porto di Beaulieu, il M/Y CUjo lanciava un MAY DAY a seguito dell’urto con un oggetto galleggiante. Si era aperta una profonda falla nello scafo e la barca stava affondando. Immediatamente sono giunte in soccorso le unità Guardia Coste francesi che hanno tratto in salvo tutti gli occupanti ma tristemente si doveva constatare l’affondamento dello yacht.

Con l’affondamento di Cujo (ex Cochise) SCOMPARE UNA ICONA DEL MONDO DELLA NAUTICA MONDIALE. Per un marinaio l’affondamento di una barca è sempre un fatto triste, se poi la barca

è una barca di cui conosci la storia, ne conosci le specificità, ne hai conosciuto i Comandanti per due anni il mio amico Aldo Rebagliati, beh questa storia, lascia davvero il segno.

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