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Immortalità? Il sottile confine tra scienza e utopia (1)

Immortalità - Copertina
Il sogno della vita senza fine – By E.Meseguer

Immortalità?

Immortalità possibile o no? Un argomento delicatissimo, religioso e filosofico. Dalla Bibbia a Platone. Dalla scienza medica ai visionari sognatori. Da sempre un tema insoluto e ricercatissimo. Noi ci limiteremo ad analizzare quello che sta accadendo nel mondo, attraverso i principali progetti in evidenza nella cronaca dei nostri giorni. Fotografiamo i fatti e ve li sottoponiamo in questo articolo. Oggi la prima parte, se volete domani troverete il seguito. È un tema delicato e lasciamo a voi le vostre idee e la vostra presa di coscienza.

Visionari di ieri e di oggi

Tra gli anni ’50 e ’70, gli scrittori di fantascienza erano il tramite per esplorare un futuro ancora avvolto nella nebbia.  Scienziati o semplici sognatori, descrivevano mondi remoti, società aliene, tecnologie incredibili.

Oggi, mentre parecchie visioni di allora si sono concretizzate, emergono nuovi soggetti ad indicarci il domani. Si tratta di realtà industriali e tecnologiche i cui risultati aprono scenari inimmaginabili indagando lo scibile a 360 gradi.

I loro fondatori non hanno certo bisogno di presentazioni, ma forse non tutti sanno che i vari Steve Jobs, Elon Musk, Mark Zuckemberg … costituiscono il “pinnacolo” visibile di un iceberg molto più esteso. Esiste infatti un altrettanto nutrita schiera di personalità meno note o addirittura sconosciute al grande pubblico che operano con lo stesso successo in termini di risultati.

Il sogno dell’immortalità ha un listino prezzi

Consideriamo ad esempio uno dei sogni più antichi dell’uomo. L’immortalità. Sino ad oggi, il principale tentativo per vivere in eterno era costituito dall’ibernazione.

Chi non pensa immediatamente a Walt Disney?

Questa pratica è attualmente commercializzata con costi variabili: negli USA l’intero corpo può essere preservato spendendo tra i 160 e 200 mila dollari mentre, per la sola testa, circa 80 mila dollari. Esiste però una società russa il cui listino è notevolmente più contenuto.

Queste aziende si prendono “cura” delle spoglie non appena dichiarata la morte clinica. Nessuno garantisce il “risveglio”, ma è comunque un tentativo. Altre tecniche sono in fase di sperimentazione ed utilizzano procedure con presupposti di base decisamente in antitesi tra loro.

Ciò è dovuto a differenti “correnti di pensiero” che valutano in modo dicotomico l’idea di vita eterna.

Elon Musk e neuralink

Alcuni, come Elon Musk, pensano che l’uomo debba integrarsi con la macchina divenendo un cyborg.

Le parti artificiali, secondo Musk, migliorerebbero esponenzialmente le prestazioni del corpo e soprattutto del cervello prolungandone inoltre l’esistenza. Una volta raggiunta la completa intercambiabilità dei diversi “pezzi”, potrebbe configurarsi la vita eterna.

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Per ora sta sperimentando neuralink. Ovvero l’interazione tra il biologico e l’elettronico. Il sistema sembra funzionare e l’impiego nell’immediato futuro può dare risultati nella cura di malattie neurologiche, nell’implementazione della memoria e nel potenziamento di alcuni sensi (sempre tralasciando il lato potenzialmente “oscuro” di questa come di qualsiasi altra tecnologia).

Cyborg in competizione con l’A.I.

Immortalità - Pensiero
Un nuovo pensiero

Un cyborg avrebbe inoltre il vantaggio di poter competere alla pari con l’Intelligenza artificiale della quale Musk diffida e sarebbe in grado di utilizzarla a proprio vantaggio senza il rischio di esserne soverchiato.

Infatti secondo il manager, ma non solo, l’essenza stessa dell’intelligenza artificiale, cioè il fatto di essere progettata per divenire autonoma e prendere quindi decisioni a prescindere da ciò che gli esseri umani si aspettano o desiderano, costituisce un enorme pericolo.

A.I. agirebbe come un genitore con i figli?

Lui vede un futuro in cui l’A.I. quantistica possa escludere l’uomo dalle decisioni che lo riguardano.

Notandone infatti le molteplici contraddizioni, sarebbe in grado di intervenire al fine di preservarlo dai danni che egli stesso, con il suo comportamento, potrebbe infliggersi. Un po’ come fanno i genitori con i figli adolescenti oppure, caso ancora peggiore, stabilire che il problema sia proprio l’uomo e quindi provare ad eliminarlo.

Impossibile?

Non esattamente se si considera che, essendo il mondo interconnesso da computers, un ‘ipotetica A.I. avrebbe la possibilità di “infilarsi” ovunque controllando ogni aspetto delle società umane.

Inoltre, benché ancora in fase sperimentale, la ricerca sta cercando di dotare l’Intelligenza Artificiale di caratteristiche a noi familiari: umorismo, sentimento, etica e … dissimulazione. In altri termini il raccontare bugie.

Se poi consideriamo che queste caratteristiche verranno sviluppate in modo autonomo rispetto all’ input iniziale dei programmatori, qualche dubbio potrebbe affiorare nella nostra mente.

Attualmente i progressi sono piccoli, ma è evidente come i futuri sviluppi potrebbero intaccare le tre Leggi fondamentali di Asimov.

Da qui la necessità di “giocarsela” almeno alla pari disponendo di un organismo cyborg.

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