Racconti e libri di cani e persone. Storie di tutti i giorni
Racconti
Racconti brevi o libri che siano, non ha importanza. Quello che conta e che ha valore è il rapporto che si instaura spontaneamente tra anime belle. Quelle degli animali, dei cani in particolare che sicuramente hanno anime candide e quelle di gente comune. Si perché quando guardi quegli occhi che guardano i tuoi, capisci subito che “umano” sei e che anima bella hai anche tu. Lo avevamo annunciato all’interno della “Fiera del Libro”, che saremmo ritornati a parlare di racconti sugli animali. Eccone uno.
Cleo, Mozart e Mayra, 3 cani per 3 fiabe
Vi siete mai chiesti se si legge di più in estate o in inverno?
Si legge meglio sul divano col plaid o sul lettino con gli occhiali da sole?
Penso che leggere sia per ogni stagione e davvero per tutti.
Se non si ha abbastanza tempo e dedizione per leggere un libro si possono anche leggere brevi racconti o antologie. Mi è capitato di parlarne con Roberta Zanzi, la scrittrice ferrarese, molto amante degli animali e dedita a loro da tanti anni.
Un suo racconto è stato pubblicato sull’antologia “Cave Canem” edizione Pluriversum nel 2018, ed anche premiato.
Roberta e “qualcosa” di Cleo
“Roberta come è nato questo Amore per i cani? Ci racconti qualcosa di Cleo?”
“Cleo l’ho salvata da un annegamento, col suo fratellino. Ha vissuto con me per ben quindici anni. Per il fratello ha trovato una famiglia che lo ha amato da subito.
È la primavera del 1992, mia zia ci racconta di una famiglia che abita accanto a lei e possiede una coppia di cani meticci che hanno appena messo al mondo una cucciolata di sette piccoli, cercano persone che li adottino, ma se non le trovano non intendono tenerli e sono decisi a “sbarazzarsene”.
Sbarazzarsene che brutto!
“Sbarazzarsene?” penso e ripenso a quella parola, rimango molto turbata da questa notizia e mi chiedo in che modo intendano farlo, ma non domando perché temo la risposta.
… Entrando in quella grande stanza mi si presenta davanti agli occhi una meravigliosa immagine che difficilmente potrò mai dimenticare: la mamma li stava allattando, mi incanto a guardarli, amo immensamente gli animali, e quel momento così intimo mi tocca il cuore.
I piccoletti affamati sono splendidi, sembrano piccoli pupazzetti di peluche, noto che c’è una femminuccia, più piccola degli altri che non riesce ad avvicinarsi alla mamma per prendere il latte, i fratelli non le lasciano spazio e rimane in disparte. Di sette cuccioli ne hanno collocati cinque, la piccolina e un fratellino di poco più grande sono destinati a una brutta fine.
Ho adottato i due cuccioli
… Mi avvicino ancora alla casa, la signora mi vede si ferma e mi osserva, soddisfo immediatamente la sua curiosità informandola che ho deciso di adottare entrambi i cuccioli che non sono stati richiesti, così le tolgo l’imbarazzo di sopprimerli. Il mio unico rammarico è per la mamma, ha assistito senza lamentarsi quando la padrona glieli ha tolti dal giaciglio per posarli nella scatola. Con rassegnazione, ma le si leggeva il dolore negli occhi, mi sono avvicinata per farle una carezza e le ho sussurrato: “stai tranquilla, staranno bene e saranno al sicuro” non so se possa aver compreso che erano in buone mani, ma voglio credere di si”.
“E cosi hai adottato Cloe e salvato il fratello. Dopo Cloe so che hai avito altri animali vero?“
Roberta altri racconti e altre fiabe
“Certo, ora vivo con Mozart e Mayra. Li ho incontrati in un canile e me ne sono innamorata”.
Hanno anche loro una fiaba da raccontare?
“Mi avvicinai a quel box freddo e angusto, li vidi sdraiati uno accanto all’altra, si toccavano con la schiena, il contatto li faceva sentire più sicuri, la femmina fu la prima ad accorgersi della mia presenza, alzò la testa e mi guardò ma non si mosse, dopo alcuni secondi anche lui volse lo sguardo verso di me, incrociai i suoi occhi neri come la pece, e appena mi vide si alzò e venne verso di me scodinzolando, non abbaiava come tutti gli altri, si avvicinò alle sbarre in modo che potessi toccarlo, si lasciò accarezzare, era tranquillo ma lo sguardo era triste e spento. Arrivò anche lei, vedendo che il suo compagno si fidava di un’estranea decise di fare lo stesso e riuscii a farle un grattino sulla testa. Rimasi a coccolare quelle due sfortunate creature per una decina di minuti, salutandoli promisi a me stessa di tornare il giorno dopo.
Roberta Cecilia, Mozart e Mayra
Fu così che iniziai a frequentare il Rifugio insieme a mia figlia, alla fine riuscì a coinvolgermi, è una ragazza tenace e conoscendomi sapeva che avrei ceduto, era solo questione di tempo. Io portavo a passeggio il maschio e lei la femmina. Li chiamavamo con i nomi che gli avevano assegnato le volontarie: Mozart e Mayra.
Cecilia si è innamorata di quella randagia di pastore tedesco nel momento in cui i loro occhi si sono incrociati la prima volta, ha sempre avuto una preferenza per quella razza di cani esattamente come suo padre. Da quando la pelosa è arrivata al rifugio di Ferrara, non ha saltato un giorno di visita per vederla, portarla a passeggio e farsi conoscere. La vediamo titubante, ci guarda intimidita con quegli occhioni da cerbiatta che sciolgono il cuore, sposta lo sguardo su Mozart il suo compagno di avventure.
Inseparabili
Lui di taglia più piccola rispetto a lei, pelo bianchissimo e occhi neri, un incrocio indefinito tra razze nordiche lo si intuisce dal pelo molto fitto e quasi impermeabile, è una creatura di una bellezza indescrivibile, rimane fermo, sdraiato in quel freddo box triste e sconsolato, incrocia lo sguardo di lei come se volesse dirle: «vai…sono venuti per te!». Ma lei non esce, non si muove, non vuole andare a passeggio senza di lui e non c’è modo di convincerla.
Il mio cuore è troppo fragile, alla vista di questo comportamento si scioglie letteralmente, mi armo di guinzaglio e lo chiamo, arriva subito scodinzolante e molto diligentemente si lascia legare.
Siamo pronti, usciamo da quella gabbia e ci incamminiamo lungo il viale verso la campagna circostante, iniziano a correre assaporando quella libertà apparente, sono curiosi, ispezionano ogni angolo, ogni cespuglio e annusano ogni filo d’erba.
Insieme anche nella strada
Il fatto stesso che siano stati ricoverati nello stesso box ci fa intuire che erano insieme anche per strada, hanno formato il loro branco, la cosa sicura è che si conoscono da tempo e insieme chissà quali vicissitudini hanno dovuto superare per sopravvivere, in verità non sappiamo la loro storia da quando sono nati e non la sapremo mai. Trascorrono così settimane, ormai si sono abituati alla nostra presenza e quando ci vedono arrivare iniziano ad abbaiare felici, perché ormai sanno che li porteremo fuori e li riempiremo di coccole, carezze e anche di qualche biscottino extra.
Come finirà questa storia secondo voi?
Io e Cecilia ci guardiamo, l’amore per queste due anime sfortunate è cresciuto giorno dopo giorno, in queste settimane. Ci rendiamo anche conto che non possiamo separarli, vivono in simbiosi, portarne via uno significa far morire di dispiacere e solitudine quello che rimane in gabbia… non possiamo permetterlo, la soluzione è una sola, li prendiamo entrambi adottiamo la coppia e decidiamo di portarli via subito”.
Roberta ci hai fatto incuriosire molto e speriamo di leggere altri racconti come il tuo.
Avete anche voi racconti di vita a 4zampe da raccontarci?