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Pianeta Tifo. “Il tifoso autoironico”

Pianeta tifo

La nostra Daniela Scalia affronta un altro universo sconosciuto, quello del tifo (cit. Pianeta Tifo). Sconosciuto? Sì, perché non si occuperà degli scontri negli stadi, né di gadget o marketing, insomma niente di quello che si trova in cronaca.
Invece: pescando dal vissuto diretto, dalla miniera di studi sociologici e pericolosi del nostro collega Luca Tramontin (un vero “inviato nelle terre pericolose”) ci fornirà delle angolature e delle curiosità con le quali conviviamo senza saperlo.

Pianeta Tifo - La panchina degli Old Timers Alleghe,
La panchina degli Old Timers Alleghe, ultimo a sinistra Luca Tramontin che li ha sempre tifati

Pianeta tifo. Humor parte I

Lo humour nel tifo viene visto come la capacità (di buono o cattivo gusto) di prendere in giro la squadra o l’atleta rivale, ma è solo una piccola parte, peraltro sopravvalutata. Oggi quindi partirei da una nicchia, quella di chi tifa e auto deride la sua passione. Presto passerò a franchigie americane a lungo perdenti, che hanno fatto della “eterna attesa” un tema o una linea di vestiario, o a tifosi inglesi che hanno paragonato la retrocessione a una giusta punizione divina vestendosi da Oliver Cromwell. I nostri sport ne offrono a centinaia, ma partiamo da casa.

Tutti noi abbiamo una parte maschile, una femminile e una dell’Alleghe. Solo gli umili e gli illuminati lo riconoscono”. Questa è una delle frasi di Luca Tramontin che ha fatto ridere tifosi di ogni squadra (perfino del Cortina, rivale storica), perché contiene un tono filosofico-farlocco, una verità bio-endocrina, ma soprattutto un riconoscimento che la sua affezione per la squadra agordina rasenta il ridicolo.

Tra-Tra-Tramontin

Bianchi e rossi, come i globuli del sangue e il Casale Sul Sile”. E via così, se passi due ore con lui ridi perfino delle tue analisi del sangue. Ogni tanto si scusa, ma recita le formazioni degli anni ‘90, i cori piu buffi, le situazioni che lo commuovono e lo fanno ridere, come quando andava a vedere le partite al palaghiaccio di Alleghe e il pubblico mutuava il coro viadanese “Tra-Tra-Tramontin”.

Comico, perché anche quando l’Alleghe è retrocesso il tifo è rimasto, perché salta fuori nelle situazioni più inopportune, insomma perché prende una dimensione infantile. La piazza di Alleghe, il Bar Zunaia, diciamo che si è fatto una geografia tutta sua, che comprende il viaggio con la tappa in birreria a Cencenighe, i post partita dai De Toni, grande dinastia hockeystica, e  i cori autoironici come quello dello stesso pubblico alleghese che diceva “Giulio Soia (giocatore dell’Alleghe piuttosto abrasivo) figlio di p…” per anticipare il coro avversario e “ciaparse in anticipo col lavoro”).

Pezzi geografici che abbiamo portato anche in una controcopertina nei titoli di coda di Sport Crime con il Palaghiaccio “Alvise De Toni” (il “drìo le rive” per i locali) e i Cadini del Brenton nella Valle del Mis (affettuosamente chiamati “bojoni”). È una dimensione locale, identitaria, che impedirà per sempre di avere un approccio negativo o violento. Vale davvero la pena di rifletterci sopra, e di… tifare per un certo tipo di tifo.

Il momento in cui a sorpresa Federico Paganin, team manager dell’Alleghe, ha proposto a Luca Tramontin un cambio di maglia tra lui e il numero 39 biancorosso Steve McKenna, 376 presenze in NHL.

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