Non c’è primavera senza la Milano – Sanremo
La classicissima di primavera
È la “classicissima di primavera”, che apre la stagione delle grandi corse ciclistiche, quelle che poi si svolgono su al Nord, dove la primavera arriva con un tepore più tenue. Mentre invece Sanremo sa accogliere tutta la carovana con un bel sole primaverile, temperature miti a rigenerare le ossa e la pelle.
E come non potrebbe essere una metafora, oggi più che mai, del passaggio tra il buio dell’inverno e la luce di primavera. Tra il sapore ancora uggioso di Milano e il sole della Riviera e tra il destino gramo con cui abbiamo convissuto in questi mesi e la speranza che ci si possa aprire a una nuova vita.
Sulle ruote di una bici
Sulle ruote di bici sempre più tecnologiche, nelle forti e magrissime gambe dei ciclisti, questa metafora si invera nella corsa che parte da Milano e arriva a Sanremo. Che parte da un luogo simbolo di affari, lavoro e cultura per approdare lì dove di solito si va per la vacanza. Per stare sereni, per staccare da tutto ciò che ci logora nel resto dell’anno.
Alla vigilia del primo giorno di primavera
Sabato 20 marzo, dalle 10 del mattino, la cavalcata di gambe e ruote si mette in moto da Milano per attraversare buona parte di pianura, sino alle prime colline che la separano dal mare. Questa volta non si fa il Passo del Turchino, dove i ristagni di una terra martoriata impediscono ancora di passare. Si va verso il Piemonte – Tortona, Acqui Terme, Sassello – per percorrere la strada di Colle Giovo, stesso sguardo verso la Riviera, da lassù, da cui si scende da Stella a Savona per riprendere il solito tracciato. Quello che ha fatto la storia di questa corsa ciclistica.
Tra i saliscendi dei Capi, il mare a sinistra e la roccia a destra, si sono costruite carriere ciclistiche straordinarie, sfiorando la brezza marina e inanellando anno dopo anno chilometri di strada, in un’incessante rincorsa verso la gloria o l’effimero piacere di essere stati tra i protagonisti di questi luoghi da leggenda ciclistica. Tutti i più grandi campioni, da quelli straordinari a quelli da “gare di un giorno” si sono provati su queste strade, affidando a cuore e gambe il loro desiderio di primeggiare.
La Milano – Sanremo non è una corsa così semplice
Si dice che la Milano – Sanremo sia una corsa semplice, in fin dei conti, facile da interpretare. Vince chi ha “la gamba”. Ci si dà battaglia tra Cipressa e Poggio e ci si lancia verso la città del Festival della Canzone, senza tentennamenti, con il cuore in gola. Ma sono i chilometri nelle gambe e nei polmoni che fanno la differenza, pochi sanno tenere il ritmo e la cadenza per tanto tempo, per un percorso così lungo. In fondo è questo il fascino della Classicissima di Primavera, quello di premiare chi sa osare e dosare, chi ha coraggio e tenacia, chi sa come arrivare sino in fondo. Una metafora, appunto, come lo è lo sport tutto.
Ma il ciclismo, più di altri, vive di storia, di campioni, di eroi. Attraversa le strade, arriva nelle nostre città, tocca i luoghi che ci sono cari, quelli della vita quotidiana. È in mezzo a noi, lascia una scia di sudore e fragranza, ci appartiene perché ci avvolge. Umiltà e forza sembrano essere i suoi ingredienti e tutto questo ci tocca nel profondo.
Il ciclismo di oggi vive un momento magico. Giovanissimi campioni sanno interpretare questo sport con spavalda allegria, divertono gli appassionati perché sono forse più veri e genuini che in altre stagioni. Tecnologici sino al midollo, vivono però le gare con impetuosa fantasia. Né radioline, né computer di bordo o strategie possono frenare la loro baldanza, la voglia di correre. Giovani atleti che si divertono.
I protagonisti dell’edizione numero 112
L’edizione 112, quella del 2021, vede alla partenza forse i migliori rappresentanti di questa giovane élite ciclistica. Dal vincitore dello scorso anno – il belga Wout Van Aert – al suo grande rivale di tante corse nel fango del cross – l’olandese Mathieu Van der Poel, vincitore della recente Strade Bianche in terre senesi. Al francese vincitore dell’edizione 2019 della Milano – Sanremo e ora campione del Mondo Julien Alaphilippe, sino ad altri già vincitori di questa corsa. Il polacco Michal Kwiatkowski. Il tedesco John Degenkolb- L’italiano Vincenzo Nibali (ultimo vincitore di casa nostra, nel 2018). Il francese Arnaud Démare, il norvegese Alexander Kristoff, sino a colui che non l’ha mai vinta ma che ha saputo interpretare ed esaltare per anni il fascino di questa corsa: Peter Sagan.
Qualche speranza italiana è legata ai nomi di Davide Ballerini e di un velocista puro come Elia Viviani. Corridori veloci, ma anche capaci di tenere nelle estenuanti spire del Poggio come Giacomo Nizzolo e Sonni Colbrelli- Il ligure Nicolò Bonifazio, ora protagonista sulle strade che lo hanno visto sognare chissà quante volte durante i primi anni in bicicletta.
La zampata finale
Tutti corridori capaci di dare la zampata finale, di staccarsi dagli altri quei pochi metri per lanciarsi verso il traguardo, di spingere aria nei polmoni e adrenalina nelle gambe sino a quell’alito di tempo che li fa giungere prima di tutti gli altri. È una metafora, la gara che porta verso il sole e il mare, come lo è della vita il ciclismo. Che oggi ci fa sorridere, sperando che apra la strada a qualcosa di nuovo.