Genova cultura e Jeans e l’arte scende in piazza
Genova cultura e arte
È mattina, il treno arriva in orario a Genova Piazza Principe e la coincidenza con la metropolitana, quasi provvidenziale, permette alle persone di raggiungere ancora più velocemente il centro storico. Piazza De Ferrari, scale mobili, la luce della città. All’improvviso, un’ombra scura e alta si staglia lungo la pavimentazione dello slargo pedonale, comparsa all’improvviso. Si tratta di Operae, la scultura di Gianni Lucchesi che con i suoi 13 metri di altezza svetta all’interno del tessuto cittadino di Genova come grande installazione a cielo aperto.
Realizzata in collaborazione con l’azienda Giannoni & Santoni, è composta da dodici cubi di cemento che danno vita a una torre, culminante con la figura di un uomo a grandezza naturale seduto con lo sguardo rivolto verso l’orizzonte. I cubi non sono disposti casualmente, ma seguono la sequenza aurea di Fibonacci, apoteosi matematica del concetto di armonia che incarna la sintesi tra arte e scienza. Uno stilita tutto moderno, se possiamo fare un paragone attraverso i tempi. La presentazione dell’installazione è avvenuta lo scorso 21 settembre presso lo Studio Rossetti di via Chiabrera 33r, all’interno del Distretto del Design che ogni anno in primavera ci regala l’unica e inimitabile Genova BeDesign Week.
Genova Start 2023
Il tema tutto umano della riflessione critica di sé in relazione allo spazio circostante colpisce chiunque vi si trovi a contatto diretto, spingendo a un viaggio di introspezione ed empatia. Ma, continuando a camminare per il centro storico, noteremo che le peculiarità immersive della città non terminano qui. Lo scorso 5 ottobre i vicoli di Genova si sono animati dalle 18 alle 24 in occasione della “Notte Bianca delle gallerie d’arte genovesi”, GENOVA START 2023, rassegna la cui partenza è stata ideata proprio all’altezza dell’installazione di Lucchesi in Piazza De Ferrari, per poi distribuirsi nel reticolato urbano.
Secondo le parole di Chico Schoen ed Elisabetta Rossetti, coordinatori della manifestazione, «Start è ormai un appuntamento che i genovesi aspettano da un anno all’altro. Anche per chi abitualmente non frequenta le gallerie perché offre all’osservatore un percorso attraverso il centro storico che ogni anno si rinnova negli spazi e nei contenuti, dando voce al bisogno di novità e alla passione per l’arte che è dentro ciascuno di noi».
Genova Jeans
Durante le medesime giornate, dal 5 all’8 ottobre, le stesse zone cittadine hanno ospitato la seconda edizione di Genova Jeans, grande evento voluto fortemente dal Comune di Genova, in particolar modo per il legame tra la città e il famosissimo tessuto blu oramai diffuso in tutto il mondo. Ma quali sono gli antenati dei capi di abbigliamento?
Presso il Museo Diocesano di Genova sono custoditi i cosiddetti “Teli della Passione” risalienti ai secoli XVI-XVII e provenienti dall’abbazia di San Nicolò del Boschetto in Val Polcevera. Realizzati in fibra di lino tinta con indaco e dipinti tramite l’uso di biacca (tempera a base di piombo di colore bianco), costituiscono un grandissimo esempio della diffusione del tessuto in tempi passati. Il rapporto tra la città e il jeans non termina qui: dalle statue del presepe di Anton Maria Maragliano vestite di blue jeans, arriviamo ai giorni d’oggi con le opere di artisti contemporanei, i quali si inseriscono pienamente in questo percorso.
Proprio all’interno del Museo del Jeans presso il Metelino, edificio portuale di grande fama, viene ospitata la sezione contemporanea: fulcro nevralgico oggi, centro di smistamento e commercio in passato. Tra gli artisti esposti, è interessante citare la figura di Akelo, con la sua peculiare opera d’arte esposta nella sala centrale. “L’opera nasce dalla riuscita unione tra l’acciaio inossidabile e la tela di jeans Candiani che Akelo assembla in modo tale da suscitare nell’osservatore il ricordo di bandiera americana. Thirteen – titolo dell’opera – sarà la bandiera, simbolo rinnovato che traghetterà l’uomo, attraverso una ‘rotta di Jeans’ verso orizzonti di giustizia e umanità.”
Un messaggio di speranza
È con questo messaggio di speranza e ottimismo corale che concludiamo il percorso attraverso le manifestazioni genovesi del mese di ottobre, un esempio che ci dimostra come il tentativo di promuovere l’arte e la cultura, a trecentosessanta gradi e trasversalmente su tutte le epoche storiche, sia più forte che mai. E perché no, che sia un invito per gli artisti contemporanei a sensibilizzare ancora sulle tematiche attuali tramite le loro travolgenti opere.