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La voglia di rivalsa degli indie devs e l’obbiettivo di pulire l’immagine del gaming tramite l’arte composta da disegni, musica ed emozioni

Gaming: Gris, gioco di avventura platform, 2018
Gris, gioco di avventura platform, 2018

Un piccolo cenno di storia del Gaming

Il gaming, ad oggi, può vantare oltre sessant’anni di storia. Il primo progetto nato addirittura su un oscilloscopio con “Tennis for two” dove una piccola sfera luminosa passava da un lato all’altro del campo. Facendo un enorme salto temporale, oggi vediamo l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale a supporto degli sviluppatori, modelli di gioco live service (che approfondiremo successivamente), microtransazioni e gioco online.

Ma cosa c’è di mezzo?

Profonde evoluzioni nel campo dello sviluppo, motori grafici sempre più potenti e gratificanti alla vista, aziende in grado di investire fino a milioni di dollari per il loro prodotto finale, ma anche l’avvento da ormai molti anni degli sviluppatori indipendenti.

Si tratta di piccole aziende, a volte gestite anche da una singola persona che, diversamente da case produttrici come Microsoft, Sony o Nintendo, hanno a disposizione dei budget minori e risorse decisamente più limitate. In gergo si chiamano “indie devs” (developers), in grado di rompere le barriere della qualità raggiungendo standard che ad oggi hanno segnato dei traguardi eccezionali. E con quest’articolo vogliamo portarvi all’interno di un campo poco considerato nei videogiochi: quello dell’empatia.

La rivalsa dei produttori indipendenti

Ad oggi i videogames, complici la forte disinformazione e l’esser additati come mezzi negativi o “colpevoli” di azioni deplorevoli, sono idealizzati come una perdita di tempo o qualcosa di tremendamente distruttivo. Questo grazie prevalentemente alla viralità di alcuni giochi che finiscono sulla bocca di tutti, soprattutto di chi di videogiochi ne mastica davvero poco. Titoli come Call of Duty, Fortnite sono tra i primi (essendo degli shooters) ad esser incriminati in quanto l’obiettivo è banalmente quello di eliminare l’avversario.

La voglia di rivalsa e l’intenzione di far scintillare il lato artistico dei giochi, cercando di ripulire un’immagine sporcata da chi i videogiochi non li vive, spinge gli indie devs a creare delle vere e proprie opere d’arte dal punto di vista grafico, musicale o semplicemente comunicando importanti messaggi che andranno diretti al cuore di ogni gamer, lasciando un piacevole ricordo finale.

Nonostante l’avvento del 3D arrivato intorno agli anni ’90-2000 con titoli famosissimi come Crash Bandicoot, Spyro, vuoi per un fattore nostalgico o per la migliore resa di disegni o effetti particellari, il 2D (come anche la visuale isometrica) è tornato molto in auge, ridefinendo il concetto di giochi a scorrimento.

Il gaming come forma d’arte

L’idea dei giochi di avventura come per esempio GRIS, puntano sulla totale immersione col protagonista del titolo, arrivando a creare quasi un collegamento sinergico con la figura che, nel proseguo del gioco stesso, si ritroverà al cospetto di sfide con sé stesso o atti di forza per riemergere emotivamente da punti cruciali.

Ci ritroveremo quindi spesso e volentieri in un percorso dove conta quasi più il viaggio piuttosto che la destinazione, accompagnati e coccolati da ambientazioni disegnate completamente a mano, attraverso musiche orchestrali create ad hoc. Spesso queste canzoni, in gergo OST (Original Soundtrack) hanno una correlazione molto stretta con quello che sta accadendo in quel preciso momento, andando ad attribuire una grande importanza ad un atto particolare dettato per esempio da felicità, preoccupazione, vittoria, ansia… Il tutto per creare una perfetta sinergia tra l’ambiente di gioco e quello che prova il protagonista in quell’esatto secondo, facendo provare indirettamente sensazioni molto simili anche a chi sta giocando.

Un insieme di elementi che, nonostante una grande voglia di rivincita, rimangono purtroppo ancora molto di nicchia. Ci auguriamo però di avervi aperto uno spiraglio su un argomento che ci sta a cuore e che ritratteremo sicuramente in futuro.

WE GAMING!

Appassionato videogiocatore da oltre trent’anni, Riccardo (in arte Oni) ha mosso i primi passi nel mondo del gaming con Game Boy e Super Nintendo. Una breve esperienza con l’Amiga ha ulteriormente arricchito il suo amore per i videogiochi. Costantemente aggiornato sullo sviluppo di console e giochi, questa passione è diventata parte integrante della sua quotidianità, spingendolo a condividere la sua voglia di videogiocare come articolista, ma anche anche su Twitch come Streamer.

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