Viterbo. I giovani universitari vogliono più arte e cultura
Viterbo. Arte e cultura. Un binomio vincente che ha destato l’attenzione di una giovane universitaria che dell’arte, quella contemporanea in particolare, ne fa un punto di riferimento importante, anche come valore sociale del territorio. La comunicazione, l’innovazione e la chiave per un dialogo proficuo con i giovani a partire dalla scuola primaria, ed è fondamentale per il futuro del Paese. Ascoltiamoli.
I dubbi di Arianna
È da tempo ormai che mi pongo una domanda. Come mai nel territorio in cui abito e studio, Viterbo, non vengano organizzate iniziative culturali per e fatte dai giovani?
Mi spiego meglio. Per formazione universitaria mi dedico soprattutto all’arte contemporanea e trovo singolare che in questa città, con una storia antica e con un patrimonio artistico-culturale così rilevante, non ci siano iniziative che mettano in risalto e valorizzino queste qualità. Non ci sono mostre, eventi in gallerie, incontri con artisti, nulla! Viterbo sembra rivolga poca attenzione a ciò che c’è di nuovo e quindi non si rinnovi.
Il mio interesse, come ho accennato all’inizio, si rivolge ai giovani e in particolar modo ai giovani artisti e agli studenti universitari. Penso che sia nostro compito dare inizio a un cambiamento.
Proposte e idee
Si potrebbe dar vita a una nuova associazione che si interessi di arte del proprio territorio. Mettere in contatto gli artisti con gli studenti dell’università che si occupano di arte contemporanea in modo tale che abbiano un rapporto diretto con chi produce arte e non soltanto una conoscenza teorica ricevuta dai libri. Ancora: organizzare mostre collettive, seminari e conferenze dedicati all’arte contemporanea, punti di ritrovo fra artisti per discutere sui propri progetti, esperienze di workshop, bandi per realizzare nuove opere in città, vendita di opere in beneficienza. Insomma le idee possono essere infinite, ma serve la voglia di fare e anche un aiuto da chi gestisce la città.
L’Università della Tuscia punto di partenza di un possibile progetto
L’Università della Tuscia, che frequento, potrebbe avere credo, interesse ad appoggiare queste iniziative in quanto si tratterebbe di creare opportunità di incontro, di accrescimento culturale. Opportunità lavorative che è ciò che il dipartimento di beni culturali non offre nel postlaurea non avendo contatti diretti con il mondo dell’arte. Così facendo gli artisti avrebbero l’occasione di parlare e di esporre i loro lavori, farsi conoscere al pubblico e avere contatti con galleristi, mercanti d’arte, collezionisti invitati a partecipare agli eventi. Senza tralasciare l’incontro e lo scambio culturale tra artisti di differenti città. Perché è vero che il fine è di riqualificare il territorio partendo dalle persone che lo vivono, ma l’arte contemporanea ha un carattere metalinguistico e transculturale che unisce le persone di diverse provenienze. Proprio per questo sarebbero chiamati a partecipare anche artisti di altre città o addirittura internazionali.
Il Covid ci chiama a ripensare l’intero sistema
Inoltre in un momento come il nostro afflitto da covid-19, chi si interessa di arte è chiamato a ripensare l’intero sistema, per esempio: come cambieranno le mostre e le opere stesse? E gli spazi? Qualcuno obbietterà il fatto che non ci sono luoghi adatti per queste iniziative o se ci fossero, il loro costo sarebbe eccessivo.
Non credo sia così e spiego il perché. La stessa università dispone di molteplici spazi in tutta quanta la città di Viterbo, che risultano adatti a ospitare mostre ed eventi artistici. Ne è dimostrazione la Festa dell’Arte (che quest’anno ha avuto il titolo di migrazioni/contaminazioni) organizzata presso la sede universitaria del San Carlo, un antico complesso religioso, dove però l’afflusso di persone esterne non è stato altissimo nonostante l’impegno di chi l’ha curato e gli eventi organizzati nella giornata, che seppur diversificati contavano la presenza di una sola artista contemporanea.
Un solo evento dedicato all’arte all’anno non è sufficiente, ne servirebbe uno ogni mese almeno …
Viterbo, Pavia e Milano
Non è Pavia né tantomeno Milano, ma Viterbo è una città di provincia protetta dalle sue antiche mura medioevali. Viterbo può rinnovarsi e ripartire proprio dai giovani appassionati d’arte, prendendo proprio esempio dalle due città lombarde.
Pavia è un esempio
Pavia, pur essendo una città “provinciale”, ogni anno, presso il Palazzo delle Esposizioni di Piazzale Europa, organizza una grande fiera di arte contemporanea sempre visitata da una grande affluenza di pubblico. Il vecchio palazzo comunale del centro (Broletto) è stato trasformato in una sala espositiva di arte contemporanea, dove ogni mese si presentano nuovi artisti.
Persino un bar-osteria (il Sottovento) espone opere di giovani artisti e ne sostiene la vendita dei lavori, per non parlare delle varie associazioni o collettivi come MovimentArte sempre a sostegno dei giovani e meno giovani artisti.
Ovviamente non c’è bisogno di parlare di Milano dove di eventi dedicati all’arte se ne trovano ogni giorno ma l’esempio di Pavia dimostra, l’importanza di innovare, di creare, di inventarsi qualcosa a sostegno dell’arte e con il sostegno importante dei giovani.
Aprire un dialogo
Spero che questa breve disanima e le idee messe qui in campo, possano essere propedeutiche a un incontro tra le istituzioni universitarie e gli studenti del dipartimento di beni culturali, per trovare soluzioni e dare il via a un nuovo dialogo artistico. Insieme è bello e possibile.