Viaggio a rate: Saremo a Sanremo quarta
Viaggio a rate: Il viaggio a fini promozionali, cioè per far conoscere “L’ora di te”, ultimo successo discografico di Carlo, prosegue in questa quarta puntata. Per chi avesse perso la prima, la seconda e la terza parte ci clicchi sopra. Chi invece volesse vedere il video documentario “ il Mondo di Carlo” clicchi sul titolo.
Sabato 3 febbraio 2018
Genova tempo discreto, non freddo.Un comico travestito da cantautore, travestito da atleta.
Siamo in pieno carnevale, quindi nessuno farà caso al mio look, neppure Laura Monferdini che da anni ha preso il posto del mitico Gianni Tassio nella rivendita di dischi in Via del Campo. Dopo la dipartita di Fabrizio De Andrè il negozio è diventato un museo dove sono custoditi cimeli di inestimabile valore per chi ha amato il cantautore genovese.
Il luogo si chiama Viadelcampo29rosso e lì, tra poche ore, presenterò “L’ora di te” ad amici e conoscenti, vestito da camminatore con tanto di zaino in spalla.
Oggi il tempo ci regala uno squarcio di sole che sgomita tra le fitte nubi ma, viste le previsioni meteo della settimana entrante, ieri sono tornato per la terza volta in cinque giorni da Decathlon a comprarmi un ombrello grande.
Poco prima della presentazione, ho fatto visita ad un altro storico negozio, quello di “Gaggero Musica” in Piazza Cinque Lampadi, per comprare una cassa amplificata portatile con le rotelle. Servirà per far ascoltare a tutti “Saremo a Sanremo”, la canzone-inno del viaggio.
La cassa l’ho pagata il doppio rispetto ai prezzi che ieri sera avevo visto su Amazon, ma l’idea di comprarla m’è venuta all’ultimo momento. Come dicono quelli della “Generale pompe funebri”, le casse non si prenotano un mese prima; casomai si comprano il giorno dopo. Certo, sto superando il paradossale: per presentare e promuovere un disco con la canzone guida che non c’è, canterò in playback un’altra canzone che nulla ha a che vedere col disco.
Da questo si evince che il mio vero mestiere è quello del comico. Oppure che ho bisogno di uno psicologo.
Si comincia
La mattinata a Viadelcampo29rosso è affidata alla padronanza scenica dello stravagantemente elegante Carlo Barbero, presentatore e giornalista per gioco, ma bravo come quelli che lo fanno di mestiere.
In Via del Campo si respira un’aria insolita; al posto delle note di “Marinella” o “Bocca di rosa”, dal 29 rosso escono quelle di “Alberi” e “Occhiali cinesi”. Contrariamente a quanto avevo previsto, ci sono molte persone. Tra i presenti, pochissimi i musicisti. In effetti, se si incontra una rockstar alle undici del mattino vuol dire che ha fatto tardi e sta andando a letto. Oltre a mia moglie e i miei due figli, Riccardo e Cristiano, formalmente obbligati ad esserci, sono presenti a darmi manforte Alessandro e Davide De Muro, che sono, sì musicisti, ma di un altro secolo.
Loro non fumano, non si drogano, bevono solo a cena e pur essendo tra i chitarristi più apprezzati in Liguria, se gli chiedi un “la minore”, lo fanno usando tre dita vicino alla paletta e non con i denti, in fondo al manico e lo strumento dietro la schiena.
Gente strana, di ’sti tempi. A dare un tocco di ufficialità all’evento è presente l’assessore alle politiche per lo sviluppo del Turismo Paola Bordilli, che m’ha dato l’incarico ufficiale di promuovere il pesto alla genovese. L’amministratrice comunale è accompagnata dal noto chef genovese Roberto Panizza, che m’ha portato il suo grembiule da cuoco e un piccolo pestello con mortaio.
Panizza è conosciuto in tutto il mondo per la ricetta del cosiddetto “Pesto che non esiste”. Non esiste perché non è mai stato messo sul mercato, in quanto Panizza non ne prepara più di due chili a settimana, e poi perché ogni volta è diverso.
Tutt’altro significato ha a casa mia: anche quella taccagna di mia moglie prepara un “pesto che non esiste”, ma il vero nome del piatto è “pasta al burro”.
Tornando all’operazione “pesto”: grazie anche al mio contributo la nostra antica ricetta potrebbe diventare quest’anno, patrimonio Unesco. A controllare che le cose siano fatte con la dovuta cura è presente il mio amico e autorevole collega Roby Carletta, che ha dedicato parte della vita all’organizzazione di rassegne di cabaret rigorosamente “al pesto”. Tra gli artisti non poteva mancare il mago Carlo Cicala, un numero uno nel campo della magia e l’ex Cavallo Marcio Andrea Benfante.Tengo per ultima Elisabetta Macchiavello. La sua bellissima voce è presente nel mio disco. Canta con me la canzone “Dopo la pioggia”.
Insomma, Carlo Barbero ha presentato e dato la parola a tutti, persino a chi entrava solo per comprare un disco di De Andrè. La mattinata è finita in gloria: la mia nuova cassa acustica con le rotelle funziona da Dio e tutti hanno cantato “Saremo a Sanremo”, senza contare che tra le undici e mezzogiorno ho venduto più di De Andrè.
Pausa prima della partenza
Come schegge impazzite, appena terminata la presentazione sono tutti corsi alla ricerca di cibo.
E qui m’è sorto un dubbio: dovevo forse offrire qualcosa da mangiare, tipo – che so – un po’ di focaccia e vino bianco? L’ultima volta lo avevo fatto, ma in quell’occasione il cd s’intitolava “Secolo e focaccia”, quindi offrire della focaccia aveva senso. Presentando “L’ora di te” avrei potuto offrire degli orologi, ma mi pareva sconveniente. Così, mentre le persone care si disperdevano nell’ambiente, io con la mia famigliola sono andato (sempre col mio zainetto da camminatore) a mangiare un cheeseburger da McDonald’s che, per noi corti di braccio, è una sicurezza. Poi ho comprato una banana che, come tutti sanno, contiene potassio. Per mantenermi in forma, in questi giorni ne ho consumato molte.
Le banane mi piacciono così tanto che ultimamente non riesco a farne a meno: m’è venuta la scimmia.
Tutti a Deffe
…come quando si celebra un trionfo del Genoa, ma stavolta la festa è per me che parto. Ai parenti sopracitati si sono aggiunti mia sorella Marina, mio cognato Pino e la Rita, mia madre, che ha portato per me un etto di mentine, di quelle che non vedevo dai tempi dell’asilo.
Certo, mia madre non è l’unica a provare tenerezza nei miei confronti: un’amica di vecchia data m’ha regalato una confezione di biscotti Plasmon. Tornando alla mamma, devo dire che è stata impeccabile: come tutte le madri che salutano i propri figli prima di un lungo viaggio, non ha rinunciato a dirmi: “Carlo, non correre”.
Alla spicciolata ci si riunisce in una piazza già quasi piena, ma c’è poco da illudersi; in contemporanea si sta radunando molta gente per una manifestazione antifascista.
A salutare la mia partenza ci sono amici miei ma anche di Max Gaggino, il regista. Tra i visi noti ecco spuntare quello del pittore e musicista Franco Buffarello (che vestito da impressionista esegue un mio ritratto camminando), il comico e lirico Andrea Bottesini, il conduttore televisivo e cantautore Luca Canfora e l’autore televisivo e scrittore Graziano Cutrona. A ricordarmi che ad una passeggiata ho sempre preferito le crociere, ecco Giuliano Galleri di “Equipage”, accompagnato da un numero imprecisato di aficionados della “Crociera del cuore Rossoblù”. A dar colore al pomeriggio dal cielo grigio, rigorosamente in costume, c’è il “Gruppo folkloristico Città di Genova”, capitanato da Milena Medicina, e poi il grande Piero. Piero Parodi, amico sincero ma anche simbolo della Genova che canta in dialetto.
Poi un messaggio di Vladi dei Trilli, che è a provare perchè proprio stasera debutta con un nuovo spettacolo teatrale.
Come mi avevano promesso, sono arrivati i biker di “Genova Chapter” con le loro Harley Davidson, guidati fin lì dal mio amico Roberto. I biker hanno delle bandiere di colore nero e inizialmente si crea un po’ di tensione, causata dal malinteso con i bolscevichi presenti alla manifestazione politica.
Per fare un po’ di foto sono salito su uno di questi velocipedi e subito dopo è arrivato un vigile in alta uniforme che con la sola forza dello sguardo m’ha tolto 3 punti dalla patente.
Sono sceso.
Dopo aver sparato un po’ di coriandoli cinesi ecco il taglio del nastro, eseguito insieme all’assessore Bordilli. Un nastro rosso, idea di mia moglie Laura che, da buona genovese, ne ha recuperato i resti subito dopo la mia partenza.
Ho iniziato a passo lesto, anche per via di un leggero ritardo sulla tabella di marcia. In fondo a Via San Lorenzo, però, ero già fermo per una graditissima sorpresa: ad attendermi per cantare un “trallalero” la squadra dei “Giovani Canterini di Sant’Olcese” capitanata da Paolo Besagno, grande musicista e amico, che in passato arrangiò alcuni miei pezzi.
E a questo punto, vi do l’appuntamento a venerdì prossimo per continuare il viaggio insieme