Uno sguardo sulla nautica italiana

La nautica italiana. Si. Con più di 8300 km di costa, di cui 7.500 totalmente naturali, non poteva passare inosservata agli occhi della nostra redazione una “materia” così importante. Ecco che da oggi, abbiamo accolto nella nostra già ricca schiera di autori, uno dei massimi esperti italiani di settore: il Capitano di lungo Corso Nicolò Piccardo. Di chi parliamo? Diamo intanto uno “sguardo” alla salute della nautica italiana, con il primo articolo della serie. Poi in calce allo stesso saprete di più del Capitano Piccardo.
Uno sguardo alla nautica
Uno sguardo su quello che è stato fatto, su quello che si sta facendo e su quello che si farà in una delle voci più importanti dell’export Italiano, la nautica. Ma non solo, parleremo anche di porti, marine private e di marinai.
L’Italia storicamente è sempre stata votata ai traffici marittimi e quindi alle costruzioni navali. Il fatto che sia una penisola nel bel mezzo del Mediterraneo, lo ha di certo favorita. Cosi come l’Impero romano dominando l’intero bacino del Mediterraneo per oltre 1000 anni, si potrebbe dire che ha fatto il resto.
Le Repubbliche Marinare e i cantieri navali

Delle 4 Repubbliche Marinare, Venezia e Genova, per ricchezza e capacità, assursero al ruolo guida rispetto ad Amalfi e Pisa. In seguito, la sola Genova ebbe la preminenza come potenza marina del Mediterraneo.
Ne risulta che le due aree, quella della Serenissima di Venezia con il suo arsenale e quella della Superba di Genova con i suoi cantieri, hanno sviluppato i primi e principali cantieri navali italiani. Qui furono poste le basi della moderna cantieristica, cosi come la conosciamo oggi. Con il tempo le aree dei cantieri si sono allargate verso la Campania, la Toscana e il Friuli.
Oggi gli spazi per la costruzione di imbarcazioni e navi da diporto, trovano un HUB consolidato nell’area di Viareggio spingendosi fino a Livorno con i cantieri Benetti e anche a Pisa lungo il canale dei Navicelli.
Altre aree per i cantieri navali
Negli ultimi anni si è sviluppato anche il polo di La Spezia, con nomi eccellenti tra cui spiccano i cantieri Baglietto storico marchio del Gabbiano, Sanlorenzo, Perini ed altri. L’Area di Genova con i cantieri Tankoa nella Marina di Aeroporto il nuovo polo delle riparazioni e refitting di Amico zona Fiera e Mariotti per la costruzione di Superyacht e Riparazione.
Altra area decisamente interessante è quella di Roma con i suoi vari porti e una miriade di cantieri. Tra i più noti Canados e Rizzardi. Da non dimenticare tutta la zona napoletana con vari nomi di notorietà mondiale come Aprea, Baia, Arcadia, e numerose strutture adibite a manutenzione e riparazione.
Un “mare” di costruttori navali e di brand importanti
Altri luoghi nel tempo sono divenuti famosi, per le costruzioni navali come Venezia, Trieste, Castellammare di Stabia, Palermo e Messina, dove i cantieri Rodriguez, brevettarono e costruirono i primi aliscafi, antesignani dei moderni foils, tanto usati nei “super-catamarani “dell’AMERICAN CUP.
Diversi brand hanno deciso di scegliere l’Adriatico come mare su cui sviluppare la propria attività. Essi si sono sviluppati principalmente negli ultimi 20 anni, e troviamo marchi come Ranieri, Ferretti, CRN, Cantiere Delle Marche, Filippetti, Pershing, Ocean King, Cantieri Vittoria che da poco insieme alla produzione Militare e Mercantile e da lavoro, ha iniziato quella di Superyacht.
Vale anche nella nautica, il discorso dei distretti, ove c’è un territorio che risponde alle richieste del mercato, ovviamente consolidato, si concretizzano nel tempo i presupposti per la nascita di tutte le aziende della Supply chain del settore specifico, in questo caso la nautica.
“Yacht” e “Jaghte”

Sino ai primi anni del 900 la parola yacht non era ancora conosciuta in Italia, ma più che altro in Nord Europa e soprattutto in Olanda c’era la parola “Jaghte” facilmente poi tradotta nell’uso comune “yacht”.
All’epoca questo nome era dato ad una unità militare adatta alla caccia ai pirati, leggera e veloce, ovviamente con la propulsione a vela. Con il tempo questo termine venne adoperato anche per la prima Imbarcazione” ad uso privato”.
Quindi inizialmente gli “yacht” erano costruiti dagli stessi cantieri che costruivano le navi, e questo è successo per lungo tempo.
Verso la metà del XIX secolo in alcune aree iniziarono a nascere cantieri “specializzati” in costruzioni del “cosiddetto” diporto, in primis solo a vela e in seguito con l’arrivo sul mercato dei motori a combustione interna, debuttò la costruzione dei primi motoscafi, attività che si sviluppò anche sui laghi di Garda e Como.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale per ovvie ragioni molti cantieri svilupparono un loro know-how nelle produzioni militari, come i famosi MAS.
Il dopo guerra dà il via alla produzione industriale

Nel dopo guerra l’industria nautica italiana comprese che solo una produzione di tipo “industriale” avrebbe consentito di produrre di più, in tempi minori e con costi ridotti. Fu così che dal fasciame sovrapposto o triplo fasciame, si iniziò a produrre scafi in compensato marino più o meno corrazzato. Ben presto se ne scoprirono i vantaggi e il quel contesto nacque il “pre-assemblaggio”.
La vetroresina inizia ad affermarsi sia nel settore della nautica che nell’automotive. Negli anni 50’ cambia definitivamente tutto, producendo opere sempre più innovative sia nella tecnologia che nelle forme.
La nautica coinvolge un enorme insieme di attività
Il settore della nautica, partendo dagli architetti che ne effettuano lo studio e ne realizzano il progetto, coinvolge un insieme di ruoli e professioni enorme. Ne citiamo alcuni:
- Cantieri navali di costruzione con le loro maestranze.
- Gli architetti navali.
- Gli ingegneri navali.
- I costruttori e fornitori di equipaggiamento tecnico.
- I cantieri di riparazione e manutenzione e loro maestranze.
- Le marine e porti turistici con i loro personale tecnico, contabile e di accoglienza.
- I produttori e dealers di attrezzature ed abbigliamento specializzato.
- I fornitori di arredamento, e complementi.
- I mediatori di yachts e charters.
- i dalers, I meccanici specializzati, idraulici e elettricisti.
- I fornitori e installatori di attrezzature elettroniche e di entertainment.
- I periti.
- Le scuole di formazione e corsi.
- I fornitori di servizi per igiene e pulizia a bordo.
- I trasportatoti e corrieri.
- I food suppliers.
- Agenzie di crew e management.
- Gli enti di Controllo delle Conformità Europee.
- Le Classi, Rina, Bureau Veritas, Lloyd Register denominati RO.
- Le società di leasing nautico.
Da questo elenco che vuole essere indicativo e non esaustivo si può comprendere come sia complessa e articolata la supply Chain della nautica.
Chi è il Capitano Nicolò Piccardo?

Titoli professionali
- Capitano di Lungo Corso.
- Patente Ocean Master (vela e motore).
- Consulente e Perito Marittimo.
- CE Craft Conformity Inspector.
- DPA Designated Person Ashore.
- CSO Company Security officer.
Breve Bio
Diplomato presso l’istituto Nautico di Savona “Leon Pancaldo” nel 1978. Servizio Militare in Marina nel Corpo delle Capitanerie di Porto come sott’ufficiale Specialista SAR, (Search & Rescue.) Ufficiale di Coperta su navi da Carico, Passeggeri e Piattaforme e nella logistica in nord Africa. Nel 1985 ha iniziato l’attività di Manutenzione a Consulenza nel settore yacht in Italia. Dal 2005 nel Principato di Monaco svolge attività di Consulenza Marittima, e Peritale nel mondo Navale e Yachts.
Ecco come si racconta il Capitano Piccardo
“Il mare è sempre stato il pane della mia famiglia ed io sono cresciuto a focaccia e navi. Il nonno morì nel 1942 al largo di Zampetta -Tunisia, silurato dagli inglesi. Mio zio era motorista sui MAS e poi ufficiale di macchina, sino a diventare Direttore di macchina. Mio padre da ragazzo partiva a bordo delle petroliere, nel dopo guerra e tornava a casa una volta ogni anno, anno e mezzo. Più avanti si specializzò come carpentiere sulla Ammiraglie della flotta italiana: la Raffaello, la Michelangelo, la Leonardo Da Vinci, tutte le grandi navi italiane. Viene in mente Lucio Dalla in quella canzone (Sulla rotta di Cristoforo Colombo), che definiva “Su questa rotta inconcludente tra Genova. e New York…”
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