Una magnifica contraddizione genovese: L’Albergo dei Poveri
L’Albergo dei Poveri potrebbe apparire a una prima lettura, come un equivoco nel senso di una logica mercantile e in contraddizione apparente con una mentalità genovese, secondo il pensiero comune, inteso come vox populi. In realtà stiamo per svelare “una magnifica contraddizione genovese”.

Progetti, obiettivi ed esempi virtuosi per gli studenti
I progetti presentati nel corso della Conferenza Cittadina delle Istituzioni Scolastiche del Comune di Genova svoltasi lo scorso 5 luglio, sono accomunati da un unico, fondamentale filo conduttore: l’opportunità di favorire e potenziare nelle scuole i linguaggi universali ed inclusivi offerti dalle attività espressive, artistiche, scientifiche, sportive, che possono concorrere a rendere il sistema formativo genovese più forte sul fronte della riflessione civica e sul coinvolgimento, anche emotivo, degli studenti.
L’Albergo dei Poveri
Nel presente articolo, in particolare, ritengo opportuno soffermarmi sulla sollecitazione a visitare l’Albergo dei Poveri, situato in piazza Emanuele Brignole, nel quartiere di Castelletto, a Genova. Il più grande palazzo storico e la più importante istituzione caritativa cittadina, riapre al pubblico i suoi spazi di maggior pregio architettonico e artistico, offrendo ai giovani e giovanissimi la possibilità di conoscere un aspetto insolito della nostra Città, in cui il palazzo più grande venne riservato ai più poveri da parte delle prestigiose famiglie genovesi, cui apparteneva proprio il fondatore dell’Albergo dei Poveri, Emanuele Brignole, che lo arricchì di opere d’arte per elevare lo spirito dei ricoverati coltivando in loro il gusto del bello.
Le visite guidate proposte ai ragazzi consentiranno di scoprire i più significativi spazi interni, dove saranno raccontati, in una modalità commisurata all’età e alle classi di appartenenza, i molteplici aspetti legati alla vita dei poveri all’interno dell’Albergo e il profilo di alcuni dei più importanti benefattori, molti dei quali sono stati personaggi di primo piano nella storia della nostra Città.
A Emanuele Brignole nobile genovese la scelta dell’edificio
Emanuele Brignole, esponente di una delle famiglie facoltose della nobiltà genovese del Seicento, ebbe il compito affidato dall’Ufficio dei Poveri – organismo che nella Repubblica di Genova si occupava dell’assistenza ai bisognosi – di individuare ed acquistare il luogo idoneo alla costruzione dell’edificio, inquadrato nella tradizione ospedaliera, ma dalle ineguagliate dimensioni monumentali, situato nella valle di carbonara, “vicino alla città ed insieme appartato, fuori di mano ma non fuori dagli occhi”.

L’intitolazione “Albergo dei Poveri”, che potrebbe suggerire soltanto l’idea di un grande ricovero per i bisognosi, in realtà non rende giustizia alla magnificenza delle opere d’arte in esso custodite, che gli valsero nella pubblicistica coeva l’appellativo di “Reggia dei poveri”, e che esprimono una sensibilità non comune nella volontà di accogliere gli indigenti non in un contesto dimesso e semplicemente funzionale all’offerta di ricovero, alimentazione ed istruzione, ma in un ambiente in cui la bellezza delle espressioni pittoriche e scultoree, oltre che delle straordinarie aperture sulla Città, potesse favorire un riscatto personale e sociale.
Un edificio simbolo delle “contraddizioni”
L’edificio stesso, la cui edificazione, avviata nel 1656 durò quasi duecento anni, è una splendida testimonianza di resilienza, poiché, proprio in concomitanza con la sua costruzione, dovette fare i conti con la peste, a causa della quale nelle fondamenta trovarono sepoltura circa diecimila vittime, e risultò subito difficile da erigere a causa del terreno in pendenza.
La privilegiata collocazione dell’Albergo dei Poveri nella realtà urbana genovese rimase tale fino all’inizio del secolo scorso, affermandosi come la più importante istituzione assistenziale cittadina, la cui funzione cessò alla fine del ‘900, per una ristrutturazione interna finalizzata ad ospitare le aule dell’Università degli Studi di Genova, che vi ha allestito aule e attività didattiche. Sarà interessante, e anche un po’ emozionante, guidare gli studenti – come già realizzato da alcune scuole – a visitare questo imponente edificio, magnifico simbolo delle “contraddizioni” che rendono unica la Città: una struttura di proporzioni e ricchezze artistiche degne di un palazzo reale, ma dedicata ai poveri e agli emarginati.
Solidarietà in perfetto stile genovese
È uno straordinario esempio di solidarietà, in perfetto stile genovese: grandiosa nei risultati ma sobria nella forma, come testimonia la stessa figura di Emanuele Brignole, che riposa all’interno della chiesa dell’Albergo in una sepoltura che volle con una lapide senza nome e situata in un punto dove sarebbero passati quei poveri cui aveva dedicato un’opera monumentale e tutta la sua esistenza.

Dirigente Scolastico
