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Una indimenticabile Festa della Santuzza (Santa Rosalia)

Palermo in onore di Santa Rosalia la “Santuzza”

Santuzza statua di Santa Rosalia
Suggestiva fotografia della processione di Santa Rosalia (la Santuzza)

Nello scorso mese di luglio ero a Palermo per una vacanza in Sicilia che, con il mio compagno, Giovanni Viviano, nativo palermitano e genovese da più di cinquant’anni, avevo nel cuore da tempo.

Nei nostri programmi un momento irrinunciabile era la partecipazione alla Festa in onore di Santa Rosalia (la Santuzza), Patrona del capoluogo siciliano, di cui proprio quest’anno ricorre il quattrocentesimo anniversario del ritrovamento sul Monte Pellegrino, oggi rinomato Santuario, delle Spoglie, portate in processione votiva a Palermo per la prima volta nel 1625, a seguito della quale la peste che affliggeva la Città si poté considerare sconfitta.

La Festa della Santuzza – Santa Rosalia

In previsione dei festeggiamenti della Santuzza, come affettuosamente i palermitani chiamano la Santa, che quest’anno si sono svolti dal 10 al 15 luglio, ero pronta a partecipare ad una ricorrenza al contempo sacra e profana, riconducibile alla tipologia di celebrazioni che si svolgono anche nella mia regione nell’ambito dei pellegrinaggi delle cosiddette Casacce, che costituiscono un inestimabile patrimonio di tradizioni religiose e culturali da tutelare e tramandare alle nuove generazioni.

Ma lo spectaculum che la sera del 15 luglio è “andato in scena” lungo le strade di Palermo ha superato di gran lunga le mie aspettative. Mi sono trovata a far parte di un rito collettivo che ha aggregato centinaia di migliaia di persone di ogni età e provenienza, tutte diverse e tutte insieme, riunite in un corteo che festosamente invadeva la Città, in attesa dell’arrivo del simulacro di Santa Rosalia.

La sera prima, la Festa era stata preceduta nella Piazza dei Quattro Canti da una suggestiva rappresentazione delle quattro SanteAgata, Cristina, Ninfa, Oliva – che all’epoca della pestilenza si erano prodigate con la loro intercessione e la cui opera era stata completata dalla Patrona. Durante la serata, magistrale è stato l’intervento del carismatico attore e cuntista palermitano Salvo Piparo che, come un Savonarola dei nostri giorni, ha arringato la folla, ma non per fustigarne i costumi, bensì per sollecitare e condurre una riflessione pubblica su Valori civici e religiosi, arrivando, lungo un ponte emotivo, ad incontrare i numerosissimi presenti; forse non tutti hanno compreso le forme dialettali del suo monologo, ma quando il coinvolgimento emozionale è così forte, il messaggio e la consapevolezza di condividerlo prevalgono sull’efficacia della comunicazione linguistica.

Una straordinaria processione e una suggestiva macchina scenica

La sera del Festino la macchina scenica ha messo in atto una processione di figuranti che rappresentavano la peste, simboleggiata da un impressionante stuolo di topi e di figure spettrali sotto la guida della personificazione del morbo. Seguiva un gruppo di donne in preghiera e finalmente si cominciava a intravvedere nell’oscurità la statua, imponente, dorata e velata, della Santa, la cui immagine è rinnovata a ogni ricorrenza e che quest’anno incedeva con le sembianze immense di una giovane donna recante in mano una rosa e portata da un carro a forma di giglio: l’esplicitazione figurata del nome della Santa, compendio dei due fiori.

La Santuzza sarebbe rimasta velata sino alla Cattedrale, dove i danzatori bianchi, sulle note de “Il Volo”, ne avrebbero rivelato la bellezza semplice e maestosa. In seguito il corteo ha attraversato la Città, mentre il tripudio senza fine dei fuochi d’artificio sulla “marina” illuminava ancora di più una notte che sarebbe stata lunghissima. L’ultima scena, prima del rientro in Cattedrale dopo alcuni giorni, ha previsto la collocazione della statua al Foro italico, dove la Santa ha potuto diffondere la Sua protezione sul futuro di Palermo e di quanti le sono fedeli nel culto.

“Viva Palermo, viva Santa Rosalia” tra i miei ricordi più preziosi

Conserverò con cura tra i miei ricordi più preziosi la partecipazione a quest’evento che, pur coinvolgendo una vera e propria moltitudine, ha raccontato a ciascuno una storia singolare: dalle reminiscenze dantesche alla devozione spirituale; dalla continuità di una tradizione famigliare alla curiosità turistica; dalla spensieratezza vacanziera ad una sommessa preghiera votiva.

Certamente la Festa in onore di Santa Rosalia è una catarsi collettiva che celebra, oltre alla devozione verso la Patrona di Palermo, la forza inestimabile di sentirsi, almeno per qualche giorno, parte di un Tutto di cui forse non si conoscono e non si percepiscono fino in fondo le ragioni, ma che delle ragioni può fare misteriosamente a meno.

“Viva Palermo, viva Santa Rosalia”.

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