Un titolo emblematico per Liliana Marchesi: CAVIE!
Una storia indesiderabile e carica di tensione..
Ha un titolo emblematico, ” Cavie”, l’ultimo romanzo di Liliana Marchesi. E’ una storia indesiderabile e carica di tensione.
Cavie
Cari lettori e care lettrici, nella rubrica curata da me,IL SEGNALIBRO, abbiamo avuto modo di conoscere prima Stefano Conti e poi Barbara Fiorio tramite le loro ultime opere editoriali.
Il libro che vi propongo oggi è “CAVIE” di Liliana Marchesi, un romanzo che è stato presentato in anteprima all’ultimo Salone internazionale del libro di Torino.
Un racconto adrenalinico e claustrofobico, fatto di colpi di scena e di un’angoscia crescente, che scorre veloce e che conferma la grande abilità di quest’autrice di tenere i suoi lettori incollati alla storia.
In CAVIE vi troverete catapultati nell’incubo che vivono i protagonisti e con loro sperimenterete un coraggio che dovrà essere più grande della paura, per sopravvivere al folle esperimento che li coinvolge.
Liliana Marchesi
LILIANA MARCHESI è nata nel 1983. Vive a Caravaggio, in provincia di Bergamo, insieme al marito e ai suoi due figli.
Dopo aver mosso i primi passi nel genere del PARANORMAL ROMANCE, ha trovato fissa dimora nel regno della DISTOPIA. E proprio per questo ha fondato IL PRIMO SITO ITALIANO dedicato al genere Distopico.
Curatrice di diverse rubriche ‘Distopiche’ sul web, fra cui Letture Divergenti per il sito ThrillerNord.
Liliana è rappresentata dall’Agenzia Letteraria Progetto Scrittura.
Ha pubblicato diverse opere e “CAVIE” è uscito il 29 agosto con La Corte Editore.
L’intervista
Il tuo romanzo già dal titolo, Cavie, evoca una storia indesiderabile e carica di tensione. Di cosa racconta?
– Prima di tutto grazie per questo spazio.
-Dunque Cavie racconta la storia di Cora e Kurtis, una donna e un uomo che si risvegliano all’interno di un bunker. Non sanno come ci sono finiti, chi li ha rinchiusi lì dentro e perché.
-Non ricordano in pratica quasi nulla del loro passato, ma questo non impedisce all’istinto di sopravvivenza di prendere il sopravvento. Ignari di ciò che li attende, affronteranno un labirinto disseminato di prove mortali, alla disperata ricerca della libertà e… della verità.
Quali suggestioni, quali spunti hanno ispirato una storia di questo tipo?
-Non saprei di preciso. Diciamo che ho un bagaglio d’immaginazione davvero ampio nella mia testa. Mi piace da sempre il genere Distopico, al punto di fondare un sito a esso dedicato, e spingere i miei personaggi al limite… Be’ diciamo che ce l’ho di vizio.
Cora e Kurtis
La protagonista del tuo romanzo è Cora: ci sono in lei parti di te più o meno evidenti?
– In ogni personaggio nato dalla mia penna, c’è qualcosa di me, persino nei più cattivi. Nel caso di Cora, direi che le ho trasmesso un po’ della mia determinazione. Il desiderio di fare chiarezza, infatti, la spingerà molto lontano.
Di Kurtis, il co-protagonista del tuo libro, cosa puoi dire ai nostri lettori?
– Kurtis è un personaggio molto enigmatico. Fino alla fine non riuscirete a farvi un’idea chiara su di lui. Sta dalla parte dei buoni o dei cattivi? Mente o dice il vero? A parte questo, posso dire che è un tipetto mooooolto affascinante.
Che cosa rende Cavie un romanzo imperdibile?
– A me piace sorprendere i lettori. In una storia ciò che amo di più sono i colpi di scena, perché quando l’autore cambia le carte in tavola senza che il lettore se ne accorga, il libro diventa indimenticabile. Quindi diciamo che quando scrivo una storia ambisco a questo, a stupire.
Perciò, se cercate un romanzo imprevedibile e con un ritmo serrato… CAVIE potrebbe fare al caso vostro.
Un po’ dei gusti di Liliana
Quali sono i tuoi autori e i tuoi libri preferiti? Ci sono opere del passato che consideri modelli per i tuoi romanzi?
– Ci sono diversi autori che stimo, soprattutto nell’ambito Distopico. Per farti un paio di nomi: Tahereh Mafi e Hugh Howey. E se vogliamo chiamare in causa autori del passato, non posso non citare Sheakespeare. Tuttavia, pur stimandoli e amando il loro stile, cerco sempre e comunque di trovare un mio percorso, di migliorare. Emulare gli altri non fa per me. Tengo molto all’originalità.
Da quanto tempo scrivi e come hai iniziato?
– Ho iniziato a scrivere dopo la nascita del mio primo figlio. Dicono che i figli quando nascono fanno emergere qualcosa di tuo, di viscerale. Un lato nascosto che attendeva da tempo di essere liberato. Credo sia vero.
-Infatti, devo ammettere che anche quando andavo a scuola, gli insegnanti non perdevano occasione per dirmi che la scrittura sarebbe stata la mia strada. Ma sai… da giovane non ascolti nessuno.
Il mio primo romanzo è nato quasi per gioco. Mi sono detta “Ma sì proviamo a partecipare a un concorso letterario. Scrivo un racconto”, ma il racconto sembrava non avere mai fine e… è nato Harmattan.
– Una sorta di favola dalle tinte dark, che parla di leggende africane e di amore. Un romanzo d’esordio che racchiude in sé tutta la mia inesperienza.
Un filone letterario
Leggere distopico è il primo sito italiano dedicato alla distopia. Come nasce l’idea di fondare un sito dedicato a questo filone letterario?
– Leggere Distopico era nato inizialmente come gruppo su Facebook, in cui archiviare titoli appartenenti al genere. Oggi reperirli è più semplice, anche grazie al nostro sito, ma qualche anno fa se parlavi di Distopia la gente ti guardava come se avessi appena pronunciato una parolaccia.
-Poi da cosa nasce cosa e, dopo aver arruolato uno Staff di persone eccezionali, ci siamo messi al lavoro e abbiamo costruito il nostro piccolo impero, con l’intento di renderlo un punto di riferimento agli amanti del genere, sempre alla ricerca di nuovi titoli interessanti.
-Mentre sulla piattaforma online sono classificati sotto i generi più disparati, da noi li trovi tutti in un unico calderone.
Il finale del libro
Un finale, quello del tuo libro, che mi fa sperare e supporre che non finisca tutto qui. Mi sbaglio?
– Se rispondo a questa domanda rischio di ritrovarmi il mio Agente sotto casa con uno sguardo minaccioso, quindi mi cucio la bocca e ti faccio gli occhi da cerbiatta! Funzionano?
Scrittrice