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“The Number of the Briggs”

La presentazione dei gialli best sellers di Antonio Biggio a tema Iron Maiden al Rock’n’Roll Milano

The Number of the Briggs - Antonio Biggio e Luca Tramontin
Antonio Biggio e Luca Tramontin al Rock’n’Roll Milano (Il titolo (The Number of the Briggs)

The Number of the Briggs – La Trilogia di Eddie

Il titolo è una delle tante parafrasi scherzose, opera di Luca Tramontin, che sono emerse durante la presentazione della trilogia di Eddie”, il trittico di gialli firmati da Antonio Biggio che ha animato la serata di giovedì 27 febbraio al Rock’n’Roll Milano. La data di nascita di Tramontin, 22.2.66 fa ovviamente eco (letterario e biblico) al celebre brano degli Iron Maiden (“666 The Number of the Beast) mentre Andrew Briggs è l’alter ego narratore di Antonio Biggio, protagonista anche dell’ultimo uscito “L’enigma dei tre Eddie.

Secondo l’abrasivo critico Luca Tramontin, in una veste insolita solo se non si conoscono i suoi studi (storia e sport britannici e laurea in lettere con una tesi sui Led Zeppelin): «Briggs non è un “doppio” sparato per finto protagonismo, anzi è ineditamente discreto nelle percentuali di “auto”». Argomenti biblici, integralismi, guerra fredda, attentati, realtà storiche intrecciate benissimo con gli Iron Maiden usati “a scansione temporale”.

Temi che difficilmente si associano a una presentazione informale, amichevole e divertente, per un pubblico eterogeneo di sportivi, metallofili, giornalisti e curiosi tra i quali svettavano le risate intelligenti e fragorose di Barbara Volpi, profonda conoscitrice del mondo rock, e Tania “Titania” Galante di Radio Freccia, preparatissima a riprendere intere sezioni del libro, e a riprendersi da attacchi di riso provocati dal rugbista-rocker di Sport Crime – e grande estimatore dei romanzi di Biggio – Luca Tramontin.

The Number of the Briggs da tutti i punti di vista

La produttrice e protagonista di Sport Crime Daniela Scalia (che ha voluto sia i romanzi di Biggio che l’autore stesso nella sua serie) ha dichiarato di sentire il ritmo narrativo, soprattutto in “Eddie deve Morire” di un romanzo che può tranquillamente (si fa per dire, visto il carico di tensione del libro che apre la trilogia) piacere anche «a chi detesta gli Iron Maiden».

Infatti, l’impianto narrativo, tra solide strutture alla Agatha Christie, riferimenti storici precisi e flussi brevi molto interni e coinvolgenti, allontana del tutto il «Tris» da un idea di libro per e da fanatici mono-band.

«Antonio usa l’arte degli Iron anche, e non solo, come scansione temporale quasi sportiva, come noi rugbisti non diciamo Casale 1988, ma “l’anno con Stefano Bettarello”, e noi rocker diciamo “il periodo di Powerslave”, poi casomai, se proprio serve torniamo all’aritmetica del calendario normale». Così ha ribadito ancora Tramontin, che ha dedicato una vita a sport, musica e storia britannica: «L’Inghilterra della Regina Vittoria e quella di Bruce Dickinson sono la stessa terra, in Italia si parla come fossero territori diversi, Rugby, Black Sabbath, Cricket, Earl Grey Tea, vengono tutti da lì, e per favore portami una IPA, Indian Pale Ale, una birra che parla di colonie britanniche e di Coleridge, come certi pezzi degli Iron, e come “The Rhyme of the ancient Mariner».

Davvero uno spettacolo, il valore dei libri e gli echi della presentazione.

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