The Black Hole: l’invisibile diventa visibile !?
La fantascienza diventa realtà, la scienza diventa immagine. Dalla penna creativa di J. Verne–Dalla Terra alla Luna”-, cui per molti anni si pensò solo come fantasia di uno scrittore molto creativo, prima di vedere davvero un uomo saltellare leggero, ponendo il primo piede terrestre sul suolo lunare, alla teoria scientifica sulla relatività di Albert Einstein, ora più che mai agli onori della cronaca planetaria.
Quello che il mondo ha visto oggi in contemporanea, anche se a differenza di fuso orario, è a suo modo una contraddizione seppur logica in fondo. Infatti, abbiamo visto l’immagine di un buco nero, al centro di una galassia distante 55 milioni di anni luce dalla terra nello stesso momento, ma in realtà in una parte del pianeta splendeva il sole e in un altro posto si affacciava la luna.
Per cui, contraddizione apparente o meno, anche la prima foto del black hole, in altre parole del buco nero in realtà non ci mostra il buco, ma l’orizzonte, il contorno dello stesso. I buchi neri, perché ce ne sono tanti nelle galassie, hanno una densità tale, da generare un campo gravitazionale così potente che neppure l’energia elettromagnetica, che include la luce visibile, può nulla per sfuggire alla loro attrazione. Quello che si vede è polvere, gas, la stessa luce che circonda questo nero assoluto. Come una sorta di tubo di scarico che tutto risucchia e nulla restituisce.
Ci sono voluti anni, un esercito di scienziati per creare un radio telescopio cosi grande da poter vedere il nostro black hole all’interno della galassia M87, che ha una massa equivalente a 6,5 miliardi di soli. Una cosa gigantesca. E’ qui la terza apparente contraddizione di quest’articolo. In realtà, non si tratta di un solo occhio, cioè di un unico radio telescopio, ma di diversi radio telescopi sincronizzati al nano secondo e orientati nello stesso preciso punto della galassia, grazie al progetto internazionale Event Horizon Telescope (Eht),che con il supporto di scienziati anche italiani, ha creato una rete di apparecchiature legate tra di loro in stile tela di ragno.
Immagino l’eccitazione della comunità scientifica mondiale e la fantasia galoppante degli scrittori e degli amanti del fascino misterioso della natura, di fronte a questo evento che ci proietta sempre più in avanti verso la conoscenza sulla creazione di questo sconosciuto universo. Di nuovo, fantascienza e realtà!
Più prosaicamente e non in modo irriverente, osservando attentamente l’immagine di M87, che somiglia un po’ a una ciambella attorno al nero, mi viene in mente un cosiddetto luogo comune e anche qui in modo un po’ contradditorio, potremmo ammettere che stavolta “ la ciambella è uscita col buco!”
R.Ardizzone