Solo il “Colonnello” Bernacca ha il suo Meteo Museo
Il Colonnello Edmondo Bernacca
A 110 anni dalla nascita Edmondo Bernacca, il colonnello che ha reso il meteo un appuntamento fisso nelle case degli italiani, continua a essere un punto di riferimento per la meteorologia nazionale. Vogliamo evidenziare qui alcune date che potrebbero apparire come “coincidenze” nella vita del colonnello più famoso d’Italia. Eccole:
- È nato il 5 settembre 1914 a Roma.
- È morto il 20 settembre 1993 a Roma.
- Il 1° gennaio 1940 iniziò la sua carriera meteorologica presso l’Aeronautica Militare.
- Il 1° gennaio 1968 avviò la conduzione del programma televisivo “Che tempo fa” sulla Rai.
- Il 19 gennaio 1975 concluse la sua brillante carriera come conduttore di “Che tempo fa”.
- Il Museo della Meteorologia e del Clima, che porta il suo nome, è stato inaugurato il 12 gennaio 1996. Questo museo è ospitato presso la biblioteca “Abate Emanuele Gerini” a Fivizzano, dove Bernacca era solito trascorrere il suo tempo libero. Al suo interno sono collocati diversi strumenti per le previsioni, contenuti multimediali e una suggestiva esposizione sulla scienza climatologica.
Perché Bernacca è così importante per la meteorologia e nell’immaginario collettivo?
Il linguaggio semplice del Colonnello, che è stato il pioniere delle previsioni in TV, ha reso comprensibile a una vastissima platea di ascoltatori, concetti complessi e fino a quel momento sconosciuti. Basti pensare alle isobare, ai millibar della pressione atmosferica. Il suo è stato un appuntamento fisso, immancabile per ogni famiglia italiana e il suo ruolo per la televisione italiana, ha rappresentato un momento educativo e di cultura. Oggi, Bernacca è ancora nel cuore degli italiani non solo per il suo volto sorridente e il suo modo signorile di spiegare la materia, ma anche per la sua capacità di evitare il sensazionalismo che caratterizza spesso le previsioni odierne. Possiamo definirlo forse una forma di “effetto nostalgia”? Ancora una curiosità: quanti sanno che il Colonnello Bernacca era appassionato di Vela? Noi ce lo aspettavamo, seppur non lo avessimo mai “sospettato”, ma sicuramente chi più di Bernacca poteva essere a conoscenza del famoso”Principio di Bernoulli“?
Il Meteo oggi?
Sono tanti se non quasi tutti, i meteorologi che oggi vediamo in televisione e su internet o nelle applicazioni, che si ispirano a lui, seguendo e proseguendo le sue orme nella divulgazione scientifica. Si trovano ovunque articoli e approfondimenti sulla figura di Edmondo Bernacca e al suo contributo alla meteorologia. Ancora oggi è di attualità il suo libro “Il Tempo e il Clima” del 1982.
Le previsioni del tempo sono cambiate di molto oggi. Tecnologia e dati disponibili sono tantissimi, ma il meteo è una materia complessa, piena di variabili improvvise e sebbene le previsioni siano più accurate rimangono attendibili solo a breve scadenza. Dobbiamo tenere presente che le previsioni non danno una certezza assoluta, ma una stima. Ecco perché l’eredità del Colonnello Bernacca è ancora viva ed ecco perché abbiamo voluto sentire forse la meteorologa più conosciuta oggi in TV, Stefania Andriola, del METEO.IT. Le abbiamo telefonato e chiesto di dirci due parole sul Colonnello, l’unico con il suo Museo.
Il “metodo Bernacca” di Stefania Andriola
Stefania << Guarda mi viene da sorridere…. quando ero piccola mio padre mi chiamava “la mia Bernacca” perché passavo ore con il naso appiccicato alla finestra della mia cameretta, guardando il cielo e le nuvole passare, quindi penso che lavorare in un centro meteorologico fosse un po’ scritto nel mio DNA. Edmondo è sicuramente un grande punto di riferimento e di ispirazione perché, come hai detto anche tu, è molto importante il messaggio meteorologico sia il più comprensibile possibile; nel momento in cui vado in onda voglio essere chiara, senza utilizzare terminologie che possono confondere chi mi ascolta.>>
<<Ti confido anche questo “segreto”: per contrastare la disinformazione meteorologica, quella che purtroppo imperversa in rete dove ad anticicloni e perturbazioni vengono dati nomi assurdi tratti dalla mitologia, abbiamo deciso di numerare le perturbazioni, ritornando proprio al metodo Bernacca. Numerare le perturbazioni serve per capire quanti sistemi perturbati effettivamente hanno raggiunto l’Italia nell’arco di un mese, dare notizie corrette e dal valore anche climatologico. La conservazione di questo tipo di dati permette di avere anche dopo anni un’idea rapida su quanto sia stato perturbato uno specifico mese del passato, oltre a poter fare sempre rapidamente confronti di mesi di anni differenti. >>