Seggi e saggi. Elezioni e lezioni
Seggi e elezioni
A poche settimane dallo svolgimento delle elezioni politiche non si sono naturalmente ancora spenti gli echi delle contrapposizioni dei Partiti e dei Movimenti in campo, in attesa della formazione della nuova squadra di governo. Talvolta, nelle Istituzioni scolastiche, teatro delle operazioni di voto, il ricordo della competizione è ancora più forte, non per impropri debate ideologici ma, purtroppo – almeno così è successo nella mia Città – per le discutibili condizioni igieniche ed organizzative nelle quali sono state lasciate le scuole dopo il disallestimento dei seggi.
Elezioni e mancato senso civico
Come sempre, non è stata, infatti, un’esperienza isolata il rinvenimento, al rientro dopo la pausa didattica forzata, di cabine, brandine, cartoni vuoti di pizze e altri “ricordi”. Al di là della riflessione sul mancato senso civico nei confronti di edifici destinati ad ospitare quotidianamente bambini e ragazzi per un’azione educativa e didattica che dovrebbe essere al centro dell’attenzione e del rispetto di tutti i cittadini e soprattutto di chi li amministra, il problema è a monte. È quanto mai anacronistico che in una Società che chiama le scuole a potenziare l’orario di permanenza degli studenti, moltiplicando in ambito scolastico ed extrascolastico gli ambienti d’apprendimento, lo svolgimento delle operazioni di voto e delle consultazioni referendarie ricadano inesorabilmente sui locali scolastici, compromettendo, prima di tutto, la continuità didattica, già abbastanza taglieggiata, in questi ultimi anni a causa della pandemia, e chiedendo alle famiglie di adeguarsi alla tempistica delle operazioni elettorali.
Riflettori accesi su uno scenario inconciliabile con la scuola
E’ opportuno tenere accesi i riflettori su questo scenario ormai inconciliabile con le esigenze della scuola e della società odierna, perché il rischio è quello di assecondare il problema – nel segno di quel “ce la possiamo fare lo stesso” che connota spesso l’approccio di docenti e dirigenti nei confronti delle disfunzioni scolastiche – ipotizzando addirittura di posticipare il rientro a scuola dopo la pausa elettorale per consentire il completamento dello sgombero del materiale e la pulizia dei locali. Occorre, al contrario, non solo pretendere la restituzione puntuale degli spazi così come trovati, ma, soprattutto, sollecitare gli Amministratori a cercare soluzioni alternative.
Il Viminale ha istituito un tavolo di lavoro, il cui documento finale è stato indirizzato ai sindaci, attraverso la circolare n. 4/2021, invitandoli a proseguire sulla strada, già avviata, che conduce all’individuazione di edifici diversi, tali da garantire agli elettori l’accessibilità e la sicurezza degli spazi, con dotazioni igieniche adeguate, e una sala della votazione con una sola porta, capace di ospitare non meno di tre cabine tali da assicurare la segretezza del voto. Lo stesso documento suggerisce di insediare le sezioni elettorali, oltre che negli uffici comunali, comprese le sale consiliari, nelle palestre, nelle biblioteche e ludoteche, nelle fiere e nei mercati coperti, oltre che nelle strutture non più destinate all’uso previsto in tempo di emergenza sanitaria.
Ci vorrebbe un “gruppo di lavoro” in previsione delle prossime elezioni
In collegamento con il tavolo ministeriale, sarebbe utile la costituzione di un gruppo di lavoro, formato da esponenti dell’area tecnica degli Enti Locali interessati – i Comuni per le scuole del primo ciclo e le Province per le scuole superiori – per trovare soluzioni riconducibili alle diverse caratteristiche dei territori d’appartenenza. Inoltre, poiché alcune Amministrazioni virtuose sono già riuscite ad individuare locali alternativi alle scuole, sarebbe importante la disseminazione delle buone pratiche confrontando le diverse realtà e opportunità.
Il voto elettronico
In coerenza, inoltre, con un processo di digitalizzazione destinato a rinnovare sempre di più ogni settore della vita pubblica, non si può non citare l’introduzione del voto elettronico con la conseguente diminuzione dei seggi elettorali locali e la promozione dell’esercizio del diritto di voto da parte di cittadini con particolari problematiche di salute o di lavoro. Ogni tanto si legge a proposito dei “Saggi” che supportano i Sindaci mettendo loro a disposizione le diverse professionalità per incentivare la qualità dell’azione amministrativa: sarebbe un bell’esempio di saggezza se concorressero anche a focalizzare misure alternative all’occupazione delle scuole da parte dei seggi elettorali. Forse, come significativo “effetto alone” potrebbe beneficiarne anche la partecipazione al voto per un rinnovato consenso civico verso i meccanismi della vita democratica.
Dirigente Scolastico