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Scienza e Fantascienza a confronto da domani a Varese

A gran velocita tra scienza e fantascienza – Alan9187

Scienza e Fantascienza

“Scienza e Fantascienza” anche quest’anno si ripropone a Varese, organizzata dall’Università dell’Insuria. Da domani e con un calendario estremamente interessante suddiviso in quattro tappe settimanali, scienziati ed esperti parleranno di un argomento curioso e inquietante. Il pay off infatti “Non solo virus. I nemici invisibili”, sicuramente coinvolgerà anche una vasta platea da ogni parte del pianeta, che potrà collegarsi in diretta via internet.

Avrei voluto fare l’astronauta

Come già sa chi mi segue dall’inizio della mia collaborazione con Globe’s Today, da bambino volevo fare l’astronauta. Purtroppo i tempi non erano maturi, perché allora solo sovietici e americani ne avevano la possibilità, per cui la mia vita ha preso altre strade. Forse dovrei aggiungere “per fortuna”, perché il genere di astronauta che volevo essere non era certo quella sorta di “camionisti dello spazio” che sono diventati (sia detto con il massimo rispetto) quelli odierni, che hanno come massimo obiettivo quello di portare una navetta carica di rifornimenti e nuovo personale a qualcuna delle varie stazioni spaziali che ci girano sulla testa.

Intendiamoci, non dubito che anche quella sia un’esperienza fantastica, ma io volevo essere un tipo alla Armstrong, un esploratore di mondi, e temo proprio che quando si andrà finalmente sul prossimo, ovvero Marte, io sarò in ogni caso troppo vecchio: quindi, tutto sommato, meglio così.

È fondamentale “trovare” la vocazione

Ma, come sempre accade (credo di aver già detto anche questo), quando si trova la propria vera vocazione si finisce sempre per ricuperare, prima o poi, tutte le cose che si erano lasciate per strada, anche se in forme diverse. E così è stato anche per la mia passione per lo spazio, che ho potuto vivere lo stesso, anche se non ci sono andato fisicamente, da un lato grazie alla mia partecipazione alla ricerca della vita extraterrestre e dall’altro attraverso la mia passione per la fantascienza.

Il Seminario sulle scienze dello spazio

Fin dal primo anno in cui avevo cominciato a insegnare filosofia della scienza a Varese, nella primavera del 2004, avevo subito organizzato un Seminario sulle scienze dello spazio a cui avevo invitato i miei amici del SETI, il programma per la ricerca di civiltà extraterrestri di cui parlerò in un prossimo articolo. Ma la fantascienza mi mancava e così, non osando proporla esplicitamente, stavo cercando un modo per “contrabbandarla” di soppiatto attraverso il suddetto seminario, quando, nel 2013, sorse l’esigenza di riorganizzare la nostra laurea magistrale in Scienze e Tecniche della Comunicazione.

Una sera, tornando in treno da Varese a Milano, ne stavo giusto parlando con un mio collega, Antonio Orecchia, che prima di dedicarsi a tempo pieno all’università aveva fatto per quattro anni lo sceneggiatore delle storie a fumetti di Bip-Bip e Vil coyote, il quale a un certo punto mi disse: «Ma perché non fai un bel corso su scienza e fantascienza? Saresti proprio la persona giusta!»

«Aah, beh, sì, insomma… per la verità non ci avevo MAI pensato, ma in effetti, forse, si potrebbe…», feci io, sforzandomi di simulare indifferenza, anche se in realtà non stavo più nella pelle.

Un editore come “catalizzatore” per la mia idea

E infatti, non appena arrivato a casa, mi misi al computer e buttai giù una prima bozza del progetto. La mattina dopo, appena sveglio (cioè verso mezzogiorno, visto che, come da mia inveterata abitudine, avevo lavorato fino all’alba), mi attaccai al telefono e composi il numero della Sergio Bonelli Editore.

Perché proprio la Bonelli mi chiederete? Ebbene, il fatto è che sì, la fantascienza mi era sempre piaciuta, ma la vera passione era esplosa solo con la scoperta di Nathan Never, una straordinaria saga ormai quasi trentennale creata nel 1991, appunto per la Sergio Bonelli Editore, dalla “banda dei sardi” (Antonio Serra, Michele Medda, Bepi Vigna), che considero il più bel fumetto di fantascienza di sempre, non solo per la bellezza dei disegni e la vastità della trama, ma anche e soprattutto per la sua concezione dell’umano. Così fu del tutto naturale (o, se preferite, fu ancora una volta il Destino) che il mio primo passo nel mondo della fantascienza consistesse nel chiedere un appuntamento ad Antonio Serra.

Antonio Serra il creatore di Nathan Never

All’interno di un fumetto

Due giorni dopo mi trovavo all’interno di un fumetto.

In realtà si trattava dello studio di Serra, che però avevo già visto riprodotto un paio di volte in Legs Weaver (uno spin-off della serie principale) in versione caricaturale. O almeno così credevo. Quando vi entrai, però, mi resi conto che la presunta caricatura era invece un ritratto assolutamente fedele dell’originale, collezioni di pupazzi di Godzilla e di fuciloni di plastica comprese.

Anche il vero Serra era molto simile alla sua caricatura, ma soprattutto era simile all’idea che me ne ero fatto leggendo per oltre vent’anni anni le sue storie, in cui aveva messo così tanto di sé. Per fortuna anche lui mi considerò sufficientemente pazzo per i suoi gusti (come mi disse tempo dopo, quando ormai eravamo diventati amici) e le cose si misero subito bene. Così, dopo avermi presentato Glauco Guardigli, a cui da poche settimane aveva affidato il compito di curare la sua “creatura” più importante, essendo lui stato incaricato di sovraintendere alla produzione di tutte le collane bonelliane, mi fornì tutti i contatti che mi servivano per muovermi adeguatamente nel per me ancora sconosciuto mondo della fantascienza italiana.

Scienza & Fantascienza

Era appena nato Scienza e fantascienza nei media e nella letteratura, primo (e finora unico) corso universitario italiano dedicato alla fantascienza, insieme al suo inseparabile “gemello” Scienza & Fantascienza, un ciclo di conferenze pensato in primo luogo per gli studenti, ma aperto anche al pubblico esterno, che è giunto ormai alla sua ottava edizione.

Il primo anno

Per la verità, il primo anno di scienza si parlò ben poco, perché io per primo avevo bisogno di imparare il più possibile e il prima possibile, se da semplice appassionato volevo trasformarmi nell’esperto che il mio nuovo ruolo mi imponeva di essere: così organizzai all’Insubria ben 13 conferenze, sviscerando il tema da ogni punto di vista immaginabile, compreso il collezionismo di fantascienza, tanto che il ciclo del 2013 (di cui all’Insubria conserviamo la videoregistrazione integrale) può essere a buon diritto considerato come una sorta di introduzione generale alla fantascienza.

Gli anni seguenti

Negli anni seguenti, invece, si è iniziato a rispettare maggiormente il concetto del corso, affrontando di volta in volta un tema specifico, scelto tra i “classici” della fantascienza oppure imposto dall’attualità, e trattandolo sia dal lato “scienza” che da quello “fanta”, cercando (e – devo dire senza falsa modestia – in genere riuscendoci) di avere sempre con noi i migliori esperti del campo su entrambi i fronti. In sette anni abbiamo tenuto 47 incontri, con circa 2500 presenze complessive, oltre 200 servizi sui media locali e più di 50 relatori (molti dei quali sono intervenuti in più edizioni).

Un’esperienza didattica profondamente innovativa

La cosa più notevole, comunque, è stata la possibilità di attuare un’esperienza didattica profondamente innovativa, dato che dal confronto tra scienza e fantascienza è possibile fare emergere riflessioni su molti classici problemi filosofici, come la gestione della tecnologia, la natura dell’intelligenza, il rapporto mente-corpo, l’identità personale, il rapporto con l’altro, l’origine della vita sulla Terra e forse anche su altri pianeti, per non parlare di tutte le tematiche etiche, politiche, sociali e religiose.

Inoltre, il corso non ha un programma nel senso tradizionale del termine, ma piuttosto un insieme di spunti, suggestioni e materiali tra cui gli studenti devono scegliere un tema su cui poi fare un lavoro di approfondimento personale, che io seguo in tutto il suo svolgersi, un po’ come se fosse una mini-tesi. Il fatto che in genere facciano perfino più di quanto viene loro richiesto è la miglior prova del successo di questo approccio.

La collaborazione con l’Enciclopedia Treccani

Di strada certamente ne abbiamo fatta tanta e il miglior modo di celebrarla è stato forse il fatto che proprio quest’anno la “mitica” Enciclopedia Treccani mi abbia chiesto di scrivere la voce Fantascienza per Parole del XXI secolo, uno dei suoi periodici volumi di aggiornamento ormai di prossima uscita: un prestigioso riconoscimento, che, più che me, va a premiare tutti gli straordinari amici che con la loro competenza e la loro disponibilità hanno reso possibile questa meravigliosa avventura.

I miei trattati

I temi trattati fino ad oggi sono stati i seguenti: L’immagine degli alieni nella scienza e nella fantascienza (2014); L’ucronia: storie alternative immaginarie e reali (2015); Tu, robot. L’intelligenza artificiale dalla fantascienza alla vita quotidiana (2016); Là dove nessuno è mai stato prima. I viaggi spaziali ieri, oggi, domani e… dopodomani (2017); Marte, che passione! (2018); Cosa resta della Luna (2019). Quest’anno doveva toccare ai Supereroi, ma la realtà ci ha imposto di cambiare, anche se non per questo ci appiattiremo sui luoghi comuni dominanti, fin dal titolo, che infatti sarà: Non solo virus – I nemici invisibili.

Fantascienza e realtà

L’idea è di trattare sì il tema del virus nella fantascienza e nella realtà (mostrando, come sempre, come la prima ci aiuti a capire meglio la seconda), ma anche altri pericoli ad esso collegati, forse ancor meno visibili, ma non certo meno reali né meno letali, come per esempio la paura, la disinformazione, il rischio della loro strumentalizzazione da parte del potere di turno e quello, tanto grave quanto sottovalutato, del possibile tracollo economico.

Rita Carla Francesca Monticelli e Sebastiano Fusco

A questo scopo avremo con noi molti relatori di grande livello, tra cui segnalo almeno gli illustri critici di fantascienza Sebastiano Fusco e Gianfranco De Turris, le scrittrici Rita Carla Francesca Monticelli e Paola Mastrocola, il dottor Raffaele Pugliese, il filosofo e politico Massimo Cacciari, il deputato di “Noi con l’Italia” Maurizio Lupi, il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini e il grande sociologo Luca Ricolfi.

Il programma di Scienza e Fantascienza analizzerà gli errori e gli spunti positivi

Non nascondo che quest’anno sarà presente anche un tono polemico che non ci è abituale, ma che stavolta è inevitabile, perché dovremo per forza parlare dei molti e gravi errori che abbiamo commesso, in Italia e negli altri paesi occidentali, e che purtroppo ci stiamo avviando a ripetere, con conseguenze che rischiano di essere altrettanto tragiche, mentre in Asia e in Oceania le cose sono andate molto meglio, anche se nessuno lo dice. Non mancheranno però, come sempre, anche spunti positivi e propositivi.

Interverranno dalla UCSS di Lima in Perù

Paolo Musso discute con gli studenti indigeni di Nopoki (marzo 2017)

Tra essi voglio segnalare in modo speciale l’intervento durante l’incontro finale, in collegamento diretto dal Perù, dei miei amici della UCSS di Lima, dove dal 2005 mi reco tutti gli anni come visiting professor, i quali parleranno della straordinaria esperienza della loro filiale amazzonica, la UCSS-Nopoki di Atalaya (che vi racconterò in dettaglio in un prossimo articolo), in cui da 12 anni studenti di 19 popoli amazzonici studiano insieme la nostra cultura e la propria, grazie alla presenza come professori di alcuni dei loro “saggi”. Ciò li aiuta a conservare la propria identità senza “imbalsamarla” (come piacerebbe a molti antropologi), ma permettendole di evolvere senza snaturarsi, il che ha già cambiato in meglio molte cose nell’Amazzonia peruviana. La nostra speranza è che possa diventare presto un modello per tutti.

Un evento aperto a tutti

La locandina di Scienza & Fantascienza

Gli incontri si terranno nei giorni 14 e 29 ottobre e 11 e 25 novembre, sempre alle 14,30, e chiunque potrà seguirli via Teams collegandosi al link che verrà pubblicato ogni volta nella home page dell’Insubria alla sezione Eventi.

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