Sanremo? Prima o poi saremo a Sanremo
Sanremo? Siamo ottimisti, prima o poi Saremo a Sanremo, meglio è Carlo Denei che arriverà finalmente alla sua agognata meta. Così dicono. Vedremo. Facciamoci due risate intanto, che in questi tempi di coronavirus, dobbiamo stare tutti in casa. E allora leggiamo la quinta puntata, almeno il tempo passa più in fretta. Se avete perso la quarta puntata leggetela cliccando qui.
Prima tappa, primo flop
Quello di oggi è il giorno più difficile e impegnativo perché prevede moltissime soste con esibizione. Prima di arrivare a Sestri Ponente, dove mi aspettano ben otto appuntamenti, ne ho due in zona Sampierdarena.
Essendo questo il “concerto più lungo del mondo”, andrò nei negozi che avevo preventivamente contattato, per cantare una canzone del cd dal vivo e “Saremo a Sanremo” in playback, con la cassa a rotelle. Il negoziante consenziente “adotterà” cinque dischi che poi regalerà ai suoi clienti.
Il primo esercente del mio viaggio è l’“Osteria Marinara A Lanterna”, gestita dalla storica comunità di Don Gallo. La mia visita al locale voleva essere solo un passaggio simbolico, che qualche giorno fa, aveva avuto la benedizione di Domenico Megu Chionetti, per tanto tempo braccio destro dell’amato Don.
Entrato nel locale ho trovato una sorpresa da farmi luccicare gli occhi: non c’era nessuno!
Essendo un’ora pomeridiana molto inoltrata, non si vedeva manco un cliente seduto a tavola. I Megu Chionetti boys e lo stesso Megu erano in manifestazione a De Ferrari.
All’appello mancava pure Nicola che, seguendomi in automobile per via dei suoi problemi di salute, non trovava parcheggio. Così un cuoco del ristorante m’ha passato una chitarra per mancini con solo quattro corde, per di più scordate. Con gli occhi iniettati di fiele, ho accennato un’esibizione rivolgendomi alla telecamera di Max, poi siamo ripartiti con le ali ai piedi, ma solo per via del leggero ritardo sulla tabella.
A camminare con me oltre al regista Max Gaggino, ci sono Maurizio, mia moglie Laura con nostro figlio Riccardo, il mio vecchio amico Marco con la moglie, il pittore, musicista e amico Franco Buffarello (che è rimasto vestito da pittore come a De Ferrari, con tanto di quadro col mio ritratto, matite e pennelli) e l’irriducibile Renzo Bonissone.
Seconda tappa: “Bar Mix” di Erika.
Stavolta ad attenderci c’erano almeno dodici clienti. Una bella soddisfazione, se si pensa al battage pubblicitario che ho fatto in questi ultimi mesi!
Tra gli avventori era presente la giornalista e amica Corinna Ivaldi e Salvatore Baghino, pittore come Buffarello che, pure lui, m’ha fatto un ritratto. E dire che quando ero bello nessuno mi dipingeva con codesta solerzia! Al “Bar Mix” ho potuto fare la prima, vera esibizione. Dopo aver eseguito “Occhiali cinesi”, stavolta accompagnato da Nicola che ha trovato parcheggio, ho acceso il monitor a rotelle e ballato sulle note di “Saremo a Sanremo”.
Lasciato il bar di Erika sono stato richiamato all’ordine da Baghino, il pittore, che m’ha fatto notare che stavo dimenticando il suo regalo: un preziosissimo Baghino olio su legno rappresentante un Denei attonito. Il problema di questo dipinto è che, oltre a mostrarmi in tutta la mia mostruosità, è molto grande e rigido, non posso arrotolarlo e neppure rifiutarlo, altrimenti offenderei il pittore. Avrei potuto dimenticarlo vigliaccamente su un tavolino del bar, ma il Baghino se ne sarebbe accorto subito, e così è stato. Giocoforza, ho lasciato il locale di Erika con zaino in spalla e dipinto sotto il braccio destro.
Sestri Ponente
Dopo un’ora di cammino a passo sostenuto, un Baghino sotto il braccio destro e un’ascella unta d’olio, non avevo perso neppure uno dei miei seguaci, figurarsi Renzo Bonissone che è presidente dell’Ucam (Unione Camminatori Amici della Montagna).
Entrando in Sestri, sembravo Gesù a Gerusalemme con i suoi apostoli.
Non so se a qualche rockstar sia mai capitato di cantare in una profumeria: a me sì. E dire che come cantante mi esibisco da così poco tempo! La performance è piaciuta a tutti, anche ad alcune vecchie signore che provavano dei rossetti e che, inizialmente infastidite dalle mie note, s’erano macchiate i baffi.
Proprio a fianco alla “Profumeria Grossi” hanno allestito una pista per pattinaggio su ghiaccio e quelle serpi dei miei accompagnatori insistevano affinché mi esibissi a centro pista. Ho rifiutato con fermezza, anche perché mi attendeva il secondo concerto alla valigeria Baratelli. Pure questo negozio credo manchi a moltissimi dei più grandi, come Zucchero, Ligabue o Albano. Forse Albano, che è basso, avrà cantato sopra una valigia, ma in un negozio intero, penso mai.
Subito ci siamo spostati da “Besos”, un esercizio molto carino che si occupa di arredamenti shabby chic, allestimenti per matrimoni ed eventi, in Via Caterina Rossi dove non c’era nessuno.
Intendiamoci, c’erano i prodotti, le commesse, ma non c’era gente. Può capitare in certi momenti della giornata, e poi non stiamo parlando di un panificio. Qui il pubblico eravamo noi (il mio gruppo apostolico) più le due ragazze al bancone. Nel vedere codesta desolazione non mi sono certo demoralizzato. Son tutti buoni a dissipare energia e vitalità di fronte a spalti gremiti! La mia bravura sta nel dare a due persone la stessa verve che si darebbe ad un Politeama Genovese esaurito. Poi, e qui lo dico con orgoglio, la mia prerogativa è sempre stata quella di gremire le case. Ricordo che quando, finito il periodo dei Cavalli Marci, feci il mio primo spettacolo al Teatro della Tosse, non s’era mai vista così tanta gente a casa. C’erano le case gremite, stipate di gente. Ebbene sì, sono l’allerta rosso dello spettacolo!
Come se nulla fosse, senza leggere nei volti dei miei apostoli una smorfia di delusione, siamo volati verso il quarto appuntamento, quello con Enrico Montolivo, megadirettore galattico del negozio più antico di Sestri: Giglio Bagnara!
Enrico ci ha accolti con un buffet nel foyer del negozio e a lui ho mostrato con orgoglio le scarpe che indossavo. Calzature che giorni fa mi aveva regalato proprio per la traversata ligure. Ancora un bel “Saremo a Sanremo” nel foyer, un altro lì di fronte, proprio nel bel mezzo di Via Sestri dove nessuno fino a ieri mi conosceva come mendicante, e poi via, nel negozio della mia amica Monica, “Blu di Genova”, la boutique più ricercata di Sestri!
Andando da lei ho perso qualche apostolo, tanto che eravamo solo in quattro: Nicola, Maurizio, io e l’impavido Renzo. Max Gaggino, un regista sempre sul pezzo e mai domo, ha gettato la spugna nel tardo pomeriggio ed è tornato a casa lasciandomi in pegno (ma non ho ben capito perché), i suoi jeans, che domani riprenderà. In realtà non ho visto se avesse altri calzoni oppure se sia andato a casa in mutande. Devo tenerlo d’occhio; non per altro, ma dopo il caso di Asia Argento col produttore Harvey Weinstein, pure i registi in questi ultimi tempi si stanno facendo una pessima fama.
Infine abbiamo visitato gli esercizi che sarebbero rimasti aperti dopo le 19 e 30, ovvero la “Magic Sound School” dell’amico Gino, la pizzeria “Lampara” di Enrico, e l’osteria “Da o Neo”.
In questi ultimi due posti eravamo soltanto Nicola ed io, abbandonati persino dall’indomito Renzo Bonissone. Inspiegabilmente il gestore della “Lampara” ha adottato i cinque cd ma ci ha chiesto di non suonare nella sua pizzeria (lo voglio considerare un gesto cortese), mentre all’osteria “Da O Neo” abbiamo fatto quasi un concerto. Dopo questo, ognuno nel proprio letto, almeno per stasera.
Da domani si fa sul serio, si va a Sanremo: come si dice, senza “se” e senza “ma”, dove “ma” sta per macchina.
E a questo punto, vi do l’appuntamento a venerdì prossimo per continuare il viaggio insieme