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“Populus ante omnia”: le persone prima di tutto!

Populus ante omnia: uomo e tablet

“Populus ante omnia”, oppure le persone prima di tutto, o se preferite le persone, innanzitutto. Scegliete voi. La nostra dirigente scolastica ci ha precisato che spontaneamente la sua mente aveva scelto “Populus ante omnia”. Abbiamo preferito lasciare il titolo in latino. Anche noi abbiamo privilegiato “l’istinto”!

Populus ante omnia

È ormai assodato che gli ambienti di apprendimento occupino un posto di primo piano nell’architettura del sistema scolastico. Propongono un’idea di scuola capace di superare il modello edilizio tradizionale, composto da aule e corridoi, per favorire la composizione di spazi dedicati ad attività laboratoriali. A sinergie tra le diverse discipline, ad una progettazione in grado di accogliere e connettere la multidimensionalità dei saperi e rispondere efficacemente alla diversità delle esigenze formative degli studenti. Uno spazio d’apprendimento può essere costituito e “aumentato” da elementi fisici e virtuali, cartacei e digitali, curricolari ed extracurricolari. E’ connotato dalla possibilità di apprendere in modo cooperativo e flessibile attraverso l’interazione tra alunni, docenti e risorse, in un ecosistema basato su metodologie didattiche innovative.

Le piattaforme digitali

Le piattaforme digitali consentono di costruire ambienti integrati che permettono una molteplicità di attività, in presenza e on line, modulate sui diversi bisogni formativi e in grado di sostenere e promuovere la motivazione dei discenti.  

Il tempo della didattica a distanza, anche nella drammatica esperienza dell’emergenza pandemica, ha dimostrato l’ormai ineludibile necessità di superare la carenza e, in alcuni casi, la mancanza di infrastrutture informatiche, e di correggere progressivamente il disequilibrio digitale che ancora affligge il sistema scolastico, specialmente in alcune aree del Paese.  

È in questa cornice che può rappresentare, quindi, un contributo importante per creare nuovi ambienti d’apprendimento l’avvio del Piano Scuola 4.0, lanciato dal Ministro dell’Istruzione Bianchi nell’ambito degli investimenti stanziati dal PNRR per le scuole e finalizzati proprio ad incidere sull’innovazione metodologica attraverso il potenziamento della digitalizzazione.  

Il Piano Scuola 4.0

Il Piano Scuola 4.0 finanziato dal PNRR Sarà completato nel dicembre del 2025. Prevede, un intervento infrastrutturale che coinvolgerà centomila aule di quarantamila Istituti. Con l’allestimento di ambienti didattici digitalmente connessi, dotazione di cablaggio Wi-Fi in tutti gli edifici, connessione ad Internet veloce, schermi interattivi per lo svolgimento delle lezioni, strumenti digitali a disposizione degli studenti, stampanti 3D, tavolette grafiche, software per la gestione di video e immagini.  

Si tratta, evidentemente, di una svolta epocale nella storia della scuola italiana.

“Populus ante omnia” in primo piano

Ritengo, tuttavia fondamentale che, anche a fronte di questo processo di modernizzazione tecnologica, non passi in secondo piano la necessità di investire prioritariamente sulle persone. Sui professionisti dell’insegnamento, garanti di quella “comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, improntata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni”, nella quale si sviluppano le potenzialità di tutti gli studenti e vengono recuperate le condizioni di svantaggio.

La citazione virgolettata è contenuta nell’ultimo contratto collettivo del comparto scuola. Un contratto che aspetta di essere rinnovato, così come gli insegnanti attendono che quelle caratteristiche inestimabili di impegno, cura, dedizione, che hanno garantito – ricordiamolo ancora una volta – la tenuta sociale nella catastrofe da Covid 19 e che quotidianamente mettono in campo per il futuro dei nostri ragazzi, possano essere sostenute con un segnale chiaro e concreto. L’innovazione metodologica non può limitarsi a premiare una tantum una cerchia di docenti. Occorre che sia destinata a riqualificare l’intero sistema, basato anche sulla gestione ordinaria delle giornate scolastiche, sulla condivisione delle pratiche, sulla corresponsabilità educativa.

Il futuro dell’istruzione in Italia è sicuramente legato alla capacitò della scuola di rispondere alle esigenze della società digitale. Ma la scuola è soprattutto composta dal capitale umano di chi, ogni giorno, si fa carico della crescita – cognitiva, emotiva, civica – dei futuri cittadini che la abiteranno. Non dimentichiamolo.                                          

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