Papa Francesco uno di noi
Papa Francesco

Nel tempo della gioia pasquale, durante il quale l’intera cristianità celebra la vittoria di Cristo sul male, sul peccato e sulla morte, siamo stati raggiunti nel mattino del giorno dopo (espressione classica dei Vangeli sulla risurrezione di Gesù) dalla triste notizia della morte del caro Papa Francesco. Si moltiplicano interventi sulla sua persona, sul suo Ministero Papale, sui suoi gesti ormai entrati nella storia come atti di spontaneità e semplicità. Talvolta si notano pareri discordanti e contraddittori tanto era complesso e nella sua semplicità, sbalorditivo, l’operato di questo grande Pontefice. Ciò che noi desideriamo sottolineare è la straordinarietà meravigliosa di quest’uomo “venuto dalla fine del mondo” che ha fatto della sua vita un servizio costante e leale al Vangelo di Gesù. Leale e costante nei confronti della sua vocazione vissuta nel servizio dei poveri, dei diseredati e degli ultimi.
Alcuni lo definiscono “particolare” e “fuori dagli schemi”, come però credo che lo sia stato ogni Papa che ha guidato la Chiesa nel tempo richiesto dallo Spirito Santo ad ognuno di essi. Dunque Papa Francesco rientra certamente nella particolarità del Papa che ha segnato questi ultimi dodici anni di storia della Chiesa, appunto con il suo particolare Pontificato fuori dagli schemi usuali ma del tutto suoi personali di italo-latinoamericano. Certamente un uomo pieno di passione, di zelo, amante dei poveri, impegnato sul fronte dei bisogni delle persone più deboli, attento alle criticità di un’umanità disorientata e confusa, illusa e delusa, che ha bisogno di indicazioni chiare, dirette e semplici. Per questo risulta un Papa scomodo, perché diretto, un Papa difficile perché indica soluzioni semplici per la pace, il superamento delle povertà, il rispetto del creato, l’amore alle persone in genere e in particolare agli ultimi.
Morale ed etica del Suo Pontificato
Tuttavia un Papa dai principi irrinunciabili della Chiesa in temi di morale e di etica, e al tempo stesso considerato progressista nelle sue posizioni di pastore della Chiesa. Uomo tutto d’un pezzo, un sottile gesuita di alta cultura che trasforma il linguaggio difficile della teologia in maniera da diventare accessibile ai molti, seppur continuando ad essere denso di sostanza e di alto livello di pensiero. Trasmettendo così a tutti i valori eterni del Vangelo. Credo sia questo il metodo che ha caratterizzato il suo Pontificato. Alcuni hanno cercato di appropriarsi delle sue posizioni. del suo pensiero aperto e libero, situandolo in una parte o in un’altra del mondo politico. Eppure Papa Francesco non è catalogabile in una sola parte o sezione particolare. Nella sua multiforme sapienza i progressisti lo hanno scelto come icona eppure lui ha riaffermato il suo pensiero basandolo sul vangelo e sulla Tradizione della Chiesa.
Altri lo hanno definito conservatore rimanendo continuamente delusi dalle sue aperture di pensiero dettate dalla misericordia di Dio che tutti accoglie, tutti ama, tutti perdona. Insomma Papa Francesco è una figura complessa, non definibile in un solo modo, non inquadrabile in un sistema di pensiero unico e unisono. È semplicemente un uomo di Dio, un uomo di fede autentica, un uomo di Chiesa che crede fermamente in ciò che annuncia e in ciò che celebra. Non è così etichettabile in una specifica categoria e fino all’ultimo è stato fedele al suo impegno nel servizio dell’intera umanità. Consapevole di non essere amato da tutti, ma ciò non gli ha impedito di essere ciò che è stato, coerente fino alla fine con la sua visione del mondo redento da Cristo risorto.
Testimone autentico di Cristo
Testimone autentico di Cristo ha sempre affermato di non avere altri riferimenti se non il Vangelo. Le sue posizioni nei confronti degli immigrati, dei detenuti, dei poveri, dell’emergenza climatica, del rispetto del creato, della fraternità universale, e tanti altri temi da lui curati e sottolineati, sono stati spesso frantesi e considerati una scelta di parte. Invece Papa Francesco è stato semplicemente un uomo evangelico, un uomo che si è messo a disposizione dell’opera salvifica di Dio in favore di tutti e degli ultimi, credenti e no. Oggi lo piangono tutti, i semplici si sentono orfani, i grandi del mondo impoveriti di una voce autorevole e forte.
Tuttavia inascoltato per i suoi accorati e continui appelli per la pace, per i diritti e per il bene di tutti. Grande dolore dunque, grande commozione per la morte di Francesco; sofferente e morente vuole stare in mezzo ai suoi, anziano e debole tra le debolezze dell’umanità vuole benedire Roma e il mondo intero nel giorno solenne di Pasqua, per poi lasciarsi congedare dagli stessi e affidarsi per l’eternità alle mani meravigliose di Dio. E noi lo ricorderemo con l’esempio della sua sofferenza degli ultimi giorni come un Papa che ha segnato di coraggio e di semplicità evangelica i nostri giorni densi di inquietudine e disorientamento, e con fede affidiamo a lui una preghiera di intercessione per la salvezza, la pace e la serenità del mondo intero.
Presidente dell’Associazione Culturale Lex et Ars
A nome dell’Associazione e della Redazione di Globe Today’s
