Ottava puntata del viaggio di Carlo. Direzione occidente
Ed ecco a voi l’ottava lettura del diario che scrissi in occasione del mio viaggio a piedi da Genova a Sanremo durante la settimana del 68^ Festival. Ottava puntata o ottava lettura, fate voi. Ma per chi avesse perso la settima, eccola cliccando qui. Sappiate che dopo l’ottava comunque, di norma segue la nona, cioè venerdì prossimo il 10 aprile. Sperando che Il maledetto COVID19 si sia fermato.
Varazze
Giunti alla “Libreria tra le righe”, di Angelo con la chitarra e il monitor a rotelle, neppure l’ombra: smarrito come un gatto tra le strade di una immensa metropoli. Gli ho telefonato, ma dalle sue prime risposte mi pareva si trovasse alla “Libreria tra le righe” di Caracas. Alla sua seconda telefonata avevamo dedotto che era a Varazze sì, ma in un centro estetico e più precisamente da “Erboristeria tra le rughe”. Non volevo crederci, così sono uscito a cercare Angelo sotto un’acqua sempre più abbondante.
Non credo di aver mai nominato così tanti santi per trovare un angelo. Finito l’elenco dei santi (stavo nominando San Zenobio, poi sarei dovuto passare inevitabilmente ai superiori), ecco comparire Angelo, vestito di pioggia (cit. Mogol).
Menù a prezzo fisso 15 Euro
Dopo il fuoriprogramma e l’esibizione nella libreria meritavamo un lauto pasto, così ci siamo concessi un pranzetto al ristorante “Le Riviere”, ovviamente a Varazze. Locale molto carino ma dai prezzi bizzarri: un primo piatto te lo mettono 13 euro (un po’ caro per le tasche di due genovesi e un brasiliano pentito), ma il menù fisso, che comprende un primo, un secondo, vino dolce e caffè, ne costa 15. Senza pensarci troppo abbiamo scelto la seconda opzione. Così fu che con soli 15 euro mangiammo a quattro ganasce e ci cambiammo calzini e canotte fradice, trasformando l’elegante toeletta in uno spogliatoio di terza categoria.
Svestendomi nel bagno del ristorante “Le Riviere” ho constatato che il mio abbigliamento cosiddetto “a cipolla” funziona: puzzo di cipolla.
Verso la seconda meta
Parafrasando una celebre canzone partigiana, siamo ripartiti intonando “… scarpe zuppe eppur bisogna andar”. Il vento non ha mai smesso di fischiare neppure da queste parti.
Camminando verso occidente, come sarà per tutta la settimana, siamo arrivati a Celle Ligure. Pure questa passeggiata è risultata quasi piacevole nonostante la giornata uggiosa, senza contare che al regista Max Gaggino questo tempo piace, quindi è inutile protestare. Varazze dista da Celle Ligure 4 chilometri che abbiamo percorso in poco meno di un’ora. Stanotte dormiremo nell’hotel “San Michele”, uno dei santi da me nominati oggi, cercando Angelo. L’albergo è di proprietà di Tommaso Tortarolo, una persona davvero squisita segnalatami dall’amico Stefano Milano, titolare della libreria “Ubik” di Savona, che non visiteremo perché in questi giorni è chiusa per inventario. Oltre ad ospitarci nel suo hotel, Tommaso ci ha segnalato pure l’albergo di Spotorno, gestito da sua zia e quello di Diano Marina.
La personalità di albergatori e ristoratori liguri
Questo m’ha fatto ulteriormente riflettere sulla personalità degli albergatori e ristoratori liguri, che cambia con le stagioni; se è vero che in estate hanno un carattere scontroso e irascibile, è altrettanto vero che in inverno la loro indole cambia e diventa affabile, cordiale e disponibile.
Da oggi mi batterò per far sì che i turisti, soprattutto i milanesi, vengano in Liguria in inverno per apprezzare la natura, fotografare le spiagge prive di flaccidi corpi perizomati e usufruire dei servizi offerti con gentilezza e a prezzi contenuti. Ho già lo slogan: Liguria d’inverno, amore eterno! No, forse è meglio Liguria fuori stagione non è certo un gran bidone. No, non mi piace. Meglio un Liguria in febbraio non c’è l’ombra di una sdraio.Bè, questo è vero, ma suona come un difetto. E se fosse Liguria freddina, ma quanto sei carina.?Questo mi fa proprio schifo. Bè, ci penserò su.
A proposito di Liguria freddina, l’hotel “San Michele” è chiuso. Bellissimo, davvero stupendo, ma è chiuso al pubblico per lavori. Tommaso ha riservato due stanze riscaldate solo per noi. Nelle altre zone dell’hotel ci sono gli operai che stuccano, carteggiano e pitturano ad una temperatura clamorosamente bassa. Ciò che conta è che faccia caldo nelle nostre due stanze e sottolineo due.
Stanotte dormirò solo
Sì, stanotte dormirò solo! Senza quel brasiliano pentito, che russa e si alza alle sei per montare video parlando portoghese.
Il buon Tommaso ci ha pure trovato un posto dove mangiare gratis in cambio della mia performance. Il locale, molto bello, quasi sulla spiaggia di Celle, si chiama “Tuttintorno” ed è un bar-rosticceria dove fanno focacce e farinate di ogni tipo. Qui ho cantato brevi canzoncine che attribuisco ad un personaggio chiamato Settimo Maledetto, imitazione malriuscita del mio amico e da oggi collega cantautore Settimo Benedetto Sardo. Poi ho acceso il monitor a rotelle ed è partita la magica “Saremo a Sanremo”, pezzo che sta facendo letteralmente impazzire chi l’ascolta.
Corvo
Al “Tuttintorno” siamo andati soltanto io e Angelo mentre Max è rimasto in hotel a montare e parlare portoghese da solo, ma al nostro ritorno l’ho trovato in condizioni piuttosto precarie.
Mentre cantavo e mi rifocillavo al “Tuttintorno”, il giovane regista, non soddisfatto della temperatura offertaci dall’hotel San Michele, è andato nel supermercato sottostante per comprarsi una stufetta a forma di bottiglia con scritto Corvo di Salaparuta. Visto che la stufetta non era ancora finita l’ho aiutato a svuotarla. Più allegri del solito abbiamo montato il pezzo che andrà in onda domattina su Primocanale dimenticando che stasera, all’Olimpico di Roma c’era Lazio-Genoa. Ebbene, solo verso la mezzanotte mi sono ricordato dell’importante partita ed ho scoperto che abbiamo vinto!! Due a uno!
Avrei voluto festeggiare, ma il Corvo era finito da un pezzo, così ho tolto i miei abiti a cipolla e sono andato a dormire felice con pigiami a cipolla. Domani si riparte.
E a questo punto, vi do l’appuntamento alla prossima per continuare il viaggio insieme.