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NEWBURY, l’app di LEGO, è un ponte tra le generazioni!

Foto di gruppo LEGO Team

Newbury è l’app di Lego che fa da ponte tra le generazioni.

Telefono lente d’ingrandimento

Il bambino E’ protagonista, ma in una visione non selfieriferita: il telefono diventa lente d’ingrandimento per scoprire ogni dettaglio del mondo che hanno davanti, indirizzando a un uso strumentale del media che diventa strumento senza strumentalizzare.   

Lego costruisce il ponte

Ha costruito la fantasia di generazioni di bambini, ha conquistato un pubblico di adulti che collezionano set cult, ora Lego costruisce un ponte tra la tradizione e la tecnologia, in altre parole un ponte tra le generazioni.  Abbiamo voluto parlarvene, perché pensiamo che la scelta di Lego di trovare un modo per unire il tecnologico mondo dei bambini alla tradizione creativa e al vissuto dei genitori, sia davvero appropriata. I bambini imparano giocando e insegnano che la loro fantasia può varcare i limiti che la ragione adulta talvolta impone. 

Eroi di questo nuovo mondo non potevano che essere due youtuber, Jack e Parker, che aiuteranno a scacciare i fantasmi dalla città di Newbury e le paure dalle fantasie di bambini e genitori.

Il focus di Tom Donaldson

I nostri anni di esperienza, puntando sull’unione della tecnologia e del gioco fisico, ci hanno insegnato che i bambini si aspettano esperienze emozionanti ininterrotte di gioco fisico e digitale – qualcosa che chiamiamo gioco fluido“, afferma Tom Donaldson, Vicepresidente Senior, Creative Play Lab presso LEGO Group. “Puntiamo sulla costruzione tattile, ma la realtà aumentata offre l’opportunità di arricchire il gioco fisico LEGO con azioni nuove e tanta maestria. Stiamo rompendo il classico cliché di gioco della realtà aumentata per crearne uno nuovo in cui il mondo fisico influenza realmente il livello AR.

Il gioco: il bambino è il vero protagonista

Serena Aquili, Project Manager di Lego Hidden

Da non sottovalutare il “punto di vista”. L’applicazione, infatti, consente ai bambini di assumere una prospettiva in prima persona di uno dei due personaggi mentre esplorano la loro città natale di Newbury, usando i propri telefonini per vedere e risolvere misteri paranormali e andando oltre l’aspetto superficiale del loro ambiente.

I bambini devono tenere il telefono rivolto verso i set fisici LEGO costruiti e interagire con i vari elementi, o “touch points”, che rilasciano fantasmi virtuali e che i bambini devono poi catturare nel gioco di realtà aumentata per fermare l’infestazione di fantasmi. Si alternano numerosi scenari per un gioco dinamico che richiede ai bambini di tenere una mano in ogni mondo per andare avanti nel gioco.  Dunque il bambino  è il  protagonista, ma in una visione non selfieriferita: il telefono diventa lente di ingrandimento per scoprire ogni dettaglio del mondo che hanno davanti, indirizzando a un uso strumentale del media che diventa strumento senza strumentalizzare. 

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