Moka (Monica Zanon) e Il salotto letterario di Daniela
Moka
Intervista a Moka, al secolo Monica Zanon, poeta e scrittrice, curatrice dalla collana “I Girini” per Il Babi Editore e presidente dell’Associazione Licenza Poetica.
Incontriamo Moka, nata e cresciuta a Solcio di Lesa, nel verde della provincia di Novara sul lago Maggiore, nell’azienda agricola dei suoi genitori. Moka è perito meccanico e per vent’anni ha lavorato nel campo dell’ala rotante (elicotteri), ma dal 2022 si occupa solo di poesia e di libri. Nel 2014 ha fondato l’Associazione Licenza Poetica. Fra le sue molte attività, partecipa all’organizzazione della Fiera del Libro di Cremona e al premio letterario del Circolo Culturale Gian Vincenzo Omodei Zorini di Arona.
Ha pubblicato diverse sillogi (“Verrà la Notte, avrà la tua Luce”, “Nessuno è innocente”, “L’orso logorroico” “Difettosa”, “La casa dell’indigeno”, “Nella mia selva sgomenta la tigre”, “Un tempo assente”, “Buchi temporali”, “L’arte di osservare il bosco” e “Vuoti d’aria”), una prosa poetica con WSKS (“Amanti di carta”) e tre romanzi di cui due a quattro mani (“Il Chrismon e gli angeli caduti”, e “Lo spazio buio dei segreti”) e il terzo, “Metamare”, che è solo opera sua.
Ciao Moka, grazie per aver accettato di partecipare al mio salotto letterario. Raccontaci un po’ chi è Moka, i diversi aspetti della tua personalità e del tuo rapporto particolare con la natura che si percepisce fortemente nelle tue poesie. Ma soprattutto: cos’è per te la poesia?
Ciao Daniela, grazie a te per l’invito, mi fa molto piacere essere qui.
Moka ha preso piena coscienza di sé 26 anni fa quando, in prima superiore, Monica scoprì la poesia grazie a una professoressa di italiano.
A quei tempi frequentavo l’istituto tecnico perché il mio obiettivo erano gli elicotteri. Da quel giorno – in ogni caso – non ho più smesso di scrivere e ho portato avanti tutte le mie passioni.
Sono fiera della mia doppia visione del mondo: essere perito meccanico, amare gli elicotteri e la poesia, concretezza e sogno si completano e mi permettono di avere un’ampia visione di me, dell’altro e dell’oltre. Due forme di espressione così diverse eppure complementari.
Poi c’è la natura, che posso considerare a tutti gli effetti un’altra mia passione, ho imparato a leggere prima da essa che dai libri; ho un rito che porto avanti da quando sono piccola: ogni mattina, se posso, faccio un giro nell’ex azienda agricola dei miei genitori, che ho soprannominato “Il covo per anime selvatiche”, e ammiro il suo naturare; mi sorprende e mi meraviglia ogni nuova apparizione, che sia il ripetersi delle fioriture o la scoperta di una nuova presenza.
Per me la poesia è un grande mistero ed è la vita stessa, poesia e vita sono inscindibili, la poesia è l’oltre e l’invisibile. La poesia è consapevolezza, è accoglienza e cura, propensione verso sé e l’altro, è dettaglio, metamorfosi e sogno. E dico grazie alla poesia ogni giorno, perché grazie a lei sono riuscita a comunicare, prima con la parola scritta poi con la voce (anche se ancora preferisco scrivere e rimanere dietro le quinte-foglio), mi ha donato consapevolezza del mio mondo interiore.
“Metamare” è un romanzo poetico, direi quasi onirico. O forse un viaggio nell’inconscio… Come ti è venuta l’idea di scriverlo?
Metamare è nato dal mare, mentre ne ascoltavo lo sciabordio e sognavo d’attraversarlo e mentre l’attraversavo (ri)conoscevo me stessa. È nato dal dialogo con un amico che non sapeva d’essere poeta e con il quale facevo profondi viaggi interiori. Molti amici fanno parte di Metamare, alcuni, purtroppo, non ci sono più, ma loro restano nel mio inchiostro. Infatti, quasi tutti i personaggi del libro sono persone importanti della mia vita a cui ho voluto rendere omaggio. Ogni personaggio è una parte di Senza Nome, il pirata poeta che scrive le lettere, perché Metamare è anche un romanzo epistolare.
Preferisci la poesia alla prosa? A quale fra i tuoi libri sei legata di più e perché?
Sono (ri)nata con la poesia e certamente la poesia aiuta a vedere oltre, nasconde segreti e pone domande, così nella prosa cerco l’intuizione della poesia, il non detto.
Ogni libro che ho scritto è importante perché in ognuno ho raccontato un pezzo della mia strada, mi sono chiarita le idee, è stato una conquista e una sconfitta, ho raggiunto una consapevolezza; ma se devo scegliere ti dico quali sono e perché: “Verrà la notte, avrà la tua Luce”, perché è la prima raccolta, poesia e racconti brevi, che ho scritto. Poi “Difettosa”, la silloge poetica fotografica che descrive un momento di grande cambiamento della mia vita e “Vuoti d’aria”, perché coniuga l’amore per gli elicotteri, miscelando tecnicismi aeronautici alla poesia. E infine “Metamare”, perché è il mio primo romanzo, ma contiene tanta poesia e tutte le mie ossessioni.
Nel 2014 hai fondato “Licenza poetica”? Raccontaci dell’associazione, delle sue finalità e degli eventi che organizza.
Con l’Associazione, seppur giovane, abbiamo fatto bellissime esperienze: per prime le sette edizioni del nostro concorso letterario, poetico e fotografico, che mi ha permesso di conoscere persone bellissime. Da qualche anno proponiamo eventi dal vivo e online contro la violenza e sul femminile. Vi invito a visitare il nostro sito ufficiale per vedere tutto quello che abbiamo fatto: www.licenzapoetica.com.
Dal 2022 lavori per Il Babi Editore e ti occupi in primo luogo della collana di poesia “I Girini”. Dicci un po’, com’è la quotidianità di una casa editrice? Quali sono le tue responsabilità? Cosa ti piace fare in particolare?
Per prima cosa mi piace la cura: la cura che Il Babi Editore mette nelle sue pubblicazioni rispecchia la mia idea; amo la ricerca, la lettura e la scelta degli autori, il dialogo, l’incontro, mi piace creare un libro fisicamente, organizzare eventi, partecipare anche, ma preferisco rimanere dietro le quinte, io e il microfono non abbiamo un bel rapporto, anche se questo va fatto, e vi assicuro che è una battaglia eterna con Moka che ha sempre preferito comunicare attraverso la scrittura piuttosto che con la voce. La quotidianità in realtà non esiste: ogni giorno mi metto alla mia postazione di lavoro con degli obiettivi e puntualmente, arrivata a fine giornata, mi rendo conto di aver fatto poco di quell’elenco di cose, perché si sono intromesse mille altre attività, proposte, iniziative.
Le mie responsabilità sono soprattutto nei confronti della poesia, ma come per tutte le piccole aziende i collaboratori ricoprono diversi ruoli. Lo considero un bel punto di partenza e una sfida perché si vedono tutti gli aspetti di questo lavoro che per la maggior parte non è conosciuto, neppure dagli autori.
Che progetti hai per il futuro?
Ho un paio di libri pronti che spero vedano la luce prossimamente: una silloge poetica e un romanzo.
Grazie di cuore, Moka.
Grazie a Te, Daniela.