Milva la voce della pantera rossa tra musica e teatro
Milva la “pantera di Goro” si è spenta all’età di 81 anni. La grande Milva, una delle voci storiche della musica leggera italiana, in realtà ha solo spento i riflettori del palco su di lei. Rimarranno sempre sotto la luce dell’arte la sua immagine, la sua voce e le sue opere.
Maria Ilva Biolcati: Milva
Al secolo conosciuta come Maria Ilva Biolcati. Nata nel 1939 in un piccolo paesino dell’Emilia, in provincia di Ferrara. Inizia a cantare da giovanissima, vincendo a soli 20 anni un concorso della RAI per nuove voci. Viene ingaggiata dalla casa discografica Cetra, e dopo due anni si ritrova a debuttare al Festival di Sanremo (1961). La canzone che presenta è “Il mare nel cassetto”. Pezzo estremamente classico – per quel tempo – nella scelta melodica e nell’arrangiamento. Milva tuttavia, lo rende unico con una voce non solo melodica e dolce, ma anche grintosa e decisa. Non sembra inoltre minimamente a disagio sul palco, sapendolo tenere adeguatamente sebbene sia la prima esperienza in una gara canora così importante.
Tango italiano
Nel 1962 – di nuovo a Sanremo – si presenta con “Tango Italiano” arrivando seconda. Canzone estremamente diversa dalla prima, che ne mette in risalto maggiormente la vocalità più piena e passionale. Inizia il vero successo per la giovane cantante, e la stampa la incorona come “la rivale di Mina”. Rivalità per l’appunto solo inventata dalla stampa, ma che sarà smentita nel corso dei decenni da entrambe le cantanti più volte. Tuttavia il solo fatto che Milva sia presentata come tale, fa capire la considerazione ottenuta nel panorama musicale italiano di allora, per niente povero di voci femminili talentuose.
Le esperienze della vita – come il matrimonio col regista Corgnati – e le successive relazioni sentimentali e amicizie, la porteranno ad arricchire il proprio repertorio musicale ed il suo stesso stile. Evoluzione che metterà in risalto la complessità di Milva come artista, facendone trasparire sempre maggiormente le sue doti interpretative.
Il debutto in teatro di Milva
Doti che la porteranno infine a debuttare in teatro, presentando le opere di Bertolt Brecht della quale diventerà la maggior interprete a livello italiano e riconosciuta per importanza anche in ambito internazionale. Ecco che quindi la tesi della rivalità con Mina cade del tutto.
Da un lato, Mina rappresenta la star delle masse che va in onda sulla RAI ogni settimana, accomiatante e parte dello spettacolo. Dall’altro, Milva punta ad una crescita artistica non solo di talento, ma anche di concetto, senz’altro influenzata anche dal fermento sociale dell’Italia di quegli anni. Tanto che ad un certo punto la cantante ferrarese porterà avanti due filoni di produzione ben distinti. Uno, squisitamente “popolare”, con singoli e brani che la porteranno sovente alla partecipazione del Festival di Sanremo. L’altro, più ricercato e colto, con la produzione – con la collaborazione di personaggi importanti come Giorgio Strehler – di opere brechtiane e poeti greci moderni (come Seferis).
Anni ’80 e New Wave
Arrivano gli anni Ottanta, e l’Italia scopre a sua volta la New Wave che nella penisola portano soprattutto il nome di Franco Battiato. Tra Milva e Battiato nasce una collaborazione importante, che porterà il maestro a comporre apposta per lei la canzone “Alexander Platz” (1982). Sarà un grande successo a livello nazionale, con echi anche all’estero. Questo aprirà la porta anche ad esperienze più elettroniche per Milva, con pezzi più elettronici come “Marinero” (1985).
Nel 1989 partecipa ad un nuovo album prodotto sempre da Franco Battiato, dal titolo “Svegliando l’amante che dorme”. Anch’esso di grande successo a livello internazionale.
Gli anni 90
Con gli anni ‘90 tante cose iniziano a cambiare, sia a livello culturale e che musicale in Italia. Le produzioni televisive soppiantano quelle teatrali, ed i gusti del pubblico si fanno sempre meno ricercati. Aspetto che lentamente porta Milva a doversi adattare. Partecipa a Sanremo nel 1990 e nel 1993 senza però sfondare, pur ottenendo grande favore dal pubblico. Partecipa ad alcune operette per poi darsi alle produzioni musicali più variegate, che spaziano dalla musica napoletana ad un duetto con Al Bano.
L’ultima grande partecipazione sarà quella al terzo album con Franco Battiato del 2010, intitolato “Non conosco nessun Patrizio”. Anche questo otterrà un grande successo, e servirà alla cantante per congedarsi definitivamente dal pubblico in grande stile.
Il ritiro dalle scene e il riconoscimento alla carriera
Si ritira a vita privata a Milano, seguita dalle cure della figlia Martina. Nel 2018 le viene assegnato il “Premio alla Carriera” che ritirerà la stessa figlia Martina. Si spegne – come purtroppo sappiamo – nella giornata di ieri, 23 Aprile 2021. È importante però meditare su quanto questa artista ci ha lasciato in eredità, soprattutto a livello musicale. Ovvero, la capacità di sapersi differenziare ed avere il coraggio di percorrere percorsi artistici più ricercati e di nicchia. Senza tuttavia non disconoscere l’importanza della musica leggera italiana, ovvero ciò che per prima le ha donato la notorietà.