Maltravieso: l’enigma è nella grotta. Tra Neanderthal e Sapiens
Maltravieso. Continuando il filone dedicato a reperti archeologici o siti che “Se potessero parlare” ci svelerebbero misteri irrisolti, parliamo ora di un sito, invece che di reperti. Facciamo una puntata in Spagna, e precisamente a Cáceres, nella regione dell’Extremadura.
La grotta di Maltravieso
Siamo nel 1951 e in un’area disabitata appena fuori porta, ma che è oggi in piena periferia residenziale della città, venne aperta una cava per l’estrazione di calcare. Dopo aver fatto brillare la roccia, come per magia riemerse una cavità naturale di discrete dimensioni, tanto da indurre a interrompere i lavori ed esplorarla. Per primi vennero alla luce strumenti di pietra e ossa di animali, ma nel 1956 avvenne la vera scoperta. Delle pitture fatte dall’uomo tra le quali delle mani. Fu così che tutti i maggiori esperti di preistoria dell’epoca si precipitarono a Caceres per studiare e pubblicare questo nuovo santuario preistorico in grotta. Grazie agli studi fatti fino agli anni 2010, ora si può dire che a Maltravieso ben 29 porzioni di pareti della grotta ospitano pitture preistoriche. 53 mani umane, oltre che a cervi, bovini, caprini, altri animali senza testa e alcuni disegni schematici.
Un eccezionale sito preistorico da lasciare “a bocca aperta…”
Già questo basterebbe a fare di Maltravieso un eccezionale sito preistorico, associabile ad altre grotte con pitture preistoriche simili come Altamira (Spagna), Font -de- Gaume o Trois Fréres (Francia). Ma dal momento che gli archeologi vogliono sempre rispondere alla domanda “quando è stato fatto?”, nel 2017 si effettuarono delle datazioni sulle pitture preistoriche di alcune grotte spagnole, tra le quali Maltravieso. O meglio, non proprio sulle pitture, ma sulle concrezioni che, nei millenni, le hanno coperte con una patina minerale trasparente. Il metodo, non il radiocarbonio che oltre i 15.000 anni di età non è affidabile, è chiamato Uranio-Torio che può essere effettuato su materiale minerale senza bisogno di materiale organico.
I risultati hanno lasciato a bocca aperta tutti gli specialisti di Paleolitico. Le concrezioni che coprono una porzione della grotta di Maltravieso con mani dipinte hanno un’età minima di circa 73.000- 66.700 anni. Età minima perché si sono datate le concrezioni sulle pitture. Non sappiamo però, quanto tempo dopo la loro esecuzione i grafismi siano stati coperti dal naturale concrezionamento in grotta.
C’è un altro mistero nella grotta
Ma il mistero più profondo di questa grotta non è solo questo: in Europa l’arrivo dell’uomo moderno, l’Homo Sapiens, è datata convenzionalmente a circa 40.000 anni fa, con la traccia più antica ritrovata in Bulgaria e risalente a 46.000 anni fa. E al Sapiens, sempre convenzionalmente, è associata la nascita dell’arte figurativa. Come le pitture in grotta. Con le sconvolgenti date delle pitture di Maltravieso siamo più di 20.000 anni prima dell’arrivo in Europa dall’ Africa dell’uomo moderno: è possibile che in questa grotta chi ci ha preceduto in Europa, ovvero l’homo Neanderthalensis, ne abbia dipinto le pareti, dimostrando di essere capace anche lui di arte figurativa? Siamo veramente davanti ad autentiche mani di Neanderthal dipinte in negativo con uno spruzzo di pigmento, quasi fotografie che ci giungono dalla preistoria di arti dei nostri antenati ora estinti?
Maltravieso visitabile in 3D
Oggi Maltravieso non è più visitabile a causa delle necessità di conservazione delle pitture, ma è possibile visitarla virtualmente con caschetti 3D immersivi di ultima generazione al Centro de Interpretaciòn “Cueva de Maltravieso”, posto proprio di fronte all’entrata della grotta in piena città di Cáceres con tanto di indirizzo urbano, Avenida De Cervantes, 10005 Caceres.
E qui, se la grotta potesse parlare, ci svelerebbe un enigma che cambierebbe per sempre i libri sull’evoluzione umana.
Serie “Misteri e particolarità” dei reperti archeologici – Art. 3