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“LIGURIANS”: aperti come il mare

Ligurians

Ligurians: il mare di Liguria
Ligurians: aperti come il mare (Irina)

Lo scorso 24 settembre è stata per me un’opportunità davvero gratificante la partecipazione, tra i Relatori, all’Evento “Ligurians”, che si è svolto al Museo del Mare e ha previsto come momento centrale il riconoscimento a diverse personalità di un attestato per l’impegno dimostrato nel campo scientifico, sociale e sportivo sul tema del mare.

In particolare il mio intervento è stato richiesto in quanto Dirigente Scolastica di una Scuola che è stata capace di realizzare una Mostra di manifesti e disegni ad opera degli alunni, centrati sulla meraviglia suscitata nei ragazzi dalle visite effettuate alla riscoperta e, a volte, alla scoperta, della Citta di Genova. Certo, potrebbe sembrare difficile, se non contradditorio, rivolgere l’azione didattica verso la conoscenza della genovesità, non solo intesa sotto ogni punto di vista – storico, geografico, artistico – ma toccando le corde dell’emotività e della sensibilità civica – in un Istituto Comprensivo che orgogliosamente è composto da una significativa percentuale di studenti non italiani, molti dei quali neo arrivati nel nostro Paese. E invece no. Non è difficile, è solo complesso, ma nel significato etimologico di derivazione latina, dove complexus significa intrecciato e suggerisce l’idea dell’abbraccio piuttosto che del problema da affrontare.

Un abbraccio a Genova

Infatti, si è trattato di un vero e proprio abbraccio a Genova quello che ha ispirato gli alunni delle scuole primarie Foglietta e Tommaseo, quando, sotto la regia delle loro instancabili maestre, hanno prodotto una Mostra di disegni sulla Città, allestita presso il Municipio del Medio Ponente. Questa Mostra, o almeno, un estratto, avrebbe potuto potuto testimoniare meglio di tante parole l’impegno dei nostri ragazzi, e incorniciare il mio intervento, ma, come sappiamo, c’è stata una scuola prima del Covid e una scuola successiva alla pandemia: da una scuola all’altra, a causa delle misure restrittive, gli edifici scolastici si sono svuotati di tutto: drammaticamente dei loro abitanti più preziosi, gli studenti, ma anche dei loro lavori, e al Museo del Mare  ho potuto portare con me solo la foto di uno di quei capolavori, provvidenzialmente conservata da una docente, che ne ha curato la didascalia.  

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Ma di quella Genova vista con gli occhi di un bambino è rimasto comunque qualcosa di incancellabile. Una grande lezione per tutti. Perché guardare Genova con gli occhi di un bambino, in realtà, non è un fatto anagrafico, legato ad una percezione infantile, ma la capacità di ritrovare uno stupore autentico, proprio dei giovani e dei giovanissimi, di fronte alle meraviglie della nostra Città. In una scuola dal marcato profilo interculturale, perché il confronto e la valorizzazione reciproca siano davvero capaci di incoraggiare gli studenti ad una solidarietà attiva per diventare cittadini di un mondo sostenibile, basato sui diritti umani per tutti, sul dialogo e sulla cooperazione, è fondamentale aiutarli a costruire la loro identità personale nel contesto dove vivono, studiano, crescono, nello sfondo su cui proiettano la loro storia personale, in cui intrecciano relazioni e costruiscono il loro progetto di vita.

Ligurians: aperti come il mare

Il lavoro degli alunni

L’educazione interculturale, infatti, stimola gli studenti a sviluppare il senso della fierezza dell’appartenenza al proprio contesto, sociale e familiare; la conoscenza del patrimonio storico, artistico e ambientale della propria Città aiuta a valorizzare l’importanza del confronto con altre realtà, mentre la sua comprensione sviluppa il rispetto reciproco e il dialogo rinnovato tra culture diverse. Ecco perché la scuola Foglietta, dove l’accoglienza di chi non è nato a Genova e nemmeno in Italia è ormai un modo di essere e non una prassi o un protocollo, ha celebrato e continuerà a celebrare Genova, con lo stupore dei bambini, con il linguaggio dei colori, con l’emozione di un disegno in cui anche il materiale più povero diventa prezioso, prima che con le parole, che non sempre tutti capiscono, con il cuore.

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