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Le regine di Vogue. L’importanza di chi dirige una rivista

Le regine - Piaggio e Vreeland
Anna Piaggio e Diana Vreeland – Le regine di Vogue

Le regine di Vogue

Le regine di Vogue, ovvero moda e riviste un connubio lungo una vita. Dalla metà del 1800 in poi la moda è sempre stata accompagnata da note pubblicazioni per la divulgazione di massa che con i loro articoli hanno contribuito alla fama di stilisti, modelle, trends.

Tra le riviste più note e antiche possiamo sicuramente annoverare Vogue. Molto del successo è dovuto alle sue iconiche giornaliste/direttrici che hanno contribuito a diffondere lo stile, anche attraverso la propria personalità e ai look con i quali venivano a loro volta immortalate. Edito in 21 edizioni per 16 lingue diverse, nasce nel 1892 a New York dalla mano di Arthur Baldwin Turnure e dal 1909 è edito da Condé Nast.

Gli inizi

Vogue nasce con cadenza settimanale per raccontare l’high society newyorkese e il suo stile di vita, ma con la cessione a Condè Nast nel 1909 la rivista subì una serie di importanti cambiamenti. Diventò bisettimanale, aumentando il numero delle pagine e gli spazi dedicati alla moda, alla pubblicità e pubblicò copertine colorate e accattivanti. Dal 1912 la rivista supera i confini e diventa internazionale con l’apertura di Vogue UK e in seguito Vogue Paris e Vogue Spagna. Nel 1927 Condé Nast, decide addirittura di quotarsi in borsa.

La versione moderna

Nel 1972, sotto la direzione di Grace Mirabella, Vogue assume l’aspetto odierno e diviene rivista mensile. Attualmente è edito in 19 paesi ed è considerato una delle riviste di moda più prestigiose al mondo. Vogue nel corso degli anni si è avvalso della collaborazione di illustratori e fotografi prestigiosissimi tra cui Salvador Dalì (leggi di Dalì su articolo di E. Schiaparelli), Adolphe de Mayer, Irving Penn, Bert Stern, Richard Avedon, Helmut Newton, Annie Leibovitz, Patrick Demarchelier.

Vogue e le sue regine

Nella sua lunga esistenza Vogue ha visto nei paesi più importanti dal punto di vista della moda, l’avvicendamento alla direzione di una assoluta prevalenza femminile. Ecco la mano, anzi la mente delle regine, quasi un’impronta regale che accresce e valorizza la fama e il prestigio della rivista. Ecco le direttici che hanno contribuito per prime al successo di tutto questo.

Diana Vreeland

La più iconica direttrice del passato di Vogue New York fu certamente Diana Dalziel Vreeland, maestra di moda e stile degli anni sessanta, tuttora ricordata come una delle personalità più influenti del settore.

Le regine - Diana
Diana Vreeland

Nata a Parigi nel 1903, Diana Dalziel fa parte dell’alta società americana, discendente del presidente Washington e imparentata con la famiglia Rothschild. Nel 1924 Diana sposò il banchiere Thomas Reed Vreeland, assumendone com’era in uso all’epoca, il cognome. Trasferitasi con il marito a Londra, Diana aprì una boutique d’alta moda che annoverava tra le clienti la connazionale Wallis Simpson, futura Duchessa di Windsor e per la quale Edoardo VIII lasciò il trono del Regno Unito al fratello Giorgio V, padre della regina Elisabetta.

Il periodo londinese fu per la Vreeland molto fiorente. Fatto di viaggi e importanti incontri, come quelli con Coco Chanel e la gioielliera Suzanne Belperron. Nel 1937 il ritorno a New York dove grazie alla grande esperienza europea nel mondo della moda, iniziò la propria carriera di giornalista e redattrice per Harper’s Bazaar, di cui sarà immediatamente una delle firme più importanti.

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L’approdo a Vogue

Nel 1962 l’approdo a Vogue come direttrice, dove si distinse per gli importantissimi cambiamenti che apportò alla rivista. Dal proporre una moda più sensuale e di forte impatto a fotografie giudicate spesso provocanti e ammiccanti. Diana Vreeland alla guida di Vogue ebbe per prima la capacità di influenzare il mondo della moda, togliendo il potere agli stilisti e decidendo autonomamente cosa pubblicare sulle pagine della rivista e come impostare i servizi. Rese la rivista una magica favola da raccontare. Avulsa dalla realtà, ma che faceva immaginare e sognare le lettrici.

Morirà nel 1989 a New York, lasciando una grandissima impronta nell’editoria dedicata al fashion e grandi insegnamenti di giornalismo e stile a coloro che si sono susseguite alla prestigiosa direzione.

Curiosità sulla regina Diana

Nel 1965 fu ammessa nella Hall of Fame della Lista internazionale delle donne meglio vestite al mondo. Rimasta vedova nel 1972 Diana Vreeland inizia a lavorare come consulente di moda e costume per il Metropolitan Museum of Art di NYC. Sarà Diana Vreeland a suggerire a Laura Biagiotti di vestire in bianco come segno di identificazione e personalità. (Da Pronto e Indossato di Lavinia Biagiotti Cigna)

Anna Piaggi

Anna Piaggi nasce a Milano nel 1931. Giornalista e scrittrice, deve la sua fama ai numerosi articoli scritti per Vogue Italia, nella sua rubrica “D.P. Doppie Pagine di Anna Piaggi” curata per 10 anni.

Anna Piaggio

Cugina della nota scrittrice, giornalista, Natalia Aspesi, si avvicinò al mondo dell’editoria come traduttrice per Arnoldo Mondadori Editore. Nel 1958 affascinata dal mondo dell’arte e della moda, iniziò a frequentare il bar Giamaica in Brera, noto ritrovo di artisti e scrittori incontrando il fotografo di moda Alfa Castaldi, che divenne suo marito. Con la rubrica “Doppie Pagine” Anna seppe cogliere e interpretare con accurata maestria il messaggio che ogni stilista voleva lanciare con le proprie collezioni. Divenne così un punto di riferimento importante per la moda internazionale. Il suo stile eccentrico e creativo è stato fonte di ispirazione per molti stilisti tra cui Karl Lagerfeld che la elesse a propria musa.

Muore nel 2012, lasciando l’universo della moda sicuramente un po’ più povero del suo grande genio dopo aver scoperto e incoraggiato molti nomi del Fashion System. Dopo aver contribuito a portare l’Italia e soprattutto Milano al centro della grande moda, creando aspettative e curiosità sulle Fashion week cittadine. Non c’era stilista che non la contattasse per la prima fila al lancio delle nuove collezioni.

Curiosità sulla regina Anna

Nel 2016, viene realizzato un documentario a cura di Alina Marazzi che attraverso filmati e interviste a personaggi di spicco del Fashion System che ebbero la fortuna di conoscerla, ne racconta la vita. A Anna Piaggi si deve la scoperta del “vintage” (parola da lei coniata), attraverso quel mix and match di abiti, accessori e stili che l’hanno sempre caratterizzata. Così come l’invenzione del termine “stilista” sulla persona di Walter Albini, che fu il primo a essere così etichettato. Contribuì alla fama di Manolo Blahnik e delle sue scarpe fin dal loro primo incontro.

Di lei il grande Karl Lagerfeld disse:” Anna inventa la moda. Nel vestirsi fa automaticamente quello che noi faremo domani.”

Domani la seconda parte con altre tre regine che hanno diretto questa prestigiosa rivista.