Le fiction d’epoca e i corpi del passato

La fiction e i corpi
Fiction e corpi. E’ davvero intelligente e particolare l’analisi fatta in questo articolo. E’ interessante “leggere di qualcosa” che riguarda lo sport e l’immagine in modo davvero originale, rispetto al solito. Ma lo sapevamo fin dall’inizio, che avremmo pubblicato una rubrica “fuori dagli schemi” tradizionali , qui su Globe.
Credibilità temporale e atletica dei corpi
Dura da spiegare ai produttori (infatti ci siamo messi ad autoprodurre) ma i corpi atletici delle fiction e del cinema devono essere credibili più che incantevoli. Uno sportivo amatoriale deve essere credibilmente amatoriale, dentro la gamma del possibile, alto e basso a seconda della trama.
Uno sportivo del passato deve rispondere ai parametri atletici dell’epoca di ambientamento. È puntuale ti arriva il managerone a dire “non gli mancano un po’ di muscoli per essere un pugile”? Sì, ma se è un pugile degli anni ‘20…
Se è un pugile degli anni 20…
Avrà un fisico molto simile a quello dei cittadini normali, perché la divaricazione grossa è arrivata molto più tardi. E non mi metto nemmeno a trattare la questione dei pesi (Massimi, Mosca, Welter) … Un pugile degli anni ‘20 si nutriva come il fratello che faceva un altro lavoro, magari giusto un po’ di più. Non posso mettere un Michael Jordan, ci cascano in tanti, ma anche il pubblico “cresce” nella lettura e nella giusta pretesa.
Prendiamo Gino Bartali
“Gino Bartali – L’intramontabile”, la miniserie diretta da Alberto Negrin, protagonista Pierfrancesco Favino. Bravissimo, ma in questa rubrica ci occupiamo di corpi: bravissimo anche il corpo! In salita le gambe si contraevano da ciclista, e si distinguevano da quelle del contesto umano-muscolare, ma la condizione atletica era quella che ritrovi nei documentari, e soprattutto nel “colpo d’occhio”.
Puoi recitare come vuoi, puoi spendere miliardi in scenografie, ma se la lettura dei corpi ti dice qualcosa di storto non “entri” nella visione. Chi ha fatto il casting ha pescato giusto, e sicuramente c’è stato uno studio dei mantenimenti muscolari, anche perché le riprese non durano pochi giorni, soprattutto quando hai paesi interi che devono cambiare decennio.
Li gladiatori
I film di mezzo secolo fa (circa) sui gladiatori pescavano dalle statue per riferimento atletico, e dai bodybuilders e fenomeni da circo (che non aveva un’accezione negativa) per il casting. Andava benissimo che le statue con ogni probabilità ritrassero dei gladiatori idealizzati, ma in mancanza di immagini reali il referente produttore-spettatore deve essere quello più comune, quindi giusto così. Difficili da ri-guardare adesso, con la nostra abitudine visiva, ma giusto così. A volte l’immaginato è più credibile del tecnico.
Noi, invece, no
Noi (BLULLOW SA) non produrremo mai niente che sia d’epoca, che ricrei il passato, pensa che non abbiamo nemmeno i flashback. Veniamo dallo sport presente, dalla cronaca, dal campo, ce lo ricordiamo sempre. Non abbiamo le tecniche, né le vocazioni, né la pazienza. La produzione fiction è una galassia immensa, non un materiale unico trasformabile a botte di budget. Riferimenti al passato ne abbiamo molti, ma usiamo le stampe, i racconti al Pub, i quadri appesi.
Casomai il futuro
Sì, certo, abbiamo degli scenari futuri, li indichiamo, o meglio: lungo gli episodi di SPORT CRIME indichiamo dove nasceranno nuove squadre, dove sport “di nicchia” saranno di massa, i prodotti che scompariranno e quelli che torneranno. Le figure professionali che adesso non ci sono ma saranno occupate dai figli nostri e del nostro staff. Anticipare il futuro con competenza è uno dei privilegi e dei doveri delle serie serie. Ma – ancora – i protagonisti indicano a grafici, a proiezioni, durante conferenze e consulenze, come facciamo nella vita.
