# L’America: Il Paese delle Contraddizioni
# L’America delle contraddizioni
L’America è un mosaico di contraddizioni. Una terra dove le luci scintillanti delle grandi città e le meraviglie delle zone turistiche nascondono una realtà parallela. Basta allontanarsi dai grattacieli e
dai luoghi affollati per scoprire un’altra faccia dell’America, fatta di quartieri emarginati e strade dove il tempo sembra essersi fermato.
Le casette di legno allineate e uguali
In questi quartieri, le casette di legno si allineano come soldatini stanchi, tutte uguali, tutte con la stessa storia di speranza e disillusione. Qui, la delinquenza si respira nell’aria pesante, e gli sguardi dei passanti sono carichi di storie non raccontate. Il colore della pelle diventa un marchio, un distintivo che determina il senso di appartenenza. Contrariamente alla nostra logica europea, che vede i quartieri più ricchi fiorire intorno ai centri storici, in America, i luoghi dell’opulenza sono spesso nascosti dietro cancelli dorati, lontani dal caos delle metropoli.
Gli americani preferiscono lavorare tra le nuvole, nei grattacieli del centro, per poi guidare per ore, ritirandosi in oasi suburbane con giardini impeccabili e barbecue fumanti la domenica. Questa è l’America che non appare nelle guide turistiche, ma che vive nei film e nelle serie TV. Un’America dove le contraddizioni sono palpabili, dove l’ottimismo si è affievolito sotto il peso dell’inflazione e delle difficoltà economiche. Quando il portafoglio degli americani viene colpito, la nazione intera ne risente.
Gli immigrati, che una volta erano visti come risorse preziose, sono ora percepiti come minacce in una società sempre più polarizzata. Con una popolazione di 300 milioni di persone e vaste aree coltivate che riforniscono il continente, l’America ha bisogno di molte mani per sostenere la sua economia. Eppure, il paese si divide ogni giorno di più: politicamente, socialmente, economicamente. Le idee moderate vengono soffocate dagli estremismi, mentre la retorica e gli attacchi personali dominano il dibattito pubblico, una scena che ricorda tristemente alcune dinamiche a noi familiari.
L’America delle cartoline
Le città americane stanno cambiando volto. I negozi chiudono, sostituiti dallo shopping online, e i vecchi centri commerciali, un tempo il cuore pulsante del fine settimana, vengono demoliti per far posto a lussuosi condomini. Gli Stati Uniti sono un grande paese, ma in declino in alcuni aspetti. Il patriottismo sfrenato, a stelle e strisce, è forse l’ultimo baluardo di identità in una nazione che si standardizza giorno dopo giorno, sacrificando le tradizioni locali.
Lo stile di vita americano è frenetico: lavoro, casa, palestra. Il fine settimana è per molti l’unica occasione di svago, ma a differenza dell’Europa, qui non si percepisce la differenza tra un giorno e
l’altro. Tutto è sempre aperto, il traffico è incessante, e il tempo sembra scorrere senza tregua. L’americano medio non è abituato alle gite fuori porta, preferendo rimanere nel comfort della propria routine.
Arrivato in Florida, mi sono spesso chiesto come trascorressero il fine settimana gli americani. Nonostante la vicinanza al mare, pochi vanno in spiaggia. Preferiscono mangiare, fare barbecue, andare al poligono, visitare mega casinò aperti 24 ore su 24, e ancora mangiare. I parchi divertimento come Disneyland sono mete popolari, ma alla fine, sembra che tutto ruoti intorno al cibo e all’intrattenimento. Gli americani, in fondo, sono grandi bambini, e l’America è il loro gigantesco parco giochi.
In definitiva, l’America delle cartoline è solo una maschera. Dietro le facciate scintillanti si nasconde un paese di contrasti stridenti, una terra di sogni e disillusioni, un’America che si vive quotidianamente ma che raramente appare nei racconti dei turisti.
Giornalista televisivo USA