Lady D., Madonna, Ferragni. Divismo e influencer
L’evoluzione del divismo: il mondo ovattato degli influencer ridefinisce il concetto di celebrità
Diana, Madonna, Ferragni ridefiniamo il concetto di celebrità
Le vicende che hanno recentemente colpito la regina degli influencer, ovvero Chiara Ferragni, ci spingono a una riflessione, che non vuole entrare nel merito delle vicende giudiziarie. Piuttosto, vorremmo spostare gli spotlight su come queste figure, figlie dell’era digitale, abbiano ridefinito il concetto di celebrità. Diversamente dalle icone degli anni ’80, la cui fama si costruiva sul palco, attraverso i media tradizionali, o sfidando le norme sociali, gli influencer di oggi nascono e prosperano nel regno virtuale. La Ferragni, con la sua eleganza innata e la sua abilità nell’uso dei social media, è diventata una figura emblematica di questo cambiamento. Ma cosa ci dice questa transizione sulle nostre società e sulla natura stessa della fama?
Contesto Storico
Negli anni ’80, le celebrità erano figure quasi mitiche, forgiate attraverso esperienze “sul campo” e un contatto diretto con la realtà. Artisti come Madonna e Michael Jackson non solo dominavano le classifiche, ma erano anche simboli di movimenti culturali e sociali, testimoni e protagonisti di un’epoca in trasformazione. Le loro storie, spesso segnate da sfide personali e professionali, venivano raccontate attraverso i loro album, i loro concerti e le rare interviste televisive, creando un’aura di mistero e di irraggiungibilità.
Confronto spietato
Oggi, il panorama è radicalmente diverso. Gli influencer, a differenza delle celebrità tradizionali, costruiscono la loro fama principalmente attraverso i social media. Questi strumenti offrono una piattaforma per un’autopresentazione costante e immediata, ma anche uno spazio in cui la distanza tra celebrità e pubblico si riduce drasticamente. Mentre le celebrità degli anni ’80 erano spesso prodotti di un percorso artistico o di esperienze di vita intense, gli influencer sono figli dell’era digitale. La loro fama è spesso legata alla capacità di creare e mantenere un’immagine personale attraverso i social media, un contesto molto più curato e virtuale.
Ferragni
Ma se il mondo cosiddetto “reale” piomba in quello protetto e ovattato di Instagram, è sotto gli occhi di tutti il modo in cui il ménage quotidiano di una coppia inattaccabile come i Ferragnez ne esca con le ossa rotte.
La trentaseienne cremonese, in verità, aveva un poco scricchiolato l’anno scorso a Sanremo. Il mondo della TV è ben diverso da quello autoreferenziale dei social. Una volta, gli artisti si formavano in una palestra ben diversa.
La ricerca di un equivalente degli anni ’80 per Chiara Ferragni è intrigante, ma anche sfidante, dato che il contesto e i mezzi di celebrità erano molto diversi in quel periodo. Tuttavia, possiamo trovare alcune analogie con figure che hanno rivoluzionato il modo in cui i media e il pubblico interagivano con le celebrità.
Madonna
La prima che viene in mente è senz’altro Madonna: negli anni ’80, era nota per il suo stile audace e la sua capacità di influenzare la moda e la cultura pop. In modo simile a Chiara, Madonna ha usato la sua immagine e presenza pubblica per creare un marchio personale distintivo.
Diana
Come poi non pensare alla Principessa Diana? Anche se non era un’artista o un’attrice, Lady D. è diventata una figura iconica negli anni ’80 per il suo stile, la sua eleganza e il suo impatto sui media. Come i moderni influencer, era costantemente sotto gli occhi del pubblico, e il suo modo di vestire e la sua vita personale erano oggetto di grande interesse e imitazione. La sua capacità di influenzare la moda e di utilizzare la sua immagine pubblica per scopi più ampi è un aspetto che condivide con i moderni divi dei social.
Entrambe queste figure, come la Ferragni, hanno utilizzato la loro immagine e presenza pubblica per influenzare e modellare la cultura popolare. Ma la modalità di interazione era ben diversa e sicuramente chi era in auge negli anni ’80 aveva più esperienze di “vita vissuta”.
Anche noi genitori, nel nostro piccolo, non notiamo le differenze? Quando eravamo giovani ci voleva tutta per farci stare in casa, mentre ora lottiamo con i nostri figli affinché escano un po’!
Appunto, i nostri figli…
L’appeal esercitato dagli influencer di oggi, con la loro ostentazione di sfarzo e lusso, è davvero paragonabile a quella delle icone degli anni ’80 come Madonna e la Principessa Diana? E, più in profondità, quale dei due modelli offre un esempio più salutare e realistico per le giovani generazioni?
Gli influencer moderni, con figure come Chiara Ferragni in prima linea, costruiscono mondi digitali in cui la realtà viene filtrata, se non completamente riscritta, attraverso lenti che esaltano lusso e perfezione. Queste rappresentazioni spesso non tengono conto delle sfide quotidiane che la maggior parte delle persone affronta. Non è raro vedere post su Instagram che mostrano viaggi esotici, abiti firmati, e feste in località esclusive, creando un’immagine di una vita perpetuamente al di sopra delle preoccupazioni ordinarie.
D’altro canto, pur vivendo anch’esse in un contesto di celebrità e ricchezza, figure come Madonna e Lady D. negli anni ’80 sembravano più radicate in una realtà riconoscibile. Madonna, con la sua musica e i suoi video, affrontava tematiche di emancipazione, identità e sfida alle convenzioni, offrendo un modello di forza e indipendenza. La Principessa Diana, pur facendo parte della famiglia reale, era amata per il suo calore umano e il suo impegno in cause umanitarie, mostrando che la posizione e il privilegio potevano essere utilizzati per fare la differenza nel mondo reale.
Che modello adottare?
La chiave di lettura tra questi due mondi risiede nella percezione della realtà. Mentre gli influencer di oggi possono dare l’impressione di vivere in una bolla di perfezione inaccessibile, le icone degli anni ’80, nonostante la loro fama, sembravano avere una connessione più tangibile con la vita reale e le sue sfide. Questo non significa che le celebrità del passato fossero prive di sfarzo o glamour, ma che il loro impatto culturale sembrava ancorato a qualcosa di più concreto e meno evanescente.
Questa constatazione ci porta a una domanda cruciale: quale modello di emulazione dovrebbero seguire i giovani di oggi? È salutare aspirare a un’esistenza costantemente curata e lontana dalla realtà quotidiana, o sarebbe più costruttivo ispirarsi a figure che, pur nella loro fama, hanno mantenuto un legame con il mondo reale e le sue complessità?
Forse, la risposta sta nel trovare un equilibrio. È naturale essere affascinati dal glamour e dal fascino delle celebrità, ma è altrettanto importante ricordare che la realtà di ogni persona è unica e non può essere misurata con gli stessi standard di chi vive sotto i riflettori. In un’epoca in cui i social media tendono a offuscare le linee tra realtà e finzione, sarebbe saggio cercare ispirazione in quei modelli che promuovono autenticità, resilienza e un senso di connessione con il mondo reale.
In conclusione, mentre il mondo degli influencer può offrire momenti di fuga e aspirazione, è essenziale per i giovani riconoscere la differenza tra una realtà curata per i social media e la vita vera, con tutte le sue imperfezioni e sfide. Forse, guardando indietro alle icone degli anni ’80, possiamo trovare un equilibrio tra ammirazione e realismo, tra aspirazione e autenticità.